Israele cancellato dagli atlanti della casa editrice HarperCollins: “Sono per il mercato mediorientale”

 
Emanuel Baroz
3 gennaio 2015
4 commenti

HarperCollins cancella Israele dalle mappe

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Che più di qualcuno nel mondo arabo volesse cancellare Israele dalla mappa del Medio Oriente non è una novità. Ma se lo fa una casa editrice leader del mercato mondiale e per giunta anglo-americana, la cosa fa notizia. La HarperCollins, di proprietà di Rupert Murdoch, si è affrettata a chiedere scusa ma le prime giustificazioni sembrano aggravare la situazione: Israele è stato cancellato da alcuni atlanti in vendita in Medio Oriente per soddisfare “esigenze locali”.

La denuncia arriva dal giornale cattolico Tablet, scrive il Washington Post. “L’atlante era rivolto in special modo alle scuole mediorientali”. Secondo Collins Bartholomew, una filiale della HarperCollins sarebbe “inconcepibile” includere Israele nelle mappe per i paesi arabi. La HarperCollins ha cercato di correre ai ripari scusandosi “dell’omissione” sulla sua pagina Facebook annunciando il ritiro delle copie rimaste. L’atlante era in vendita anche su Amazon.

(Fonte: La Repubblica, 3 Gennaio 2015)

Nell’immagine in alto: la pagina dell’atlante della HarperCollins in cui non compare lo Stato di Israele

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  • #1Emanuel Baroz

    Israele sparisce dall’atlante. HarperCollins si scusa e lo ritira

    Israele sparisce dall’atlante destinato agli studenti del Medio Oriente. Per mesi HarperCollins lo ha venduto per «aiutare gli studenti a capire le relazioni tra le condizioni sociali e fisiche della regione, le sfide dell’area e il suo sviluppo socioeconomico». Ci sono la Siria, la Giordania e anche la Striscia di Gaza, ma non c’è mai lo Stato ebraico. Dopo che l’assenza è stata notata dal giornale cattolico The Tablet, HarperCollins ha chiesto scusa e ha dichiarato che «il prodotto non è più in vendita nei territori interessati e gli atlanti rimasti in magazzino saranno distrutti».

    Su Amazon ieri restavano 39 copie e una quantità infinita di commenti scandalizzati. Collins Bartholomew- una società specializzata in mappe e controllata da HarperCollins – ha detto di aver cancellato Israele per soddisfare «le preferenze locali».

    (Fonte: la Repubblica, 3 Gennaio 2015, pag. 3)

    5 Gen 2015, 00:07 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    Scandalo negli Usa: esce un atlante senza Israele

    di Fiamma Nirenstein

    Se non esisti, non puoi fare la pace. Se non esisti tutti quegli alberi, quelle arance, quei frutti nati da un deserto che mai aveva prodotto un solo germoglio, quelle medicine per le malattie peggiori, tutte quelle invenzioni che permettono ai telefonini e ai computer di perfezionarsi, quelle squadre di pallacanestro, quei premi Nobel per la fisica, la matematica, la letteratura, quei ragazzi che vanno a ballare a Tel Aviv fino a notte tarda, quei pellegrini che da tutto il mondo mettono un biglietto che dice «Caro Dio» nelle fessure Muro del pianto, tutte quelle ragazze soldato, stanche morte e con la treccia mezza sfatta, e tutti quei sopravvissuti all’Olocausto che hanno finalmente trovato una casa e una speranza, i nuovi immigrati dalla Francia che lasciano dietro il nuovo antisemitismo… se non esisti, come mostra sulle sue carte l’Atlante «prodotto specificamente per il Medio Oriente» da Harper Collins tutto questo diventa polvere, distruzione, un film di cattiva fantascienza.

    L’enorme casa editrice ha consentito alla sua sussidiaria Collins Bartholomew nel maggio dell’anno scorso, di produrre un vile, opportunistico Atlante Geografico Primario per il Medio Oriente da cui Israele, hocus pocus, è sparito, proprio come voleva Ahmadinejad quando diceva: «Cancelleremo Israele dalla carta geografica». Harper Collins l’ha fatto: mentre appaiono Gaza, il West Bank, la Siria, la Giordania, il Libano, essi si mangiano e digeriscono lo Stato d’Israele. Così una casa editrice suggerisce di accettare di fatto la versione corrente presso i palestinesi (perché questo è anche presso Fatah: l’idea che gli ebrei hanno messo il naso a Gerusalemme per la prima volta qualche anno fa non per tornare a casa ma per violentare il mondo arabo) che Israele è uno Stato fittizio creato dalla fantasia imperialista e colonialista, e che manca poco alla sua cancellazione.

    Peccato che Harper Collins, il cui quartier generale ha sede a New York, sia la maggiore casa editrice in lingua inglese del mondo, pubblichi in 150 Paesi, abbia fatto 400 bestseller nel 2014, abbia 20 milioni di visite sul sito web. Peccato, perché se uno è così grosso e sicuro di sé non dovrebbe avere paura della verità, e quindi non dovrebbe trovarsi a piatire scuse mentre annuncia da Londra di aver rimosso il libro dalle vendite (ma giovedì era ancora su Amazon) spiegando di aver agito secondo le «preferenze locali». Ovvero di avere agito secondo diffuse preferenze genocide.

    Di fatto, sono anni che nel mondo arabo si producono, si imparano nelle scuole, si espongono negli uffici governativi mappe che disegnano la Palestina al posto di Israele. I palestinesi per primi ne fanno dipinti, manifesti, testi scolastici ovunque, regalano Israele travestito da Palestina ai capi di Stato in visita, lo mostrano senza posa alla tv, nelle scuole di Stato e dell’Unrwa. In Arabia Saudita in ottobre a una gara di canto i due cantanti arabo-israeliani erano stati presentati, come tutti, con alle spalle la mappa del loro Paese d’origine, Israele: una rivoluzione politica ha prodotto la cancellazione immediata. Ma anche la Cnn ha presentato mille volte mappe senza Israele; Connect , la rivista della famosa London School of Economics è uscita nello stesso modo; alla San Diego University a una lezione di arabo è stata distribuita la mappa del Medio Oriente proprio come la avrebbe voluta Arafat. Una nuova mostra di mappe fatte da bambini in Libano cancella Israele, ed è finanziata da una Ong norvegese.

    Harper Collins deve aver pensato che non gli sarebbe costato niente obliterare dalla sua prestigiosa carta un Paese che è di moda considerare un’«entità» da distruggere, magari mentre si usa Google, invenzione israeliana.

    (Fonte: il Giornale, 6 Gennaio 2015)

    6 Gen 2015, 13:07 Rispondi|Quota
  • #3HaDaR

    Che dire allora dei laburisti israeliani di Herzog e Livni, che si fanno chiamare “Il Campo Sionista” nei loro spot elettorali in Ebraico, ma che hanno cancellato la parola SIONISTA dai loro spot elettorali in Arabo?

    7 Gen 2015, 10:15 Rispondi|Quota
  • #4HaDaR

    Herzog e Livni cancellano il sionismo dagli spot in Arabo.
    http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/189608

    7 Gen 2015, 10:16 Rispondi|Quota
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