Gaza, “Corpi ridotti in poltiglia”: la dura accusa di Amnesty International contro Hamas

 
Emanuel Baroz
28 maggio 2015
1 commento

«Corpi ridotti in poltiglia». Così Hamas governa Gaza, trucidando il popolo che dice di difendere

Un rapporto pubblicato da Amnesty International descrive i «crimini di guerra» compiuti dai terroristi islamici contro i palestinesi.

di Leone Grotti

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«C’erano segni di tortura e fori di proiettile su tutto il corpo. Le sue gambe e le sue braccia erano spezzate… Il suo corpo era ridotto come se fosse stato infilato in un sacco e ridotto in poltiglia». Comincia così la descrizione di come è stato ritrovato il cadavere di Atta Najjar, disabile mentale arrestato nel 2009 a Gaza dai terroristi islamici di Hamas e ucciso in modo orribile nel 2014.

COLLI STRANGOLATI – La storia, testimoniata dal fratello di Najjar, fa parte di una delle tante raccolte da Amnesty International, che ha pubblicato un rapporto intitolato “Colli strangolati” e che documenta i «crimini di guerra» compiuti da Hamas contro il popolo palestinese nell’estate del 2014, mentre era in corso la guerra con Israele.

«CRANIO SVUOTATO» – Il racconto del fratello di Najjar, che ha recuperato il cadavere dall’ospedale Al-Shifa il 22 agosto, continua: «Il suo corpo è stato crivellato con più di 30 proiettili. Aveva segni di sgozzamento attorno al collo, cicatrici di coltello… Da dietro la testa, si vedeva che non aveva più il cervello. Gli avevano svuotato il cranio… È stata dura per noi portarlo via… Era pesante, come quando infili della carne in un sacco: non c’erano ossa. Le sue ossa erano state frantumate. Gliele hanno rotte in prigione».

«SENZA PIETÀ» – Secondo il rapporto, almeno 23 palestinesi sono stati giustiziati senza processo, decine di altri arrestati e torturati senza motivo. «È scioccante che mentre le forze israeliane infliggevano morte e distruzione al popolo di Gaza, Hamas ne approfittava per regolare i propri conti senza pietà, uccidendo e compiendo altri gravi abusi. (…) Hanno le mani sporche di sangue», ha dichiarato Philip Luther, responsabile di Amnesty per il Medio Oriente e il Nord Africa (ovviamente la parte riguardante Israele non è vera, ma non si può chiedere sempre ad Amnesty di dire la verità…per questa volta ci accontentiamo della giusta denuncia contro i crimini di Hamas!).

SHARIA E CORTI RIVOLUZIONARIE – Il fratello di Ibrahim Dabour ha ricevuto questo sms il 22 agosto, alle 10.31 di notte: «La sentenza contro Ibrahim Dabour è stata portata a termine secondo la sharia, dopo il giudizio della Corte rivoluzionaria». Ibrahim, sposato con due figli, era stato arrestato pochi giorni prima con l’accusa di aver «comunicato con la parte ostile», cioè Israele. «Non abbiamo ricevuto nessuna notifica ufficiale, tranne il messaggio. Anche se l’avessero condannato a morte, avrebbe potuto ricorrere in appello o tentare altre strade. Ciò che hanno fatto non ha niente a che vedere con la giustizia, è criminale. Queste sono solo azioni criminali».

ESECUZIONI DAVANTI AI BAMBINI – Sempre il 22 agosto, davanti a centinaia di spettatori, tra cui molti bambini, sei persone sono state giustiziate pubblicamente fuori dalla moschea di Al-Omari. Le vittime erano sospettate di «collaborazionismo» ed erano state condannate a morte da «corti rivoluzionarie». I sei uomini sono stati fatti inginocchiare davanti alla folla, con la testa chinata sul pavimento: a tutti sono toccati un colpo di pistola alla nuca e una raffica di Kalashnikov.

LA TORTURA – Uno di loro era quasi certamente Saleh Swelim, accusato di essere in contatto con gli israeliani. Il fratello minore, M.S., è stato arrestato e torturato per confessare i presunti crimini del fratello. Ha raccontato: «Mi hanno appeso per le gambe, ancora ammanettato e bendato, perché non volevo confessare. (…) Mi hanno picchiato con bastoni di metallo e tubi. (…) Mi hanno infilato un tubo del gas in bocca e versato dell’acido sulle mie mani. Non potevo più sopportare il dolore e da quel momento ho confessato tutto quello che mi hanno chiesto di confessare. (…). Mi dicevano: “Di’ questo e quello”. Mi hanno pestato tutta la notte». Gli hanno fatto confessare di tutto, anche se lui non vedeva da tempo il fratello e non ne sapeva niente. Poi l’hanno rilasciato e in base alle sua testimonianza hanno giustiziato Saleh.

HAMAS E LA GIUSTIZIA – «Hamas chiede in continuazione diritti e giustizia per i palestinesi di Gaza e non solo» ma poi agisce in questo modo, «senza rispettare le più basilari regole della legge umanitaria internazionale. Chi si è macchiato di questi crimini di guerra, come le esecuzioni extragiudiziarie deve essere processato e chiamato a rispondere delle sue azioni», conclude Luther.

(Fonte: Tempi, 28 Maggio 2015)

Nella foto in alto: un presunto collaborazionista palestinese pochi istanti prima di essere giustiziato dagli uomini di Hamas nello scorso Agosto a Gaza City il 22 Agosto 2014

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  • #1Emanuel Baroz

    Amnesty International accusa Hamas, ma lo fa tardi e male

    di Sharon Levi

    Hamas ha commesso crimini di guerra contro i civili palestinesi. E’ questo che scrive Amnesty International in una rapporto uscito ieri e che ha destato subito la reazione indignata del gruppo terrorista palestinese.

    amnesty-international-rapporto-hamasSecondo Amnesty International durante l’ultima guerra di Gaza “le forze di Hamas hanno condotto una brutale campagna di rapimenti, torture e uccisioni illegali contro i palestinesi accusati di collaborare con Israele”. Nel rapporto non c’è alcun cenno all’uso indiscriminato da parte di Hamas di civili come scudi umani, sul motivo cioè per cui durante l’operazione “Margine Protettivo” ci sono stati così tanti morti tra i civili di Gaza.

    A parte il colpevole ritardo con cui arriva la condanna di Amnesty International, colpisce la mancanza di riferimenti all’uso degli scudi umani da parte di Hamas. Ma la ragione è fondamentalmente semplice: la stessa Amnesty International in un precedente rapporto ha accusato Israele di crimini di guerra e adesso non può, logicamente, affermare che Hamas usava i civili come scudi umani perché andrebbe contro il loro stesso interesse. Insomma, siamo all’ennesimo caso di “rapportino incompleto” che punta a dimostrare la presunta imparzialità di Amnesty International, un vero e proprio esercizio di ipocrisia.

    Non è mancata comunque la sdegnata risposta dei terroristi palestinesi, risposta affidata a un portavoce di Hamas il quale ha detto che “il rapporto dedicato alla resistenza palestinese (Hamas n.d.r.) è deliberatamente esagerato, basato su testimonianze di parte e non verificate”. Insomma, oltre al misero e ipocrita “rapportino” siamo anche al teatrino tra il “buono” e il “cattivo”. Davvero ridicolo.

    http://www.rightsreporter.org/amnesty-international-accusa-hamas-ma-lo-fa-tardi-e-male/

    31 Mag 2015, 12:47 Rispondi|Quota