Tel Aviv, terrore sul bus dei pendolari: palestinese accoltella 13 persone
Attacco nell’ora di punta in un autobus di pendolari. L’aggressore, 23 anni, ferito a una gamba e arrestato
Tel Aviv, 21 Gennaio 2015 – Ancora terrore a Tel Aviv per i cittadini israeliani: almeno tredici persone sono state ferite a pugnalate questa mattina da «un terrorista palestinese» su un autobus della linea 40 nel centro di Tel Aviv. La notizia è stata resa nota dal portavoce della polizia israeliana, Micky Rosenfeld, secondo il quale cinque feriti sono in condizioni serie. La polizia ha fatto sapere che l’assalitore è stato colpito con un’arma da fuoco alla gamba dalle guardie carcerarie che passavano nella zona dell’attacco. L’attentatore è stato fermato.
Il terrorista ha accoltellato l’autista del bus – Herzl Biton di 55 anni, che ha cercato di bloccarlo e ha subito due ferite al petto – e poi ha aggredito alcuni passeggeri. L’assalitore è stato identificato come un 23enne residente della città di Tulkarem, in Cisgiordania (Giudea e Samaria). Un medico dell’ospedale Ichilov di Tel Aviv ha riferito alla radio dell’esercito che sette persone sono state ricoverate nella struttura, cinque delle quali hanno ferite gravi. Le forze di sicurezza stanno controllando l’intera zona a caccia di possibili complici. Hamas, da Gaza, ha definito l’attacco di Tel Aviv «eroico e coraggioso».
Per il premier israeliano Benjamin Netanyahu si è trattato di «un atto dello stesso terrorismo che ha colpito a Parigi e Bruxelles». «Il plauso da parte di Hamas – ha aggiunto – chiama in causa il presidente palestinese Abu Mazen che ha siglato con loro l’accordo di unità nazionale e fa luce su chi sono in realtà coloro che vogliono processare Israele alla Corte penale internazionale». Per il ministro degli Esteri, Avigdor Lieberman, «i mandanti sono i leader palestinesi ed arabo-israeliani che incitano all’odio contro gli ebrei».
Thanks to Progetto Dreyfus
Nella foto in alto: l’autobus della linea 40 di Tel Aviv teatro dell’ennesimo attentato terroristico di matrice palestinese contro civili israeliani
#1Emanuel Baroz
TIRA LO ZAINO CONTRO IL TERRORISTA E ROMPE IL VETRO PER SCAPPARE, SI SALVA COSÌ UN RAGAZZINO DI 13 ANNI
Se per molti palestinesi i terroristi sono eroi – come ci ricorda spesso l stesso Mahmoud Abbas – per noi gli eroi sono i civili che si difendono come possono.
Un altro eroe del giorno è Liel Suissa, di 13 anni. Il ragazzino si trovava oggi sull’autobus 40 a Tel Aviv quando il terrorista palestinese ha iniziato a pugnalare chiunque si trovasse a bordo, a cominciare dall’autista che ha ricevuto due coltellate al petto.
Liel ha avuto pochi secondi per capire cosa stesse succedendo, tra le grida del terrorista e delle vittime; era seduto quando la folla si è precipitata verso di lui per proteggersi, con a seguito l’attentatore che cercava di scagliare il coltello. “Sono corso in fondo all’autobus, ma il terrorista stava venendo verso di me” – ha raccontato il ragazzino a Ynetnews – ho scagliato il mio zaino contro di lui per bloccarlo e ho rotto il vetro dell’autobus con il gomito per fuggire. Ci ha inseguito anche una volta fuori e io mi sono riparato dietro a delle macchine”. A quel punto sono intervenuti degli agenti della polizia penitenziaria che si trovavano per caso in strada per trasportare un detenuto.
L’esperienza è stata terribile, ma tu sei stato un grande. Bravo Liel!
https://www.facebook.com/ProgettoDreyfus/photos/a.387495981326769.85422.386438174765883/755955114480852/?type=1&theater
#2Emanuel Baroz
21 gennaio 2015 – Tredici persone sono state ferite a coltellate, mercoledì mattina, su un autobus della linea 40, nel centro di Tel Aviv, da un terrorista palestinese (giunto clandestinamente dalla Cisgiordania) che ha poi cercato di darsi alla fuga, ma è stato ferito alle gambe e arrestato dalle forze di sicurezza. Quattro delle persone pugnalate versano in gravi condizioni. Uno dei feriti è il conducente dell’autobus, Herzl Biton, di 55 anni, che ha cercato di bloccare il terrorista e ha subito due ferite al petto. Hamas ha elogiato l’attentato definendolo “un atto eroico e coraggioso”. L’ultimo attacco terroristico a Tel Aviv era stato l’accoltellamento dello scorso novembre, presso la stazione ferroviaria Haganah, costato la vita al soldato Almog Shiloni, al quale un terrorista palestinese aveva cercato di strappare l’arma d’ordinanza.
(Fonte: Israele.net)
#3Emanuel Baroz
Dan linea 40 | di Michael Sfaradi
http://www.progettodreyfus.com/dan-linea-40/
#4Emanuel Baroz
Attentato a Tel Aviv: nove feriti da attentatore palestinese
Nove feriti (ma potrebbero essere 12 secondo le ultime informazione) di cui almeno sei in condizioni gravi sono il risultato di un attentato terroristico effettuato da un palestinese residente in Cisgiordania su un autobus a Tel Aviv.
Secondo le prime ricostruzioni l’attentatore palestinese avrebbe accoltellato prima il conducente dell’autobus che però è riuscito a fermare il mezzo e ad aprire le porte per fare uscire i passeggeri. Poi il palestinese avrebbe accoltellato altre 9/12 persone ferendone sei in maniera molto seria. Subito dopo ha cercato di darsi alla fuga ma è stato bloccato da alcuni agenti della polizia penitenziaria che si trovavano sul posto per il trasferimento di un prigioniero. Il terrorista palestinese, residente a Tulkarem, è stato ferito a una gamba e arrestato.
http://www.rightsreporter.org/attentato-a-tel-aviv-nove-feriti-da-attentatore-palestinese/
#5Emanuel Baroz
JE SUIS ISRAELIEN-SONO ISRAELIANO-I’M ISRAELI-אני ישראלי
Questo ragazzo è l’autore dell’attentato di oggi a Tel Aviv, è di Tulkarem, un villaggio della Cisgiordania gestita dai palestinesi.
Se i poliziotti lo avessero ucciso invece di ferirlo alla gamba, sarebbe divenuto martire mentre ora “rischia” solo di ottenere un vitalizio mensile la cui durata corrisponderà agli anni di detenzione che trascorrerà nelle carceri israeliane.
Denari pervenuti dall’Autorità Palestinese di Abu Mazen il quale a sua volta, è finanziato principalmente dagli Stati Uniti e dall’Europa.
Fino a quando dovremo attendere prima di sentire un politico europeo dire basta a questa ipocrisia? Fino a quando dovremo attendere prima che i finanziatori diretti o indiretti di quest’organizzazione per delinquere la facciano finita di elargire denari senza ottenere nulla in cambio se non ulteriori richieste, riconoscimenti, adesioni prestigiose ad istituzioni come Corte Penale Internazionale con altri attentati, morti, feriti e le solite minacce di morte? I fatti di queste ultime settimane stanno dimostrando che il problema non riguarda più solo Israele, si è trasformato, si è ingrandito raggiungendo proporzioni mondiali. Il 7 gennaio è stata dichiarata guerra all’Europa da Hamas – Daesh – Al Qaeda, che sono i volti dello stesso problema: il fondamentalismo islamico. Oramai non basta più girare la testa e far finta che il problema non esista, perché se non si comincerà a guardare il problema tutti insieme a Israele nella stessa direzione, sarà il problema stesso che un giorno verrà a bussare alla nostra porta…
https://www.facebook.com/ProgettoDreyfus/photos/a.387495981326769.85422.386438174765883/755811647828532/?type=1
#6Emanuel Baroz
Tel Aviv e oltre, terrorismo incompreso
di Stefano Magni
Un uomo armato di coltello sale su un bus e aggredisce 11 persone. Non è un pazzo, non è malato di mente: è un atto di terrorismo. E avviene a Tel Aviv, capitale economica di Israele, lontana dai territori contesi, finora immune da questa strana Intifadah condotta da “terroristi fai da te”.
L’attentatore, un palestinese di 23 anni, è stato ferito ad una gamba e arrestato, dopo che aveva attaccato i passeggeri sull’autobus e alla fermata, sul ponte di Maariv, nel pieno centro cittadino. Tre delle sue vittime versano in gravi condizioni, gli hanno subito ferite leggere. L’attentatore stesso non è in pericolo di vita e ha rilasciato la sua prima dichiarazione. Ha detto di aver attaccato per “vendicare Gaza”. Per questo, Hamas, che ha il controllo su Gaza, lo ha definito già come un eroe. Per aver attaccato passeggeri disarmati, presi a caso e colti di sorpresa…
La notizia ha ottenuto un certo rilievo nelle prime ore successive all’attentato, poi è scivolata nelle pagine interne dei siti di informazione, quelle dedicate al Medio Oriente, o agli esteri in generale. Ieri pomeriggio era già quasi difficile trovarla. D’altra parte, con le tragedie in corso, non c’è tempo e spazio per occuparsi di 11 feriti. Eppure dovremmo aver acquisito una certa sensibilità dopo l’attentato riuscito a Parigi e quello sventato per un pelo a Bruxelles, sempre nel cuore dell’Europa occidentale. E’ lo stesso tipo di guerra strisciante condotta da “lupi solitari” con mezzi di fortuna: la loro auto, il loro coltello, la loro ascia, cose incontrollabili, usate da persone non identificabili e non tracciabili in anticipo. Questo gesto apparentemente folle non è un’azione pianificata da Hamas, ma eseguita volontariamente nel nome di Hamas: prima si fa l’attacco, poi si sceglie e si enuncia la firma. Esattamente come i terroristi parigini, che hanno prima completato i loro massacri e poi li hanno attribuiti ad Al Qaeda e all’Isis, a seconda delle loro ambizioni. Secondo il premier israeliano Benjamin Netanyahu (che è di destra e impopolare in Europa, ma non può che dire le stesse cose dei suoi predecessori di sinistra e centristi), Hamas, Al Qaeda, Isis ed Hezbollah sono tutti rami dello stesso albero. Il tronco ideologico è lo stesso. Le mire sono le stesse. E sono accomunati dalla ferrea volontà di uccidere ebrei purché ebrei, che si trovino su un autobus di Tel Aviv o in un supermercato kosher di Parigi poco importa.
Ma se il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito. E la reazione europea a questa nuova guerra terroristica è esattamente quella di guardare al dito. Se ad essere attaccata è la redazione di un giornale satirico, si guarda alle vignette che pubblicava. Se ad essere attaccati sono civili ebrei, si guarda a Gaza. Non si perde mai un’occasione per seguire le indicazioni dei terroristi, dando retta alle loro rivendicazioni, non badando mai alla loro ideologia, ai suoi scopi offensivi e ai tanti elementi che accomunano i bersagli che loro di volta in volta scelgono.
Israele non otterrà giustizia, nemmeno dopo questo e tanti altri attacchi. La Corte Penale Internazionale sta piuttosto indagando sui presunti crimini commessi dall’Idf a Gaza. Mira a punire l’eccesso di legittima difesa, non l’offesa.
(Fonte: L’Opinione, 22 Gennaio 2015)