Prove generali di antisemitismo in Europa
Una sopravvissuta alla Shoah va a vivere in Cisgiordania e l’Olanda le comunica che le taglia la pensione del 35%, perché quelli sono “territori occupati”. Poi la retromarcia raffazzonata, ma il provvedimento recepiva direttive di Bruxelles. Mentre il Vaticano riconosce la Palestina, cresce il clima anti-ebraico…
di Gabriele Carrer
Pensioni tagliate del 35% per i sopravvissuti olandesi alla Shoah che vivono oltre la linea verde, in Cisgiordania. Questa la vergognosa decisione del governo olandese che ha incontrato il silenzio dei media italiani e delle istituzioni europee, impegnati nella difesa degli ebrei un solo giorno all’anno. Stiamo pur tranquilli i burocrati perché non si tratta di una spending review salvifica: non sono molti i sopravvissuti all’Olocausto ancora in vita.
Nel caso in questione, una signora novantenne recentemente trasferitasi in Israele per riabbracciare i figli e scappare da un’Europa antisemita si è vista tagliare la pensione che riceveva dai Paesi bassi passando da 900 euro al mese a 600. La pensione in questo caso non è legata al lavoro della signora, bensì è un risarcimento per i reati commessi dagli olandesi, dai “volontari carnefici” che consegnarono nelle mani di Hitler gli ebrei residenti nei Paesi bassi. Dopo anni più tardi, l’accanimento olandese proseguì al rientro dei superstiti con tasse arretrate da pagare oltre all’indisponibilità delle proprie case e del proprio lavoro.
Così come mandava i suoi poliziotti a dar la caccia agli ebrei negli anni Quaranta, così oggi l’Olanda ha fatto recapitare una semplice lettera a casa della signora per informarla della decurtazione. Dopo polemiche sulle principali televisioni israeliane, questo il commento del portavoce del Ministero degli affari sociali olandese: «uno sfortunato incidente». Come sottolineato dal professor Ugo Volli, «pensate che un qualche burocrate dell’Inps possa scrivergli una lettera dicendogli “no, guarda, a Sestri Levante non devi proprio vivere, il Lussemburgo non fa per te, Cipro del Nord è ingiustamente occupata dai Turchi, la Crimea dai Russi, il Sahara occidentale dal Marocco (il che è verissimo, UV) e quindi la pensione te la tagliamo, o vai a vivere dove diciamo noi, o rassegnati a diventare assai più povero!”».
Il portavoce olandese si è apprestato ad annunciare che la pensione non sarà ridotta in quanto la signora non sapeva delle conseguenze del suo passaggio a West Bank. Più chiaro di così si muore: il problema sono i “territori occupati”, o per meglio dire “contesi”. Dopo la lettera dei dodici ministri europei per etichettare i prodotti degli insediamenti cisgiordani, e nel giorno in cui il Vaticano compie ulteriori passi verso un riconoscimento pieno della Palestina, ecco il nuovo attacco proveniente da un’Europa sempre più antisemita: l’Olanda, colpendo la pensionata per il semplice fatto di vivere in un territorio non gradito appare sempre più vicina alla causa palestinese sostenendo politiche razziste e votate alla pulizia etnica.
#1Parvus
Accidenti che squallore questi olandesi…