I palestinesi rinunciano alla richiesta di espulsione di Israele dalla Fifa
Il passo poco prima della votazione: evitata una conta che avrebbe provocato profonde lacerazioni
di Maurizio Molinari
Zurigo, 29 Maggio 2015 – I palestinesi rinunciano alla richiesta di espulsione di Israele dalla Fifa e il mondo del calcio tira un sospiro di sollievo: evitata una conta che avrebbe provocato profonde lacerazioni. Al 65° Congresso della Fifa di Zurigo la votazione fra i 209 membri era in programma per il pomeriggio ma, poco prima, Jibril Rajoub, presidente della “Palestinian Football Association” ha annunciato il formale passo indietro. Immediata la reazione israeliana: “E’ stata evitata una situazione assurda”.
La decisione palestinese ha allentato la tensione che era stata innescata nella mattinata da un blitz di militanti palestinesi dentro la sede del Congresso, innalzando cartellini rossi contro Israele. Ad aver avuto successo è stata la mediazione di Joseph Blatter, presidente Fifa, che la scorsa settimana si era recato a Ramallah e Gerusalemme imbastendo con il presidente palestinese Abu Mazen ed il premier israeliano Benjamin Netanyahu una trattativa sul contenzioso esistente che ha portato lo Stato ebraico a formulare una proposta in quattro punti, basata sulle richieste sollevate da Rajoub. In particolare, secondo “Haaretz”, Israele avrebbe garantito che giocatori ed allenatori delle squadre palestinesi avranno documenti speciali per accelerare i trasferimenti fra Gaza e la West Bank, come all’estero.
Israele darà inoltre luce verde alla costruzione di uno stadio e di altre strutture sportive in Cisgiordania, e si assumerà anche i costi fiscali dell’arrivo dei materiali sportivi attraverso il porto di Ashdod. Inoltre, le federazioni israeliana e palestinese si vedranno una volta al mese, alla presenza di inviati Fifa, per gestire eventuali disaccordi o contenzioni. Se questi sono i passi promessi da Israele, i palestinesi da parte loro hanno ritirato la richiesta di non far giocare nel campionato israeliano cinque squadre di insediamenti ebraici in Cisgiordania. L’intesa è arrivata mentre entrambi i fronti stavano contando i voti a disposizione. Michel Platini aveva comunque assicurato: “La Fifa non espellerà Israele”. Il premier israeliano Netanyahu aveva ammonito sulle conseguenze del voto: “Se i palestinesi riusciranno nell’intento sarà la fine della Fifa perché altri Paesi chiederanno di espellere qualcun altro per ragioni politiche. Migliaia di anni fa l’Assemblea ateniese perse la sua universalità quando iniziò a espellere”.
Nella foto in alto: la stretta di mano tra i presidenti delle federazioni di calcio palestinese e di Israele, Jibril Rajoub e Ofer Eini
#1Emanuel Baroz
Il calcio e il ramo troppo alto
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
Cari amici,
scusatemi, devo confessarvi una debolezza. Non mi piace il calcio, non mi interessa, non ne so niente. Gli ultimi calciatori di cui ricordo facilmente il nome sono quelli della mia preistorica adolescenza: Rivera, Mazzola, Altafini, Maldini (senior). I riti dei tifosi mi infastidiscono, sono uno dei pochi disgraziati che impediscono all’audience delle partite dei mondiali di arrivare al cento per cento che meriterebbero. Trovo deplorevoli certe figure di giocatori teppisti, di cui Maradona è il prototipo.
Perché vi confesso questi miei difetti? Ma è semplice, per spiegarvi che della politica sportiva mi interessa molto poco. Trovo i dirigenti sportivi molto meno interessanti dei calciatori, che almeno i loro stipendi milionari se li guadagnano con un po’ di sudore e sanno fare qualcosa di più complicato di lanciare proclami alla folla, anche solo correre e tirare calci a un pallone.
Con queste premesse, capirete che non considero l’appartenenza di un paese all’organizzazione internazionale del calcio un problema rilevante in linea di principio. Se la Gran Bretagna volesse uscire dalla FIFA (credo si chiami così, nomen omen) sulla base del fatto che continuano a guidare a sinistra e (non ufficialmente ma diffusamente) a misurare le cose in pollici, piedi e galloni – be’, non avrei nulla in contrario a questa dimostrazione di sana eccentricità.
E non mi scandalizzerei certo se la stessa FIFA decidesse di espellere il Qatar, perché tratta in maniera terribilmente inumana, anzi francamente schiavistica, i lavoratori immigrati che costruiscono gli stadi per i mondiali che la stessa FIFA ha aggiudicato al ricchissimo stato sponsor del terrorismo.
Vivono in condizioni inumane, ne sono morti 1300 finora, si calcola che il costo di vite umane per i campionati mondiali del 1922 sarà di 22 omicidi bianchi per partita, cioè 4000 vittime (http://www.lastampa.it/2015/05/22/sport/calcio/la-costruzione-degli-stadi-per-qatar-una-carneficina-morti-per-partita-NKRFMIJUPrzDyanmg39PON/pagina.html ).
Ma la cosa non interessa né i difensori laici ed ecclesiastici degli immigrati in Italia, né tantomeno alla FIFA, la cui corruzione anche per questo appalto è oggetto di indagine da parte della magistratura americana. Ma naturalmente la FIFA non ha deciso di espellere il Qatar, bensì, come sapete se non altro perché questo sito vi ha informato quasi un mese fa (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=4&sez=120&id=58113 ), di sospendere Israele su richiesta della federazione calcistica dell’Autorità Palestinese, guidata da un noto sostenitore del terrorismo (http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4662579,00.html ) come Jibril Rajoub, uno che ha dichiarato che se avesse una bomba atomica la userebbe immediatamente contro Israele, senza pensarci due volte (http://news.yahoo.com/moderate-palestinian-leader-swears-had-nuke-d-used-120410701.html ).
Ci sono state varie trattative, discussioni, si è arrivati quasi al voto, quando poi la delegazione dell’ANP l’ha ritirata, visto che sarebbe stata sconfitta, in cambio di un comitato che esaminasse le loro lagnanze ( http://www.jpost.com/Israel-News/Israel-close-to-deal-with-Palestinians-to-avoid-FIFA-suspension-vote-404486 ). Ha ragione Netanyahu a dire che quella dei palestinisti alla Fifa era una “provocazione contro la pace” (http://www.jpost.com/Arab-Israeli-Conflict/Netanyahu-Moves-like-Palestinian-provocation-in-FIFA-distance-peace-404497 ). Com’è possibile pensare a trattative di pace con qualcuno che continua a cercare di distruggere la vita normale con gli attentati quotidiani, con il boicottaggio, con le minacce di denuncia alla corte penale internazionale e con ogni sorta di continui atti di ostilità, di cui fa parte anche questa provocazione?
Se vuoi fare la pace con me, perché cerchi di distruggere il mio funzionamento come stato, regolarmente senza riuscirci?
Perché invece di cercare di aiutare i tuoi cittadini, il loro progresso, invece di creare un clima di fiducia, fai tutto quello che è in tuo potere per danneggiarmi, ostacolarmi, infastidirmi? E così che si fa la pace?
Tattiche negoziali sofisticate, qualche illuso potrebbe sostenere. Tentativi di captare la benevolenza del mondo facendo le vittime. Bizzarre tattiche, che non portano da nessuna parte, dato che sono atti di ostilità, non di rappacificazione. Quanto alla benevolenza del mondo, espressa in mille “riconoscimenti”, essa non è certo in grado di indurre gli israeliani al suicidio, come si è visto anche dai risultati delle ultime elezioni in Israele.
Ma c’è di più. Queste iniziative, oltre ad avvelenare i rapporti con quello che dovrebbe essere un partner con cui trovare un accordo che potrebbe inevitabilmente essere solo di compromesso, hanno un effetto collaterale che rende impossibile ogni accordo.
Per capirlo, torniamo alla sceneggiata della FIFA. Come per il tentativo di ottenere la statualità con una delibera del consiglio di sicurezza dell’Onu, sei mesi fa, anche questa provocazione era chiaramente destinata al fallimento.
Per lo statuto della Fifa ci vuole il 75 per cento dei voti per ottenere la sospensione di una federazione. Gli europei non sono arrivati al punto di antisemitismo necessario per un atto così simile alle leggi razziste del nazifascismo, molte delegazioni asiatiche e sudamericane erano perplesse.
Era difficile dall’inizio che i palestinisti vincessero il voto, anche se a un certo punto si era diffusa la voce che il Qatar (già, quello dei 4000 operai morti) si era messo a comprare voti con moneta sonante (http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4662441,00.html ).
Dunque dal punto di vista palestinista la rinuncia era ragionevole, seppur tardiva: sempre meglio non far registrare una sconfitta per poterci tentare la prossima volta senza un precedente negativo. Ma la notizia è stata accolta malissimo a Ramallah, con proteste e accuse di tradimento (http://www.jpost.com/Arab-Israeli-Conflict/Palestinians-pan-withdrawal-of-motion-to-suspend-Israel-from-FIFA-404510 ). Il pubblico della propaganda palestinista era stato indotto a credere che la sospensione fosse giusta (e non lo è, pensate che fra gli argomenti addotti è che vi sono nel campionato italiano squadre di calcio formate da persone che abitano territori oltre la linea armistiziale del ’49, che gli stessi palestinisti hanno concordato a Oslo di assegnare all’amministrazione israeliana).
E soprattutto che sarebbe stata un successo, che era un diritto da cui non si può recedere.
Lo stesso è stato detto per il riconoscimento all’Onu, per il non iniziare le trattative fino a che Israele non riconoscerà quel che non può riconoscere, cioè quelle linee del ’49 come frontiere, per ogni singola pretesa palestinista. La parola “compromesso” è demonizzata come la “normalizzazione”. E il pubblico, sottoposto a un lavaggio del cervello senza soste, a queste cose crede ed è indotto a trattare come un tradimento qualunque attoi di realismo.
L’incitamento estremista continuo da parte dell’ANP, la rivendicazione massimalista, il rifiuto di dire alla propria base che una pace richiederà inevitabilmente un taglio molto netto delle proprie pretese (o in alternativa, la distruzione di Israele e la strage dei suoi abitanti, che continuano a predicare in molti), fa sì che, anche se volesse, la dirigenza palestinista non sarebbe in grado di fare inghiottire alla propria base i costi di qualunque trattativa.
L’ANP è salita, come usano dire gli americani, su un ramo troppo alto per riuscire a scenderne.
E questa è un’altra ragione per cui parlare in questo momento di pace, invece che di gestione del conflitto, come si ostinano a fare Obama e l’Unione Europea, è del tutto irrealistico.
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=58374
#2Emanuel Baroz
Fifa: Netanyahu; volevano espellerci, cosi’ pace piu’ lontana
(AGI) – Gerusalemme, 29 Maggio 2015 – “Finche’ continueranno a compiere passi simili, allontaneranno la pace anziche’ renderla piu’ vicina”: cosi’ il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha commentato l’iniziativa palestinese di mettere al voto, alla 65esima edizione del congresso annuale della Fifa, la sospensione di Israele; mozione che gli stessi palestinesi hanno poi rinunciato a presentare. “Siamo riusciti a fermare il tentativo di espellerci dalla Fifa”, ha affermato Netanyahu. “Questa provocazione si aggiunge alle iniziative unilaterali prese dai palestinesi presso altre istituzioni internazionali”, ha aggiunto, secondo quanto riferiscono i media israeliani. (AGI) .
http://www.agi.it/sport/notizie/fifa_netanyahu_volevano_espellerci_cosi_pace_piu_lontana-201505291838-spr-rt10206
#3Emanuel Baroz
Netanyahu: “No al boicottaggio palestinese”
Premier: “Lottiamo contro il tentativo di colpire legittimità Israele”
Gerusalemme, 29 Maggio 2015 – Il boicottaggio palestinese di Israele deriva “dalla loro opposizione al nostro diritto di avere un nostro stato indipendente”.
Lo scrive su Facebook Benyamin Netanyahu riferendosi alla richiesta palestinese di sospendere Israele dalla Fifa in voto oggi a Zurigo.
“Stiamo conducendo con i dirigenti della federazione una lotta dura e assolutamente giusta contro il tentativo palestinese di colpire la legittimita’ dello stato di Israele e del suo calcio.
http://www.raisport.rai.it/dl/raiSport/Articoli/FifaNetanyahu-no-ad-azione-palestinesi-887a7cfe-b908-4fcb-9c9c-7aa2918480f3.html?refresh_ce
#4Emanuel Baroz
1 giugno 2015 – “La campagna internazionale per delegittimare Israele non deve farci abbassare la testa, ma spingerci piuttosto a continuare a dire la verità”. Lo ha detto domenica il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu aprendo la seduta settimanale del governo, due giorni dopo il fallito tentativo dell’Autorità Palestinese di far espellere Israele dall’Associazione internazionale del calcio FIFA. “Non importa quello che facciamo, ma quello che rappresentiamo – ha spiegato Netanyahu – Cosa non è stato detto contro il popolo ebraico? E’ stato accusato di essere all’origine di tutti i mali del mondo, di avvelenare i pozzi, di bere il sangue dei bambini. Oggi vengono dette le stesse cose su noi israeliani. Era falso allora, ed è falso oggi”. Netanyahu ha detto che non vi è alcuna giustificazione per la campagna che delegittima Israele e “l’ultima cosa che dobbiamo fare è chinare la testa e chiedere contriti dove abbiamo sbagliato: non abbiamo sbagliato. Certo, non siamo uno stato perfetto né pretendiamo di esserlo. Ma contro Israele viene usato un metro distorto, pretendendo ciò che non si chiede a nessun’altra democrazia”. Netanyahu ha ricordato che nessuna democrazia si trova ad affrontare le sfide di Israele, che preserva diritti umani e pluralismo anche nelle peggiori situazioni di guerra quando migliaia di missili vengono lanciati sulle sua città. “Non si tratta di giustificarsi, si tratta di affermare la verità” ha detto Netanyahu, ribadendo che il vero obiettivo della campagna di delegittimazione, compreso il fallito tentativo alla FIFA, è quello di negare il diritto di Israele ad esistere.
(Fonte: Israele.net)
#5Emanuel Baroz
1 giugno 2015 – “C’è qualcosa di tragicamente ironico in quello che è avvenuto a Zurigo, venerdì scorso, e cioè nel tentativo di cacciare Israele dalla FIFA da parte di coloro che massacrarono gli atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco nel 1972″. Lo ha detto domenica il presidente israeliano Reuven Rivlin incontrando il ministro degli esteri tedesco Frank Walter Steinmeier, in visita a Gerusalemme.
(Fonte: Israele.net)
#6Emanuel Baroz
31 maggio 2015 – Hamas ha violentemente attaccato il capo del calcio palestinese Jibril Rajoub per aver abbandonato il tentativo di far espellere Israele dalla FIFA. Rajoub è stato definito sui social network di Hamas “traditore”, “perdente” e “collaborazionista”.
31 maggio 2015 – La delegazione palestinese alla FIFA ha ritirato venerdì la proposta di far espellere Israele dalle competizioni ufficiali di calcio, accontentandosi della decisione (approvata con una maggioranza del 90%) di istituire una commissione incaricata di esaminare le limitazioni di sicurezza ai movimenti dei calciatori palestinesi. Alla fine della votazione il presidente dell’Associazione calcio israeliana, Ofer Eini, e il suo collega Jibril Rajoub si sono stretti la mano. “Lo stato di Israele – ha commentato il primo ministro Benjamin Netanyahu, complimentandosi con la delegazione israeliana – è interessato a una pace che garantisca la sicurezza dei propri cittadini, ma questa pace non sarà raggiunta attraverso la coercizione né la distorsione della verità. L’unico modo per arrivare alla pace è avviare negoziati tra le parti. Questa provocazione palestinese va ad aggiungersi agli altri passi unilaterali che i palestinesi stanno prendendo presso altre istituzioni internazionali: finché prenderanno questo genere di iniziative, non faranno che allontanare la pace anziché avvicinarla”.
(Fonte: Israele.net)