Il terrorismo colpisce ancora in Cisgiordania
di Cristofaro Sola
Lo scorso giovedì tre adoloscenti di nazionalità israeliana sono stati rapiti nella zona di Gush Etzion, a sud-ovest di Gerusalemme, nel territorio della Cisgiordania (Giudea e Samaria). Gilad Sha’er, Naftali Frankel e Eyal Yifrah, questi i loro nomi. Il rapimento sarebbe stato rivendicato dal movimento salafita semisconosciuto “Dawlat al -Islam”. Il gruppo criminale dichiara di riconoscersi nell’Isis, l’autoproclamato stato islamico di Iraq e Siria, dove, in queste ore, scorrono fiumi di sangue a causa di una nuova “guerra santa”. Tuttavia il governo di Gerusalemme non crede alla estraneità di Hamas dalla vicenda. Ne ha buoni motivi.
Le fonti di intelligence, impegnate nella ricerca, riferiscono di un’accertata responsabilità diretta del gruppo terroristico che controlla la Striscia di Gaza. Non sono soltanto gli israeliani a pensarla così. Un autorevole conferma è giunta dal segretario di Stato Usa. John Kerry, parlando con la stampa, ha detto che si stanno “ancora cercando dettagli, anche se molti indizi indicano un coinvolgimento di Hamas”. Ma il timbro definitivo sul certificato di paternità del rapimento lo ha messo la stessa organizzazione terroristica, quando un suo esponente di primo piano, Osama Hamdan, ha candidamente dichiarato che i palestinesi dovrebbero approfittare di questo orrendo crimine per farne “un tema nazionale in modo da ottenere il miglior risultato e non lasciare una piccola fazione a negoziare il rilascio dei prigionieri palestinesi”.
Il sequestro avrebbe dunque una finalità estorsiva, magari da far pesare al tavolo delle trattative per la pace. Sulla pagina Facebook di Fatah è apparsa una vignetta che mostra una mano palestinese che tiene una canna da pesca da cui pendono tre topi marcati sul dorso con la Stella di David. Sotto, una didascalia che dice: “Un colpo da maestri”. In realtà, a noi sembrerebbe più un colpo da vigliacchi che sanno prendersela solo con donne, vecchi e ragazzini indifesi. E, per quanto i membri più rappresentativi e colti della comunità palestinese facciano continue professioni di fede nei supremi ideali di libertà e di grandezza del loro popolo, resta il fatto che anche costoro restano travolti dal disonore per l’agire dei soliti “galantuomini”. Loro li chiamano “eroi”, invece sono nient’altro che spregevoli criminali.
Questa dolorosa vicenda ha messo in evidenza, ancora una volta, la sostanziale doppiezza morale dell’Autorità Nazionale Palestinese che, se da una parte si dichiara estranea all’azione terroristica, dall’altra non fa nulla per recidere di netto ogni legame con coloro i quali, attraverso l’annientamento dei civili, intendono portare alle estreme conseguenze il conflitto con Israele. Ma tale responsabilità non è soltanto palestinese. Essa deve essere condivisa con i Paesi del blocco occidentale, nessuno dei quali ha fatto sentire la propria voce per stigmatizzare la decisione di Abu Mazen di stringere un patto di governo con i terroristi di Hamas.
L’amministrazione Obama e l’Unione Europea di Martin Schulz e Catherine Ashton, che tanto hanno coccolato i dirigenti dell’Anp, anche contro le legittime preoccupazioni espresse dal governo di Benjamin Netanyahu, avrebbero dovuto fare ferro e fuoco per impedire che l’Autorità Palestinese facesse quell’insensato balzo indietro nelle tenebre. Tutti hanno taciuto lasciando sola Israele a fronteggiare la nuova minaccia.
Ora, però, non è il tempo di polemiche. Gli sforzi devono essere concentrati a ritrovare, possibilmente vivi, i tre adolescenti rapiti. L’apparato di difesa interna dello Stato ebraico è stato allertato. Gli israeliani hanno un senso molto radicato della propria difesa. Per loro fortuna non sono stati contaminati dalle celestiali visioni del “buonismo” all’italiana. Le forze di sicurezza di Gerusalemme, com’è prassi in simili circostanze, useranno il pugno di ferro per stanare i colpevoli. Noi occidentali dovremmo quantomeno avere il buon gusto di dire chiaramente che il nostro cuore è con quei tre ragazzi, con le loro famiglie, che stanno soffrendo il dolore più grande e con Israele, che è in pena per la sorte di tre suoi figli ancora troppo giovani per meritare di conoscere il male tanto da vicino.
Riusciranno i nostri rappresentanti politici a biascicare qualcosa che sia un po’ più sentita dell’esangue dichiarazione di solidarietà rilasciata ieri l’altro dal nostro ministro degli Esteri, o la paura di scontentare qualcuno li farà tenere con le bocche ben cucite?
(Fonte: L’Opinione, 17 Giugno 2014)
Nell’immagine in alto: la vignetta pubblicata su una delle pagine Facebook UFFICIALI di Fatah che compara i tre ragazzi israeliani rapiti a topi presi in trappola, con la dicitura “un colpo da maestro”
Nella seconda foto presente all’interno dell’articolo: Eyal Yifrah (19 anni), Naftali Frankel (16 anni) e Gilad Sha’er (16 anni), i tre ragazzi rapiti dai terroristi palestinesi giovedì scorso
#1Emanuel Baroz
17 giugno 2014 – Un razzo palestinese lanciato lunedì notte dalla striscia di Gaza verso Israele si è abbattuto su un campo aperto presso la città di Ashkelon.
17 giugno 2014 – “Dobbiamo mettere in conto che l’operazione per riportare a casa i tre ragazzi possa richiedere tempo”. Lo ha detto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu rivolgendosi lunedì sera alla nazione.
17 giugno 2014 – Soldati delle Forze di Difesa hanno sparato lunedì sera verso tre palestinesi che avevano aperto un varco nella recinzione di sicurezza del villaggio israeliano di Kochav Yaakov, in Cisgiordania. Un portavoce israeliano ha detto che i palestinesi feriti sono stati portati in un ospedale.
17 giugno 2014 – Il fatto che – dopo le prese di posizione di tutti i principali paesi, dell’Onu e della Croce Rossa – la responsabile della politica estera dell’Unione Europea Catherine Ashton non abbia ancora condannato la presa in ostaggio dei tre adolescenti israeliani Neftali Frankel, Gilad Shaer ed Eyal Yifrach “non è passato inosservato”, hanno detto lunedì pomeriggio fonti diplomatiche a Gerusalemme. “Forse non l’hanno saputo”, ha commentato sarcasticamente la fonte, sottolineando la rapidità con cui invece l’Unione Europea si precipita a condannare ogni annuncio di costruzioni israeliane in Cisgiordania e a Gerusalemme anche prima che venga ufficializzato.
17 giugno 2014 – Mentre Fatah, il movimento che fa capo a Mahmoud Abbas (Abu Mazen), continua a celebrare il sequestro dei tre giovani sui propri mass-media e siti internet, l’Ufficio del presidente dell’Autorità palestinese ha diramato lunedì (a quattro giorni dal rapimento) una condanna “della catena di eventi che ha avuto luogo la settimana scorsa”: in una lunga frase di 35 parole (nell’originale arabo) in cui condanna Israele per la sua reazione al sequestro, Abu Mazen dedica 6 sbrigative parole ai tre adolescenti presi in ostaggio. Si veda il testo tradotto in inglese.
17 giugno 2014 – Con un comunicato diffuso lunedì, Hamas ha condannato come “un atto di codardia” gli arresti operati dalle Forze di Difesa israeliane nel quadro delle ricerche dei tre ragazzi presi in ostaggio. Nel comunicato Hamas rinnova anche il suo appello all’Autorità Palestinese perché cessi ogni forma di coordinamento con Israele sulla sicurezza, e fa appello ai paesi arabi e islamici perché denuncino “i crimini sionisti” contro i palestinesi. Mushir al-Masri, un portavoce di Hamas nella striscia di Gaza, ha detto che il suo movimento “si sente onorato” d’essere accusato dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu di essere dietro al rapimento dei giovani israeliani, che Hamas insiste a definire “soldati” rifiutandosi di definirli semplici adolescenti. Un altro rappresentante di Hamas nella striscia di Gaza, Ahmed Bahar, ha ribadito che “i palestinesi hanno diritto a resistere all’occupazione con tutti i mezzi disponibili”.
17 giugno 2014 – Siria. Almeno 25 persone sono state uccise lunedì, nel quartiere di al-Sukkari della città settentrionale di Aleppo, da un bombardamento dei governativi con barili esplosivi gettati da elicotteri. Lo ha detto l’Osservatorio siriano per i diritti umani. I barili esplosivi sono armi rudimentali che colpiscono con devastante casualità. Condannati dalle nazioni occidentali come crimine di guerra, continuano ad essere utilizzati quasi ogni giorno nella guerra civile siriana, ad Aleppo e in altre parti del paese.
17 giugno 2014 – A quasi quattro giorni dal rapimento dei tre ragazzi israeliani, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha parlato per la prima volta, lunedì, con il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas. “I terroristi hanno rapito questi ragazzini innocenti – ha detto Netanyahu nella conversazione telefonica – mentre i nostri ospedali salvano la vita a bambini palestinesi malati. Questa è la differenza tra una politica umana e il terrorismo omicida che ci aggredisce.” Netanyahu ha detto ad Abu Mazen che si aspetta da lui la massima collaborazione per riportare a casa i tre adolescenti e per arrestare i loro sequestratori. “I rapitori di Hamas sono arrivati da territori sotto il controllo dell’Autorità Palestinese e sono tornati in territorio sotto il controllo dell’Autorità Palestinese”, ha sottolineato Netanyahu. Poco prima della conversazione, l’Autorità Palestinese aveva pubblicato una dichiarazione di condanna del sequestro, ma anche di quelle che definisce le “violazioni” delle Forze di Difesa israeliane nel corso delle ricerche in Cisgiordania. Nella telefonata, Netanyahu ha ribadito che il patto di Fatah con Hamas “è un male per Israele, un male per i palestinesi e un male per la regione”.
17 giugno 2014 – Nel corso delle ricerche dei tre ragazzi presi in ostaggio, le forze di sicurezza israeliane hanno arrestato fra domenica sera e lunedì mattina, in varie parti della Cisgiordania, altri 50 palestinesi per lo più affiliati a Hamas. Lo hanno confermato fonti militari spiegando che si tratta di operazioni basate su informazioni di intelligence. Sale così a circa 150 il numero degli arrestati, fra i quali praticamente tutta la dirigenza di Hamas in Cisgiordania, compresi il presidente del parlamento di Hamas, Abdel Aziz Dweck, e i capi Bassem al-Za’arir, Azzam Salhab, Samir al-Qadi e Maher al-Kharraz. Secondo alcune fonti, alcuni di questi potrebbero essere espulsi dalla Cisgiordania.
17 giugno 2014 – Il Ministero degli esteri dell’Autorità Palestinese a Ramallah ha diramato una condanna ufficiale degli arresti effettuati dalle Forze di Difesa israeliane durante il fine settimana. Secondo l’agenzia di stampa palestinese Wafa, il Ministero ha condannato quella che definisce “la violenta aggressione ad opera di Israele contro il popolo palestinese”. Anche il Comitato Esecutivo dell’Olp (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) ha condannato lunedì la “campagna razzista condotta da Israele con il pretesto che i tre coloni scomparsi giovedì siano stati rapiti”.
17 giugno 2014 – Forze di sicurezza israeliane impegnate nelle ricerche dei tre giovani presi in ostaggio da Hamas sono state attaccate lunedì prima dell’alba da lanci di pietre e ordigni incendiari nel campo palestinese di al-Jilazoun, vicino a Ramallah. I soldati hanno reagito sparando. Un palestinese è morto. Tre soldati sono rimasti feriti. Scoperte armi e munizioni, arrestato un sospetto.
17 giugno 2014 – Il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha invocato, domenica sera, il rilascio immediato e incondizionato dei tre adolescenti israeliani rapiti. “Il diritto internazionale umanitario vieta il sequestro di persona e la cattura di ostaggi”, ha detto Robert Mardini, capo delle operazioni della Croce Rossa in Medio Oriente, che si è offerto di fungere da intermediario tra le parti per arrivare al rilascio dei ragazzi.
17 giugno 2014 – Iraq. I terroristi islamisti sunniti dello “Stato Islamico dell’Iraq e del Levante” che hanno catturato villaggi e città la scorsa settimana hanno diffuso via internet il video di quella che si presenta come l’esecuzione in massa di decine di soldati iracheni catturati, disarmati e costretti faccia a terra in una fossa comune, con le braccia legate dietro la schiena.
16 giugno 2014 – Quattro razzi palestinesi sono stati lanciati domenica notte dalla striscia di Gaza verso la città israeliana di Ashkelon. Due sono stati intercettati e distrutti sopra la città dal sistema anti-missile “Cupola di ferro”; altri due si sono abbattuti su terreni non edificati.
16 giugno 2014 – Palestinesi hanno aperto il fuoco, domenica da una casa di Hebro verso soldati israeliani impegnati nelle ricerche dei tra giovani presi in ostaggio da Hamas. I soldati hanno risposto al fuoco.
16 giugno 2014 – Il Segretario di stato Usa John Kerry ha definito “uno spregevole atto terroristico” il sequestro dei tre adolescenti israeliani, specificando che, a quanto risulta, il rapimento sarebbe opera da Hamas. “Stiamo ancora cercando dettagli, anche se molti indizi indicano un coinvolgimento di Hamas” ha detto Kerry, ed ha aggiunto che gli Stati Uniti qualificano Hamas come organizzazione terroristica. “Mentre raccogliamo queste informazioni – ha detto Kerry – ribadiamo la nostra posizione secondo cui Hamas è un’organizzazione terroristica nota per i suoi attacchi contro civili innocenti e che ha già utilizzato in passato il sequestro di ostaggi”.
16 giugno 2014 – Il Segretario generale dell’Onu Ban-Ki Moon ha condannato il rapimento dei tre studenti israeliani scomparsi giovedì sera e ha espresso solidarietà alle famiglie, invocando il loro immediato rilascio.
16 giugno 2014 – Un palestinese armato ha sparato da un veicolo in movimento verso una posizione delle forze di Difesa israeliane, domenica sera, presso il posto di controllo Minharot, tra Gush Etzion e Gerusalemme.
16 giugno 2014 – Almeno 80 palestinesi arrestati da sabato a Hebron, Ramallah e Tubas, nell’ambito delle ricerche dei tre giovani sequestrati. Tra gli arrestati, per lo più affiliati a Hamas, anche Hassan Yousef, membro del parlamento palestinese, ex portavoce di Hamas, considerato uno dei capi spirituali dell’organizzazione terroristica. Controlli strettissimi attorno a Betlemme e Giudea (Cisgiordania) meridionale. Chiusura generale dei valichi di confine con la striscia di Gaza, ad eccezione di casi umanitari ed emergenze mediche.
16 giugno 2014 – Si apprende che uno dei tre ragazzi sequestrati giovedì sera era riuscito a chiamare la polizia e a sussurrare “siamo stati rapiti”, ma l’allarme sarebbe scattato ore più tardi, solo dopo che i famigliari ne avevano denunciato l’effettiva scomparsa.
16 giugno 2014 – Il servizio penitenziario israeliano ha informato la Croce Rossa che da domenica sono sospese tutte le visite di famigliari ai palestinesi detenuti per reati contro la sicurezza. La decisione è stata presa in seguito al rapimento dei tre ragazzi israeliani in Cisgiordania.
16 giugno 2014 – Le Forze di Difesa israeliane hanno mobilitato un certo numero di riservisti, per ora limitato, a supporto dei militari impegnati nelle ricerche dei tre giovani rapiti da terroristi. Ne ha dato notizia domenica il portavoce militare.
16 giugno 2014 – “Questa mattina posso dichiarare quello che ieri non potevo ancora dire: coloro che hanno perpetrato il sequestro dei nostri giovani sono membri di Hamas, la stessa Hamas con cui Abu Mazen ha varato un governo di unità, e ciò comporta gravi ripercussioni”. Lo ha dichiarato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu aprendo domenica mattina la riunione settimanale del governo.
16 giugno 2014 – Iraq. Un attentatore suicida ha causato almeno 9 morti e 20 feriti, domenica nel centro di Baghdad. Lo hanno detto fonti mediche e della polizia locale.
15 giugno 2014 – Amina Abbas, moglie del presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen), ha subito un intervento chirurgico presso l’Asuta Hospital di Tel Aviv. Ne hanno dato notizia i mass-media israeliani specificando che l’intervento è stato eseguito venerdì, ma la presenza in Israele della moglie del presidente palestinese è stata tenuta segreta per motivi di sicurezza fino al momento delle sue dimissioni dal reparto.
15 giugno 2014 – Due razzi palestinesi lanciati dalla striscia di Gaza si sono abbattuti sabato sera sul sud di Israele: uno è esploso a poche decine di metri da una casa di Netiv Haasara, l’altro su un campo nella zona di Hof Ashkelon.
15 giugno 2014 – Dopo i lanci di razzi palestinesi di sabato sera sul sud di Israele, le Forze di Difesa israeliane hanno schierato batterie del sistema anti-missile “Cupola di ferro” nella zona di Ashdod e le forze aeree hanno colpito diversi obiettivi terroristici nella striscia di Gaza, tra cui due siti per la produzione e lo stoccaggio di armi.
(Fonte: Israele.net)
#2Emanuel Baroz
Dalla pagina dei nostri amici di Progetto Dreyfus riportiamo il seguente post:
Sul profilo ufficiale di Fatah è comparso l’invito ai residenti e commercianti locali che risiedono vicino a dove è avvenuto il rapimento dei tre giovani israeliani, di distruggere ogni prova che possa aiutare le forze di sicurezza israeliane nel trovare i tre giovani innocenti.
Queste sono le stesse persone che la settimana scorsa erano dal Papa a parlare di pace.
Queste sono le stesse persone che nel proprio statuto invocano la distruzione d’Israele e parlano di guerra santa contro gli infedeli.
Ecco, ora potete rimettervi il prosciutto sugli occhi.
https://www.facebook.com/ProgettoDreyfus/photos/a.543027485773617.1073741839.386438174765883/647524335323931/?type=1
#3Emanuel Baroz
Che cosa significa il rapimento
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
Cari amici,
una volta in Italia era abbastanza diffuso; si parlava di anonima sequestri, forse ricordate, e spesso le vittime erano ragazzi, che subivano le più terribili angherie. Il rapimento è certamente uno dei crimini più odiosi, è un ricatto fatto sul corpo delle vittime, una barbarie intollerabile. Che si mescoli con la politica, qualunque politica, testimonia della sua immoralità. Un governo, un movimento politico, un popolo che organizza rapimenti e magari ne gioisce è degno del massimo disprezzo. Io vi invito, cari amici, a mostrare a tutti queste vignette (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/181726), queste immagini di festa (http://palwatch.org/main.aspx?fi=157&doc_id=11706) e a chiedere loro che moralità, che dignità, che diritto emergano da atti del genere. Qualunque pretesa di presentare i movimenti palestinisti in termini etici non può che dissolversi di fronte a questi atteggiamenti. Sono nazisti per ideologia e per natura. Chiunque non li tratti come tali è stupido o complice.
Non vi ho parlato finora dei tre ragazzi israeliani rapiti. Ho nutrito per qualche giorno l’illusione irrazionale che si potessero trovare presto, che in qualche modo la situazione fosse rimediabile. Non bisogna escludere nulla, la speranza deve restare viva, ma per il momento non vi sono loro tracce. Vi è in merito una pesantissima responsabilità della polizia locale e di chi ha sostenuto in questi mesi l’idea che i “coloni” fossero colpevoli di ogni crimine e degni di ogni punizione, magari per aver fatto delle scritte impertinenti, a partire, lasciatemelo dire, dal presto ex (per fortuna) presidente Peres. Chi in questi mesi ha condotto una campagna per criminalizzare gli ebrei che vivono oltre la linea verde, fra cui buona parte della sinistra cosiddetta ebraica, condivide con la polizia la responsabilità delle cinque ore di ritardo con cui le forze di sicurezza e l’esercito sono stati avvertiti di una telefonata in cui uno dei tre ragazzi rapiti era riuscito ad avvertire del crimine che stava subendo (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/181706). Se la polizia locale non avesse aspettato ore a far partire le indagini (http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4530329,00.html), la situazione ora sarebbe probabilmente molto diversa. Ci sono in Israele rami importanti dell’apparato dello Stato (polizia, magistratura, diplomatici) che non hanno capito la gravità della situazione o continuano a farsi accecare da ideologie di estrema sinistra. Bisogna solo sperare che la Knesset e Netanyahu riescano a fare ora quello che nessun governo ha saputo mai fare: pulizia nell’apparato dello Stato israeliano.
Ci sono però conseguenze più ad ampio raggio che vanno colte in questa terribile disgrazia. La prima è che il processo di pace è definitivamente morto e che i cantori della “pace che si fa con i nemici” non vanno più ascoltati. Non mi sono accorto degli interventi del Vaticano, dell’Unione Europea, della ministra degli esteri italiani, che usano lamentarsi della costruzione di un appartamento nei sobborghi di Gerusalemme come attentati alla pace. Non ho visto mozioni dell’Onu, dell’Unesco, dell’Unicef: forse che rapire dei ragazzini non è un attentato ai diritti dell’infanzia?
Soprattutto è chiaro che Hamas ha avuto mano in questa storia (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/181724). Ora Hamas è parte del governo dell’Autorità Palestinese, anzi l’accordo che ha dato origine a quel governo è stato salutato come un “passo per la pace” un po’ da tutti, dall’Unione Europea, dal governo italiano, dagli organi di stampa vaticani. Ma, una settimana dopo la sua costituzione, questo governo si dichiara impotente a impedire azioni criminali come rapimenti e lanci di razzi da parte dei suoi soci fondatori. Che governo è ? A che pace dovrebbe portare ? I casi sono due: o non conta nulla, ma resta l’atto politico di Abbas che ha voluto associarsi a dei criminali attivi e impuniti; o qualcosa conta ed è complice. Resta il fatto che con gente del genere, Fatah, Abbas, Hamas, non è possibile un percorso verso la pace. La sola prospettiva è quella che Israele eserciti la sua forza liberandosi dai freni diplomatici che l’hanno bloccato nel passato recente.
E’ un momento molto difficile, non solo in Israele, ma in generale in tutto il Medio Oriente. Gli islamisti stanno vincendo dappertutto. Tutto il castello di carte delle mediazioni, delle buone intenzioni, delle illusioni, sta cadendo a terra. Anche se sono parecchi gli strateghi della sconfitta che sostengono che per rimediare al fallimento derivate dalla fuga che Obama ha imposto dall’Iraq e dall’Afghanistan, ora l’America dovrebbe allearsi con lo stato islamista più potente e aggressivo, l’Iran, che non ha affatto rinunciato al suo armamento atomico (http://www.mfs-theothernews.com/2014/06/rouhani-iran-will-continue-to-enrich.html). Come dire: dato che ci sono i ladri in casa, chiedere l’aiuto della mafia. Solo distinguendo bene amici e nemici, sottraendosi alla retorica della pace che si fa con la buona volontà, analizzando lucidamente le posizioni e combattendo con decisione i nemici si può sperare di non farsi travolgere. Questa regola vale anche per i tre ragazzi rapiti. Bisogna essere consapevoli che questo rapimento è anche il prezzo delle liberazioni di assassini fatte per compiacere Obama e prima per riavere a casa Shalit. Bisogna avere il coraggio di escludere il pagamento di ogni riscatto e anche dei viziosi biglietti di ingresso che Kerry ha estorto a Israele per alcuni mesi di trattative inutili.
Il rapimento di Gilad, Eyal e Naftali è un terribile dramma umano. Ma è anche un segnale importante di un cambiamento di situazione, che va letto assieme alle imprese dell’Isis in Iraq, di Boko Harram in Africa Occidentale, dei terroristi che dominano ormai spazi giganteschi del Medio Oriente. Il momento è estremamente pericoloso, non va gestito semplicemente sul piano umanitario. Da anni è ricominciata una guerra mondiale, che ha la distruzione di Israele come premessa per la conquista dell’Europa e del mondo. E’ arrivato il momento di rendersene conto.
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=53805