M. O.: a Gaza distrutte 5 auto di Hamas e Jihad, firma dell’Isis
Gaza, 19 Luglio 2015 – Una serie di esplosioni hanno distrutto a Gaza tre auto appartenenti a militanti di Hamas e altre due di militanti della Jihad islamica. Lo hanno riferito fonti palestinesi locali, spiegando che c’e’ stato anche uno scontro a fuoco che si e’ protratto per un quarto d’ora. L’attacco in vari quartieri della citta’ non e’ stato rivendicato, ma vicino a una delle auto sono state trovate scritte inneggianti all’Isis che fanno pensare a un gruppo salafita attivo nell’enclave.
Negli attacchi ci sono stati due feriti non gravi. La Striscia di Gaza e’ teatro da mesi di scontri interni fra la leadership di Hamas e piccoli gruppi estremisti palestinesi, con numerosi attentati contro uffici governativi e di organizzazioni internazionali. Un gruppo salafita legato all’Isis, le Brigate dello sceicco Omar Khadir, ha rivendicato il lancio di razzi verso Israele, dopo una retata con l’arresto di un centinaio di propri militanti da parte di Hamas. I gruppi criticano il movimento di resistenza islamica per una gestione considerata troppo laica dell’enclave palestinese e per il cessate il fuoco (inesistente alla prova dei fatti…)con Israele.
(Fonte: AGI, 19 Luglio 2015)
Nell’immagine in alto: una delle auto dalle alle fiamme dai seguaci dell’ISIS a Gaza
#1Emanuel Baroz
Gaza: auto Hamas danneggiate da ordigni
Avvistati nelle vicinanze slogan dell’Isis
(ANSA) – GAZA, 19 LUG – Almeno cinque automezzi che appartengono a militanti di Hamas e della Jihad islamica sono stati danneggiati all’alba di oggi da altrettante esplosioni simultanee nel rione di Sheikh Radwan, a Gaza. Lo riferisce l’agenzia di stampa palestinese Maan secondo cui nelle vicinanze sono stati visti slogan inneggianti allo Stato islamico. Fonti locali aggiungono di aver anche udito raffiche di arma automatica. Finora si ha notizia di due feriti, non gravi.
http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/mediooriente/2015/07/19/gaza-auto-hamas-danneggiate-da-ordigni_6ce707f7-ef1e-45f8-8730-c7014be48123.html
#2Emanuel Baroz
20 luglio 2015 – Sei auto appartenenti a esponenti di Hamas e Jihad Islamica sono esplose in rapida successione, nel quartiere Sheikh Radwan della città di Gaza, verso le 6.00 di domenica mattina (ora locale). Almeno due persone sono rimaste ferite. Non risultano rivendicazioni, ma l’attacco viene generalmente attribuito a elementi estremisti salafiti legati allo “Stato Islamico” (ISIS), impegnati in una guerra di logoramento con Hamas, il gruppo dominante nella striscia di Gaza.
(Fonte: Israele.net)
#3Emanuel Baroz
Gaza – L’Isis incendia le auto di Hamas
È’ certamente a firma del Daesh (Isis) la serie di attacchi verificatisi oggi a Gaza, dove ben cinque automobili di dirigenti di Hamas e della Jihad islamica sono state date alle fiamme: l’azione, di per sé dimostrativa (non vi sono state vittime), non è stata rivendicata, ma vicino alle auto distrutte sono state rinvenute scritte inneggianti allo Stato Islamico.
Da qualche tempo nella Striscia è in atto una cruenta lotta fra le molte fazioni, con azioni che sfuggono al controllo di Hamas, come il recente lancio di razzi verso Israele ad opera delle Brigate dello sceicco Omar Khadir, gruppo che si riconosce nel Daesh. La stessa cellula è responsabile di numerosi attentati nei confronti di obiettivi di Hamas come gli uffici della Striscia, per cui nei giorni scorsi sono stati arrestati un centinaio di terroristi.
I jihadisti del Daesh criticano Hamas in quanto accusato di laicismo e di aver cessato le ostilità con Israele.
(Fonte: Notizie Geopolitiche, 19 Luglio 2015)
#4Emanuel Baroz
Ecco perché l’Isis cresce a Gaza
Hamas ormai da tempo perde consensi e non controlla più il territorio, mentre ad ottenerne sono i gruppi legati al Califfo
di Marco Maisano
Dopo le esplosioni dei giorni scorsi nella Striscia di Gaza, Hamas promette di catturare gli artefici degli attentati, cercando di minimizzare quanto è ormai chiaro da tempo: il gruppo islamico perde ormai da tempo consenso a favore di altre fazioni, soprattutto quelle jihadiste legate in tutto o in parte allo Stato Islamico.
Gli attentati all’interno della Striscia, nonché gli attacchi di al Arish e Sheik Zuid (Sinai settentrionale), perpetrati secondo molti da alcuni membri di Hamas e la ripresa del lancio di razzi nelle aree meridionali di Israele da parte di gruppi al di fuori del movimento, sono il segno della perdita di controllo sul territorio del Movimento Islamico di Resistenza. La divisione più evidente sarebbe quella tra la nuova e la vecchia generazione, con quest’ultima più disposta a trovare un accordo con lo stato ebraico per dare fine all’embargo così da permettere finalmente uno sviluppo economico al paese. Ad essersi radicalizzati di recente sono invece i giovani iscritti al movimento, cresciuti nelle brigate Izzedine al Qassam (braccio armato del movimento) convinti di trovare maggiore sostegno nei gruppi fondamentalisti.
La frammentazione di Hamas va letta alla luce di tre diversi fattori:
1) La caduta della fratellanza musulmana, madre dell’ideologia sulla quale si compone il movimento fondato da Ahmed Yassin. In molti tra i giovani vedono l’Egitto di Al-Sisi come l’esempio di uno stato che ha ceduto alla laicità, senza ottenere particolari benefici economici e per di più tradendo milioni di musulmani.
2) Il congelamento dei rapporti con Tehran. La leadership di Hamas se all’inizio della guerra civile siriana aveva preferito non prendere una posizione netta, con il tempo ha ceduto e tra Assad e i ribelli ha scelto quest’ultimi, facendo la smorfia all’Iran.
3)La chiusura dei rubinetti da parte di Doha, stanca di finanziare un gruppo che alla luce dei fatti non ha ottenuto molto in questi anni.
I gruppi islamisti come Jihad Islamica e Isis sfruttano ormai da tempo il mal contento diffuso tra i giovani. Zvi Mazel ex ambasciatore israeliano al Cairo, in un’intervista al quotidiano “Jerusalem Post” ha dichiarato che quanto sta avvenendo a Gaza “rappresenta il declino della più importante organizzazione musulmana dei tempi moderni, un’organizzazione che aspirava a creare un califfato, ma ha perso di fronte ai movimenti jihadisti”. Di fatti lo scorso 30 giugno l’Isis ha dichiarato la volontà di trasformare la Striscia di Gaza in un altro dei suoi feudi del Medio Oriente, accusando Hamas di essere diventato un movimento laico, quindi non in grado di fare rispettare le regole religiose.
In un video apparso in rete girato in Siria, definito come messaggio ai “Tiranni di Hamas”, l’Isis ha accusato Hamas di connivenza con Israele e denunciato la fine della guerra ai concorrenti di Al-Fatah : “noi sradicheremo il regime degli ebrei, voi e al Fatah e tutti i laici non sono nulla per noi e voi sarete rovesciati dai nostri adepti infiltrati”. In questi mesi le forze di sicurezza di Hamas hanno arrestato decine di salafiti, accusati di essere membri dello Stato Islamico e sembra ormai essere certo che non saranno gli ultimi.
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/ecco-perch-lisis-cresce-gaza-1153660.html