Festival del film di Locarno sotto accusa del Partito Comunista (!!!) per la partecipazione di Israele: “Porte spalancate ai sionisti!”
Locarno (Svizzera), 12 Febbraio 2015 – Sembra incredibile ma esiste ancora un partito comunista in Svizzera, e, sembra ancor più incredibile, ma la decisione degli organizzatori del Festival internazionale del film di Locarno di dedicare ai film israeliani in post produzione la prossima edizione, è riuscita nell’impresa di ridare voce a chi evidentemente non aspettava altro per poter tornare sulle prime pagine dei giornali e dare un segno della propria esistenza, soddisfacendo così il proprio ego e dando nuovamente voce al proprio pregiudizio antisraeliano ed antiebraico.
Ma andiamo con ordine: dopo Colombia, Messico, Cile e Brasile, quest’anno come detto sarà Israele il Paese protagonista di Carte Blanche, iniziativa che si tiene nell’ambito del Festival del film di Locarno, in programma dal 5 al 15 agosto 2015 nella cittadina svizzera, decisione che non è andata giù a tale Massimiliano Ay, segretario politico del Partito Comunista dell Svizzera Italiana che in un durissimo e delirante comunicato contro l’attuale presidente del Festival, e pieno di falsità sullo Stato di Israele, ha dichiarato quanto segue: “Marco Solari prima sbatte le porte in faccia ai russi, poi le spalanca ai sionisti! Dopo aver rifiutato – quasi fossimo ancora in piena guerra fredda – l’offerta della Russia di una vera cooperazione con il Gosfilmofond, cioè la più grande cineteca del mondo, il Festival del film di Locarno comunica che l’edizione 2015, la 68esima dell’importante evento culturale locarnese, sarà caratterizzata da un partenariato con l’Israel Film Fund, emanazione del governo di Tel Aviv“. (in realtà come sappiamo il governo dello Stato di Israele è di Gerusalemme, e non di Tel Aviv, ma per chi vive la propria vita immerso in una realtà virtuale in cui il terrorismo palestinese ed antisemita non esiste, mentre le legittime azioni di difesa della propria popolazione da parte di uno stato democratico sono -quelle si- terrorismo, non ci si può aspettare altro…)
“Non c’è bisogno di ricordare” prosegue il comunicato “che Israele è un paese che occupa territori palestinesi che non gli appartengono, che dispone di una legislazione degna dell’apartheid per gli arabi, che bombarda il Libano e che favorisce il separatismo etnico per balcanizzare la Siria, che ha usato persino i terroristi dell’ISIS per raggiungere i suoi scopi egemonici e guerrafondai. Se con quel Paese si vuole collaborare, che almeno si dia forza al cinema indipendente dei registi anti-sionisti che non ricevono sovvenzioni. Abbiamo spesso difeso la libertà artistica del Festival del film di Locarno perché lo vorremmo sempre migliore e un fiore all’occhiello dell’offerta culturale del nostro Paese, ma davvero fatichiamo a comprendere queste scelte, soprattutto dopo aver voltato le spalle ai russi creando imbarazzo anche presso l’Ufficio federale della cultura: hanno tutto il sapore della genuflessione agli interessi diplomatici ed economici della lobby sionista presente nel nostro Cantone” conclude il comunicato, che in ultimo svela probabilmente il reale obiettivo dell’attacco alla direzione del Festival ponendo una domanda retorica: “Non sarebbe magari ora che la presidenza del Festival passasse di mano?”.
(Fonte: Ticinonews, 12 Febbraio 2015)
#1Emanuel Baroz
Comunisti contro il Festival del Film di Locarno per la partecipazione di Israele
http://www.progettodreyfus.com/comunisti-contro-il-festival-del-film-di-locarno-per-la-partecipazione-di-israele/
#2Parvus
Dopo aver sconfitto il partito nazista, è necessario sconfiggere il comunista.
#3HaDaR
Nonostante l’egemonia culturale e mediatica della sinistra comunista in Italia, accoppiata al fatto che anche cattolici e fascisti lo fossero, abbia impedito di dirlo chiaramente, i comunisti, sin dall’inizio, sono stati profondamente antisemiti e violentemente antisionisti.
In Italia, in genere, non s’insegnano a scuola gli scritti antisemiti di Marx e Proudhon, quindi il tutto è una novità.
#4Daniel
Il partito comunista non vuole Israele al festival
di Dimitri Buffa
La Svizzera deve sentirsi molto al di fuori dell’Europa anche per quel che riguarda il pericolo dei terroristi islamici “fai da te”. Che colpiscono ormai quasi tutti i giorni in Francia, in Belgio, in Germania, da ultimo in Danimarca e dio non voglia, minacciano di farlo anche in Italia. Tanto è vero che il partito comunista locale non si indigna per il fatto che con il pretesto dell’islam c’è chi minaccia la nostra sicurezza e il nostro modo di vivere, che allegramente se ne frega tanto del sacro quanto del profano. Senza eccezione alcuna. In compenso si indigna per la presenza di Israele, di autori cinematografici israeliani, nell’edizione del 2015 del festival di Locarno. Che proprio nlle prossime settimane vrrà presentata anche a Roma.
La notizia, veicolata da “Ticinonews”, ce la dà Emanuele Baroz attraverso il “progetto Dreyfus”, che poi è quello che monitora l’informazione, buona o più facilmente cattiva, su Israele e dintorni. Nota Baroz che sarà “..Israele il Paese protagonista di Carte Blanche, iniziativa che si tiene nell’ambito del Festival del film di Locarno, in programma dal 5 al 15 agosto 2015 nella cittadina svizzera, decisione che non è andata giù a tale Massimiliano Ay, segretario politico del Partito Comunista della Svizzera Italiana”.
Il quale, “in un durissimo e delirante comunicato contro l’attuale presidente del Festival, e pieno di falsità sullo Stato di Israele, ha dichiarato quanto segue: Marco Solari prima sbatte le porte in faccia ai russi, poi le spalanca ai sionisti! Dopo aver rifiutato – quasi fossimo ancora in piena guerra fredda – l’offerta della Russia di una vera cooperazione con il Gosfilmofond, cioè la più grande cineteca del mondo, il Festival del film di Locarno comunica che l’edizione 2015, la 68esima dell’importante evento culturale locarnese, sarà caratterizzata da un partenariato con l’Israel Film Fund, emanazione del governo di Tel Aviv.”
Insomma daje Putin e abbasso Nethanyahu. Senza sapere, il malcapitato, che i due premier in questione hanno quanto meno una cosa che li rende diplomaticamente omogenei: avere dichiarato guerra al terrorismo islamico dentr e fuori dai rispettivi confini senza alcun infingimento al politically correct. Tanto è vero che molteplici sono stati i contatti diplomatici tra i due esecutivi nelle scorse settimane e negli scorsi due anni in genere. E tanto Putin quanto Nethanyahu ultimamente darebbero un brutto dispiacere a questo compagno dal cervello che ragiona ancora per vecchi schemi: la causa palestinese con l’Isis che incombe si è andata a farsi benedire.
Anche perché Hamas sembra come al solito militare dalla parte sbagliata. E gli svizzeri farebbero bene anche loro ad allertare la propria intelligence invece che a dare spazio a queste polemiche un po’ ridicole oltre che datate.
http://www.opinione.it/politica/2015/02/17/buffa_politica-14-02.aspx