PALESTINESI LANCIANO PIETRE CONTRO I BAMBINI DI UN ASILO DI GERUSALEMME
Gerusalemme, 30 Settembre 2014 – Ieri pomeriggio,un gruppo di ragazzi palestinesi ha iniziato una sassaiola contro un asilo. I giovani si sono coperti il volto e, armati di grosse pietre, hanno preso di mira un edificio che ospitava bambini che giocavano con le maestre.
Una donna che abita nelle vicinanze – nella zona del Monte degli Ulivi a Gerusalemme – ha ripreso la scena e ha raccontato che negli ultimi due mesi si sono intensificati in maniera esponenziale gli attacchi dei palestinesi alle vetture e agli obiettivi ebraici, soprattutto con massi e bombe molotov.
“Eravamo in giardino a giocare con i bambini, quando dei ragazzi col volto coperto hanno iniziato a lanciare pietre verso di noi” – ha raccontato la custode della scuola materna – “I bambini erano in preda al panico, li abbiamo subito condotti in un rifugio e abbiamo chiamato la polizia“.
Le forze dell’ordine israeliane hanno arrestato i colpevoli poco dopo, insieme a un altro ragazzo di 18 anni che, nello stesso pomeriggio, aveva lanciato alcuni massi contro una abitazione nella zona Armon HaNatziv.
Thanks to Progetto Dreyfus
In alto: il video dell’aggressione con lancio di pietre contro la scuola matrna ebraica a Gerusalemme
#1Emanuel Baroz
1 ottobre 2014 – Giovani palestinesi a volto coperto hanno lanciato martedì pomeriggio pietre e petardi contro un complesso che ospita una scuola materna nel quartiere del Monte degli Ulivi, a Gerusalemme, costringendo educatrici e bambini ad abbandonare il cortile per nascondersi in una struttura protetta fino all’arrivo della polizia.
(Fonte: Israele.net)
#2Emanuel Baroz
1 ottobre 2014 – E’ dovuta intervenire la polizia israeliana per consentire ad alcune famiglie ebree di stabilirsi martedì mattina nelle sette case che hanno legalmente acquistato nel quartiere a grande maggioranza araba di Silwan, ai piedi della Città Vecchia (Gerusalemme est). Oggi a Silwan vi sono 26 case acquistate da 90 famiglie ebree, per un totale di 500 persone, a fronte di 50.000 abitanti arabi. I nuovi venuti sono stati accolti da sputi, insulti e lanci di pietre. Ferito un agente di polizia. Il capo negoziatore palestinese Saeb Erekat ha dichiarato che i nuovi arrivi “servono all’obiettivo di alterare il carattere di Gerusalemme con l’isolamento, il contenimento e il confinamento dell’esistenza palestinese” e per “cancellare l’identità palestinese”. Come altre volte, l’acquisto è avvenuto da proprietari palestinesi, attraverso mediatori palestinesi, a un prezzo circa doppio del valore di mercato. “Pensano di poterci cacciare – ha proclamato al Jerusalem Post Fadi Maragha, rappresentante locale di Fatah – Ma noi siano i proprietari della terra e resteremo qui finché non avremo tutta la Palestina senza più nessun ebreo”. Secondo Maragha, coloro che hanno venduto agli ebrei “dovrebbero morire”.
(Fonte: Israele.net)
#3HaDaR
Codesti SUPREMATISTI Islamici vanno trattati ESATTAMENTE come si fece con i nazisti: senza alcuna pietà.
#4Emanuel Baroz
3 ottobre 2014 – “Penso che l’amministrazione Obama dovrebbe innanzitutto conoscere i fatti. Questi di cui si parla non sono insediamenti. Sono quartieri di Gerusalemme”. Lo ha detto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu intervistato dalla NBC a proposito delle critiche di Washington all’annunciata costruzione di unità abitative nel quartiere Givat HaMatos (nella parte sud di Gerusalemme). “A Gerusalemme – ha detto Netanyahu – abbiamo quartieri arabi e quartieri ebraici ed io come primo ministro di Israele non potrò mai dire che gli ebrei, come qualsiasi altro cittadino, non sono autorizzati a costruire appartamenti a Gerusalemme. Sono discriminazioni in contrasto con valori fondamentali, anche con quelli degli Stati Uniti”. Netanyahu ha spiegato che il bando relativo alle 2.600 unità abitative previste a Givat Hamatos è solo un passaggio tecnico che è stato pubblicizzato in questo momento al solo lo scopo di mettere in difficoltà i suoi colloqui alla Casa Bianca. Netanyahu ha respinto allo stesso modo le critiche Usa alle famiglie ebree che si sono stabilite in sette case legalmente acquistate nel quartiere Silwan di Gerusalemme est, ribadendo con forza che gli ebrei, come gli arabi, hanno il diritto di acquistare e abitare case in qualunque parte della capitale.
3 ottobre 2014 – “Non chiederemo scusa per la costruzione di case a Gerusalemme”. Lo ha detto il sindaco di Gerusalemme Nir Barkat reagendo all’accusa americana di “avvelenare l’atmosfera”. “La costruzione di case a Gerusalemme non è velenosa né dannosa – ha detto il sindaco – E’ anzi necessaria, importante e continuerà a pieno ritmo. Non collaborerò con forme di discriminazione basate su religione, razza o altro, che sono illegali non solo negli Stati Uniti ma in qualunque paese civile. Quegli appartamenti (per la cui costruzione è stato pubblicando il bando) sono stati autorizzati quasi due anni fa e permetteranno a più giovani di vivere a Gerusalemme e pianificare qui il loro futuro, cosa essenziale per il ringiovanimento della città. E non chiederemo scusa per questo”.
(Fonte: Israele.net)