Ritrovate camere a gas del campo di sterminio di Sobibor
La storia ha restituito oggi quello che le SS provarono a cancellare per sempre. Scavi archeologici, durati sette anni, hanno infatti permesso di localizzare le camere a gas del campo di sterminio di Sobibor, in Polonia, raso al suolo nel 1943 dai tedeschi dopo una delle due rivolte avvenute nel lager nazista.
La struttura faceva parte dell”Operazione Reinhard’ realizzata dalle SS per lo sterminio degli ebrei polacchi ma vi trovarono la morte anche ebrei francesi, cechi, olandesi, tedeschi e sovietici: in tutto circa 250mila.
Oggi il Museo dellOlocausto Yad Vashem ha parlato di “un ritrovamento molto importante nelle ricerche sulla Shoah“. Un tassello pesante – se mai ce ne fosse bisogno – nella lotta contro il Negazionismo. In quel campo ad esempio fu attivo il controverso John (Ivan) Demjanjuk dichiarato in tribunale “presunto innocente”.
Capo assoluto del complesso Franz Stangl (soprannominato la ‘Morte bianca’ e al comando anche a Treblinka) che sgusciò via nel dopoguerra e fu arrestato soltanto nel 1967 in Brasile. Un tribunale tedesco lo ha infine ritenuto responsabile della morte di 900mila uomini, donne e bambini: tra questi molti degli uccisi a Sobibor.
Come della persona a cui apparteneva l’anello ritrovato vicino le camere a gas negli scavi condotti da Yoram Haimi, dal suo associato polacco Wojciech Mazurek e dall’olandese Ivar Schute. In quel dono nuziale c’e scritto all’interno in ebraico: “Sei consacrata a me”.
Ma sono centinaia gli oggetti personali riemersi da sottoterra nel corso di questi anni: anelli, orecchini, collane, gioielli, bottiglie di profumo, astucci di medicinali, utensili da cibo. Gli scavi hanno restituito anche il pozzo di acqua dove avvenne la rivolta dell’ottobre del 1943 che portò all’uccisione di alcune guardie SS e alla fuga.
Nel suo fondo giacevano numerosi oggetti personali appartenuti agli ebrei uccisi. “È importante capire – ha detto David Silberklang, capo storico di Yad Vashem – che non ci sono stati sopravvissuti tra gli ebrei che lavoravano nell’area delle camere a gas. La scoperta apre quindi una finestra sulla vita giornaliera del campo”. Ma soprattutto permetterà agli studiosi di sapere “esattamente come avveniva il processo di sterminio”, mentre la struttura delle camere a gas consentirà “di far stimare più precisamente il numero delle persone uccise a Sobibor“.
Nonostante il tentativo dei nazisti che rasero al suolo tutto e che sopra l’estensione del campo piantarono una foresta, lo scavo ha riportato alla luce ciò che i pochi sopravvissuti hanno per anni raccontato. Haimi si è detto stupito di quanto fossero grandi le camere a gas, ma per lui il momento più emozionante è stato quando è riapparso l’anello: un pezzo di vita dal passato. La storia ha di nuovo sconfitto le SS.
(Fonte: Swissinfo.ch, 17 Settembre 2014)
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