La Norvegia ha superato addirittura i nazisti: gli islamici impongono la cacciata degli ebrei
di Michael Sfaradi.
Gli ultimi 819 ebrei norvegesi stanno per lasciare il Paese, ancora non è deciso il periodo della partenza che probabilmente non sarà di massa ma a scaglioni.
La Norvegia sarà così la prima nazione europea dove gli ebrei, di fatto, non potranno più vivere, al loro posto ci saranno le sempre più numerose e agguerrite comunità islamiche che secondo l’andamento delle nascite nel giro di pochi anni saranno la maggioranza della popolazione. Non è difficile capire che le regole democratiche, alla fine, consegneranno la nazione intera in mano a persone che non hanno radici nella penisola scandinava e che seguendo le loro tradizioni politiche e sociali la stravolgeranno completamente.
Gli ebrei lasciano il Paese perché in Norvegia la forte presenza musulmana, con l’odio insito nei confronti degli infedeli, con la complicità delle istituzioni che non hanno mai preso provvedimenti al fine di proteggere le persone e i luoghi di culto martellati da continui attacchi antisemiti, è riuscita nel giro di pochi anni a rendere impossibile la vita alle piccole comunità ebraiche. L’appello più accorato è stato di Anne Sender, esponente dell’ebraismo locale, scrittrice e vincitrice del premio «Libertà di espressione», sul quotidiano Aftenposten nel febbraio 2013, dove preannunciava l’abbandono della Norvegia da parte di tutti gli ebrei. La Sender era stata pesantemente criticata dalla stampa norvegese che l’aveva definita una «Cassandra» e a poco più di un anno di distanza scopriamo che Cassandra aveva ragione. In questo pezzo d’Europa si sta realizzando lo Stato «Judenrein» il sogno del vecchio Führer: un’Europa senza ebrei, e a riuscire nell’impresa dove fallì il nazismo è l’Islam estremista che strumentalizza la situazione in Medioriente per giustificare, davanti al complice silenzio di un continente intero, atti che fino a poco tempo fa erano considerati inaccettabili.
Durante l’operazione israeliana “Margine Protettivo” nella Striscia di Gaza, ci sono state in Norvegia manifestazioni oceaniche contro Israele dove gli slogan antisemiti sono stati urlati senza sosta, mentre le tre manifestazioni di sostegno al governo israeliano, organizzate dalle comunità ebraiche e dalle associazioni di amicizia con Israele, si sono potute tenere unicamente grazie alla presenza delle forze dell’ordine schierate a protezione dei manifestanti. La Norvegia non sarà solo la prima nazione europea senza ebrei, ma visto l’andamento potrebbe avere anche il primato dell’introduzione democratica della Sharia come legge dello Stato, sia dal punto di vista civile che penale. Si tratta però del primo tassello di un domino che in breve tempo coinvolgerà tutto il vecchio continente, i dati sono agghiaccianti. Dopo la Norvegia sono la Svezia e la Finlandia, infatti, le prossime candidate.
(Fonte: Libero, 3 Settembre 2014)
Thanks to Progetto Dreyfus
#1andrea barra
faranno la fine della Spagna, anzi peggio perche dopo la cacciata degli ebrei,la cattolica
Iberia non si riempi di terroristi potenziali e di tagliagole come sta facendo la Norvegia e piu’ generalmente l’Europa. Bene si tenessero pure i loro cari ospiti islamici, e ben presto
si accorgeranno della differenza, e di quanto nello scambio ci avranno rimesso.Le donne
europee si preparino comunque alla poligamia, ad essere ripudiate quando il loro marito
decidera’ di gettarle nel secchio della immondizia,e a girare col burka.Le altre saranno
considerate e trattate da puttane.Questo e’ il loro mondo e il loro modo di vivere; l’euro
pa anzi l’EURABIA si prepari a tutto questo
#2Parvus
Dopo la fuga degli ebrei, gli islamici non avranno più difficoltà a imporsi. E ciò sarà un bene perché i norvegesi si meritano la dittatura islamica.
#3Gianni De Falco
proprio sicuri che la notizia sia vera? Qui dicono il contrario….e di solito non sbagliano:
http://www.butac.it/norvegia-gli-ultimi-ebrei-lasciano-il-paese/
#4Emanuel Baroz
@Gianni De Falco:
Ti posto qui la risposta di Michael Sfaradi, l’autore dell’articolo, pubblicato sulla pagina di Progetto Dreyfus:
Io sono l’autore dell’articolo e confermo che ho controllato le fonti prima della pubblicazione. L’articolo doveva essere molto più lungo di quello pubblicato, purtroppo la decapitazione di Steven Soflof ha spaginato e accorciato tutti gli articoli di LIBERO.
Un solo chiarimento dovuto: il titolo del pezzo non è mai dell’autore ma della redazione personalmente non ho mai dato numeri, io scrivo gli ultimi ebrei.
C’è stata probabilmente una leggerezza nel titolo preso da qualcuno che non ha controllato, la natura del pezzo che si legge sia nella versione corta che in quella lunga è completamente diversa.
L’articolo originale, come potete leggere, affrontava tutta la problematica dell’immigrazione dall’Europa prendendo spunto dalla situazione norvegese.
Purtroppo, come già spiegato, è stato ridimensionato dagli eventi.
Questo per dare chiarezza al tutto.
Confermo che da dati in mio possesso le comunità ebraiche di Norvegia, Finlandia e Svezia si stanno riducendo di numero a causa di immigrazioni di massa e che la Norvegia sarà la prima a rimanere senza ebrei.
Quello che è già successo nella quasi totalità delle nazioni arabe.
Questo che metto di seguito è il testo integrale dell’articolo che sarebbe dovuto andare in stampa ma che purtroppo è stato ridimensionato dagli eventi.
Gerusalemme, 2 settembre 2014
Di Michael Sfaradi
Gli ultimi ebrei norvegesi stanno per lasciare il paese, ancora non è deciso il periodo della partenza che probabilmente non sarà di massa ma a scaglioni. La Norvegia sarà così la prima nazione europea dove gli ebrei, di fatto, non potranno più vivere, al loro posto ci saranno le sempre più numerose e agguerrite comunità islamiche che secondo l’andamento delle nascite nel giro di pochi anni saranno la maggioranza della popolazione. Non è difficile capire che le regole democratiche, alla fine, consegneranno la nazione intera in mano a persone che non hanno radici nella penisola scandinava e che seguendo le loro tradizioni politiche e sociali la stravolgeranno completamente. Gli ebrei lasciano il paese perché in Norvegia la forte presenza musulmana, con l’odio insito nei confronti degli infedeli, con la complicità delle istituzioni che non hanno mai preso provvedimenti al fine di proteggere le persone e i luoghi di culto martellati da continui attacchi antisemiti, è riuscita nel giro di pochi anni a rendere impossibile la vita alle piccole comunità ebraiche. L’appello più accorato è stato di Anne Sender, esponente dell’ebraismo locale, scrittrice e vincitrice del premio ‘Libertà di espressione’, sul quotidiano Aftenposten nel febbraio 2013, dove preannunciava l’abbandono della Norvegia da parte di tutti gli ebrei. La Sender poco più di un anno fa era stata pesantemente criticata dalla stampa norvegese che l’aveva definita una ‘Cassandra’ e a poco più di un anno di distanza scopriamo che Cassandra aveva ragione. In questo pezzo d’Europa si sta realizzando lo “Judenrein” il sogno del vecchio Fuhrer: un’Europa senza ebrei, e a riuscire nell’impresa dove fallì il nazismo è l’Islam estremista che strumentalizza la situazione in Medioriente per giustificare, davanti al complice silenzio di un continente intero, atti che fino a poco tempo fa erano considerati inaccettabili. In fondo, è giusto ricordarlo, durante la seconda guerra mondiale la Brigata Ebraica del mandato inglese in Palestina ha combattuto a fianco degli alleati, mentre gli arabi seguaci del Gran Muftì di Gerusalemme Haj Amin al Husseini erano inquadrati nelle SS naziste. Durante l’operazione israeliana ‘Margine Protettivo’ nella Striscia di Gaza, ci sono state in Norvegia manifestazioni oceaniche contro Israele dove gli slogan antisemiti sono stati urlati senza sosta, mentre le tre manifestazioni di sostegno al governo israeliano, organizzate dalle comunità ebraiche e dalle associazioni di amicizia con Israele, si sono potute tenere unicamente grazie alla presenza delle forze dell’ordine schierate a protezione dei manifestanti. La Norvegia non sarà solo la prima nazione europea senza ebrei, ma visto l’andamento avrà anche il primato dell’introduzione democratica della Sharia come legge dello stato, sia dal punto di vista civile che penale. Si tratta però del primo tassello di un domino che, a meno di una forte levata di scudi che non si vede all’orizzonte, in breve tempo coinvolgerà tutto il vecchio continente, i dati sono agghiaccianti. Dopo la Norvegia sono la Svezia e la Finlandia, infatti, le prossime candidate al cambiamento, da anni si registrano attacchi vandalici a scuole e a sinagoghe con aggressioni alle persone che si sono susseguiti in un crescendo wagneriano. Non è un caso che il 27 luglio scorso la Commissione per gli Affari della Diaspora del Parlamento israeliano ha convocato gli Ambasciatori europei per discutere la sicurezza degli ebrei in Europa. Israele ha inteso mettere in chiaro che l’antisemitismo dilagante e le minacce nei confronti di Ebrei, di istituzioni ebraiche e di israeliani in viaggio nel vecchio continente, sono sotto stretta osservazione da parte delle autorità israeliane. La frase: “Se i paesi europei non sanno proteggere gli ebrei nel loro paese, ci penserà Israele a farlo perché il sangue degli ebrei non è più a buon mercato”, detta ad alta voce da Israel Hasson, deputato del partito centrista Kadima e notoriamente una colomba, la dice lunga sul come viene vissuta in Israele l’attualità europea. Secondo gli esperti la Norvegia potrà essere la palla di neve che genererà la valanga, seguiranno molte nazioni importanti e per farsi un’idea precisa basta un particolare: il numero dei nuovi immigrati francesi in Israele, nonostante l’infuriare della guerra a Gaza, ha raggiunto a metà luglio 2014 la quota che il Ministero dell’Assorbimento aveva preventivato per l’anno intero.
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