Razzi da Gaza su Israele, l’ira di Netanyahu: il mondo tace
Il mondo tace, Onu compreso: e’ la denuncia di Benyamin Netanyahu dopo il terzo lancio di razzi da Gaza in circa 10 giorni. Una’accusa smentita per ora soltanto dalla Casa Bianca, che si e’ schierata per «il diritto all’autodifesa» da parte di Israele. «Non ho sentito nessuno della comunità internazionale condannare il lancio di razzi da Gaza. E anche l’Onu – ha tuonato oggi Netanyahu – tace». «Sarà interessante vedere se questo silenzio continuerà anche quando – ha proseguito il premier – faremo ricorso a tutta la nostra potenza per garantire il diritto di Israele all’autodifesa».
Un passaggio condiviso a quanto pare da Washington: «gli Usa – ha detto il portavoce Josh Earnest, che accompagna Barack Obama al G7 in Germania – sono a fianco del popolo d’Israele di fronte a questi attacchi». L’ultimo lancio da Gaza di ieri sera, insieme ai precedenti, ha fatto risalire di colpo la tensione con la Striscia e rischia di innescare una situazione gravida di pericoli a quasi un anno dal conflitto (50 giorni) dell’estate scorsa. Prova ne e’ il fatto che proprio l’altro ieri l’esercito israeliano abbia schierato una batteria anti missili Iron Dome nella zona e altre sono state dispiegate nelle aree limitrofe. L’attacco e’ stato rivendicato a Gaza dalle Brigate Omar, un gruppo salafita locale che si ispira all’Isis ed è in rotta di collisione con Hamas da posizioni ancor più radicali. Ma Israele – che in nottata ha reagito con l’aviazione colpendo, senza fare vittime, «obiettivi terroristici» nel nord della Striscia – ha ribadito di considerare comunque Hamas responsabile della sicurezza nell’enclave palestinese. Resta dunque agli stessi vertici di Hamas, al potere di fatto in quel territorio dal 2007, impedire ulteriori attacchi.
Oggi l’esercito israeliano ha anche condotto una vasta esercitazione, prevista da tempo, nella zona limitrofa alla Striscia. Del resto il governo Netanyahu deve rispondere alla popolazione israeliana del Neghev occidentale che manifesta una forte preoccupazione per il deteriorarsi della situazione. Una realta’ che sta riproponendo il progressivo scivolamento – quasi come l’anno scorso – verso un punto di possibile non ritorno. Assieme all’intervento aereo, il ministro della difesa Moshe’ Yaalon ha dato l’ordine di chiudere il valico di Erez e quello di Kerem Shalom da dove passano le merci anche per la ricostruzione della Striscia dopo i danni della guerra. Nel suo intervento di oggi Netanyahu si è poi scagliato contro quella che ha definito «l’ipocrisia del mondo, che comunque non legherà le mani a Israele». E qui ha fatto appello all’unita’ di tutte le forze politiche del paese, siano di destra o di sinistra, per «respingere tutte le pressioni e per svelare le bugie e per attaccare chi ci attacca. Uniremo le forze in Israele e nel mondo».
Un appello giudicato dagli analisti come una serrare i ranghi di fronte non solo a Gaza, ma anche per fronteggiare le forme di boicottaggio ad opera del movimento ‘Bds’. Un’azione nella quale Israele ha inserito la recente decisione di Orange Francia di rescindere i contratti con Orange Israele, nonostante l’ad dell’azienda francese, Stephane Richard, abbia sostenuto che, in sostanza, si tratterebbe di affari e non di politica, precisando d’essere contrario ad ogni boicottaggio. Ma una mossa che in ogni caso non e’ piaciuta a Netanyahu il quale proprio oggi, ha spiegato Haaretz, ha dato mandato all’ambasciatore israeliano in Francia di respingere un incontro chiesto da Richard a Parigi: se il manager vuole spiegare qualcosa, ha tagliato corto, venga direttamente in Israele.
(Fonte: Online-news, 7 Giugno 2015)
Nella foto in alto: civili israeliani nei rifugi antimissili
#1Parvus
Più che il mondo, a tacere sono i laidi giornalisti pagati dagli sceicchi solo per mettersi a strillare se Israele reagisce.