Parigi (Francia): manifestazione “Tel Aviv-Sur-Seine” scatena le polemiche dei soliti noti odiatori di Israele

 
Emanuel Baroz
12 agosto 2015
7 commenti

Parigi schiera altri 300 agenti per “Tel Aviv sulla Senna”

La città si blinda per il timore di scontri sulla spiaggia della capitale durante la rassegna di domani in onore della città israeliana

Voleva essere un omaggio di Parigi allo spirito aperto e cosmopolita di Tel Aviv, la metropoli israeliana affacciata sul Mediterraneo, nota per le sue spiagge e la sua movida. Ma adesso il risultato è che la capitale di Francia è in stato d’allerta, con centinaia di agenti schierati per scongiurare il rischio di eventuali scontri sulle Rive della Senna. Per ora le proteste contro «Tel Aviv-Sur-Seine», l’evento di 12 ore previsto per domani tra le sdraio e gli ombrelloni di «Paris-Plages» – la rassegna estiva per parigini (e turisti) rimasti in città – si sono limitate al mondo del web con punte polemiche in tv e tra i politici locali.

I timori
Ma c’è il timore che domani il conflitto possa prendere forma nei pressi dell’attrezzatissima spiaggia di sabbia fina sistemata lungo la Senna, tra Notre Dame e il Pont Neuf. Tanto è vero che sono stati dispiegati 300 agenti più del previsto. «Prendiamo la minaccia molto sul serio», avverte la Prefecture de Police, che ha ancora vive nella memoria le manifestazioni filo-palestinesi dell’estate 2014, diventate teatro di violenti scontri con le forze dell’ordine, tra lancio di pietre, lacrimogeni e arresti.

Per il secondo anno consecutivo, l’eco del conflitto in Medio Oriente scuote dunque Parigi dal torpore d’agosto. L’anno scorso, a suscitare la rivolta, soprattutto nel quartiere multietnico di Barbès e contro la sinagoga di Sarcelles, furono le incursioni israeliane a Gaza (in risposta al lancio di missili dei terroristi palestinesi della Striscia di Gaza, lo ricordiamo).

Le proteste
Ora a incendiare gli spiriti è soprattutto il fatto che «Tel Aviv sur-Seine» arrivi appena pochi giorni dopo la tragica vicenda del bimbo palestinese arso vivo da terroristi ebrei (anche se finora, nonostante le indagini della polizia israeliana siano andate sempre in quella direzione, non ci sono state conferme in tal senso riguardo gli autori di quell’orrndo crimine) in Cisgiordania. Mai avrebbe potuto immaginare concomitanza più sfortunata il sindaco Anne Hidalgo. Sul web c’è chi l’accusa di una «inaccettabile provocazione». Altri si lanciano in velenosi paralleli: chiedendosi, ad esempio, se «Parigi avesse mai voluto allestire un’intera spiaggia alla gloria di Mosca dopo l’annessione russa della Crimea». Mentre una petizione per chiedere alla prima cittadina di annullare tutto ha già superato le cinquemila firma. «È un’indecenza totale», tuona Danielle Simmonet, esponente in municipio del Parti de Gauche, sostenuta nella sua lotta dagli ecologisti e da altri «indignés» sul piede di guerra. Associazioni come Capjpo-Europalestine lanciano un appello a manifestare per «tutta la giornata di domani» se nel frattempo non verrà mandata a monte questa «propaganda scandalosa per lo Stato terrorista di Israele».

La solidarietà
A difendere la sindaca socialista di sangue spagnolo è sceso in campo il municipio di Tel Aviv, ringraziandola per l’evento e salutando il suo «coraggio». Mentre il Crif, il consiglio degli ebrei di Francia, evidenzia lo spirito solidale della metropoli israeliana sulle cui spiagge si uniscono tutte le religioni «ebrei, cristiani, musulmani, buddisti, laici, tutti insieme a fare il bagno». Su «Le Monde» Anne Hidalgo non cede alle pressioni e invita tutti alla riflessione. Per lei, nonostante il conflitto che scuote la regione, Tel Aviv «resta una città aperta a tutte le minoranze…». «Si possono condannare le scelte di Netanyahu senza punire la popolazione israeliana e punire noi stessi», ammonisce il sindaco, puntando il dito contro una protesta «grottesca e controproducente». Toni solenni,da grande affaire diplomatica. Che poi, a spulciare bene il programma di domani, si tratta solo di qualche camion-bar con specialità mediorientali, hummus e thina, sulla battigia di Paris-Plages. Oltre a qualche animazione e un «Tel Aviv Beach Party» al calar del sole.

La Stampa.it

Nella foto in alto: il sindaco di Parigi, Anne Hidalgo, su una delle su una delle spiagge artificiali sulle rive della Senna nell’ambito di ‘Paris-Plage’

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  • #1Emanuel Baroz

    A Parigi apre la «spiaggia di Tel Aviv». Sinistra in rivolta contro la sindaca Anne

    di Elisabetta Rosaspina

    Parigi – Nervi a fior di pelle sulle rive della Senna in vista di «Tel Aviv Plage», dopodomani, quando la spiaggia parigina si travestirà, per 12 ore, da litorale israeliano: un «foodtruck» scodellerà hummus (crema di ceci), tehina (crema di sesamo) e altre specialità mediorientali, un dj e vari animatori cercheranno di ricreare l’atmosfera balneare della capitale economica e mondana di Israele. Coral, cantante israeliana, si esibirà durante lo spettacolo serale.

    Ma anche il livello di mobilitazione delle forze dell’ordine contribuirà, involontariamente, a creare un clima mediorientale sotto gli ombrelloni del ferragosto parigino. Dopo due giorni di polemiche sempre più aggressive, in rete, alla tivù e tra politici, sull’opportunità di questo gemellaggio, la prefettura ha chiamato i rinforzi: trecento agenti in più militarizzeranno giovedì il lungo Senna, tra il Pont de l’Arcole e il Pont de Notre-Dame, nel timore di contestazioni filo-palestinesi o incursioni sulla spiaggetta cittadina.

    La sindaca socialista, Anne Hidalgo, tiene duro: il progetto è stato concepito a maggio durante la sua visita in Israele e l’incontro con il suo omologo, Ron Huldai, quando è stato deciso di invitare Tel Aviv come ospite d’onore a Paris-Plages. E la giornata non sarà annullata perché «equivarrebbe a dare ragione a chi vuole il boicottaggio totale di Israele, e questa non è la nostra posizione», ha spiegato il suo vice, Bruno Julliard, ricordando che, nello stesso viaggio, Hidalgo ha incontrato le autorità di Betlemme e concordato iniziative congiunte anche con i palestinesi.

    Ma il beach-party francoisraeliano di dopodomani rischia di compromettere la tenuta della maggioranza municipale che si basa sull’alleanza tra socialisti e comunisti. Il mal di pancia, a sinistra, è forte: la prima a chiedere l’annullamento del programma è stata Danielle Simonnet, consigliera del Parti de Gauche. Poco dopo i suoi colleghi del Groupe Communiste-Front de Gauche hanno diffuso un comunicato meravigliandosi di non essere stati preventivamente consultati dalla sindaca e chiedendo che la festa fosse trasformata in una giornata da dedicare a incontri e dibattiti per una «pace giusta e duratura tra israeliani e palestinesi». Proposta appoggiata dall’assessore all’edilizia abitativa, Ian Brossat, ma bocciata dal Comune, poiché il programma di Lionel Choukroun, organizzatore con l’Agenzia Culturale, è già molto intenso e non lascia spazio a tavole rotonde.

    Via twitter, (#TelAvivSurSeine era uno degli hashtag più digitati nel week end) un altro consigliere della maggioranza, Jéròme Gleizes, di Paris Ecologiste, evoca «un problema di decenza e di rispetto dei morti», in riferimento al bebè bruciato vivo con il padre nell’incendio della sua casa in Cisgiordania, per mano di coloni israeliani. Anne Hidalgo viene accusata di connivenza con il governo di Netanyahu e assimilata alla sua politica conservatrice.

    Lo spiegamento di forze dell’ordine è diventato inevitabile: negli alti comandi si agita ancora lo spettro degli incidenti scoppiati a luglio dell’anno scorso, a Barbès (nel XVIn Arrondissement) durante una dimostrazione a sostegno di Gaza. Ventiquattr’ore dopo, a Sarcelles, in Val d’Oise, era stata minacciata la sinagoga di una grossa comunità sefardita, erano stati bruciati negozi e farmacie gestite da ebrei, e gli agenti erano stati impegnati per ore in una guerriglia urbana conclusa con decine di feriti e di arresti.

    (Fonte: Corriere della Sera, 12 Agosto 2015)

    12 Ago 2015, 19:54 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    “Tel Aviv sur Seine”, Parigi blindata dopo le polemiche

    Oltre 300 agenti per giornata-omaggio Tel Aviv

    Parigi in stato d’allerta per quella che doveva essere una semplice giornata in omaggio allo spirito festoso e cosmopolita di Tel Aviv, ma che si sta via via trasformato in una nuova diatriba potenzialmente esplosiva sulle rive della Senna. Per ora, le rivolte contro

    ‘Tel-Aviv-Sur-Seine’, l’evento di dodici ore in omaggio alla metropoli israeliana previsto per giovedì tra le sdraio e gli ombrelloni di ‘Paris-Plage’ – la rassegna estiva in programma come ogni agosto tra Notre Dame e il Pont Neuf – si sono limitate a web, tv e politici locali. Ma sono in molti a temere scontri e proteste anche nei pressi della battigia. “Prendiamo la minaccia molto sul serio”, avverte la Prefecture de Police.

    A Parigi sono ancora vive nella memoria le manifestazioni filo-palestinesi dell’estate scorsa dopo le incursioni israeliane a Gaza, diventate teatro di scontri con le forze dell’ordine, tra lancio di pietre, lacrimogeni e arresti nel nord della capitale e l’assalto alla sinagoga di Sarcelles. Per vegliare al sereno svolgimento dell’evento è stato deciso di dispiegare almeno quattro unità mobili, pari a oltre trecento agenti tra polizia e gendarmi, il doppio di quelli normalmente previsti per questo tipo di eventi.

    L’idea nasce qualche mese fa, quando il sindaco, Anne Hidalgo, effettua il suo primo viaggio in Israele e nei Territori palestinesi. Di passaggio a Tel Aviv, la socialista di origini spagnole propone al comune israeliano – che ora saluta il suo “coraggio” – di rendere omaggio al dinamismo della cosiddetta ‘città che non dorme mai’, celebre in tutto il mondo per le sue spiagge e la sua movida, con una giornata speciale nel quadro di Paris-Plages. Non l’avesse mai fatto. A pochi giorni dall’uccisione di un bimbo palestinese arso vivo dai fondamentalisti ebrei in Cisgiordania, la rete si scatena contro quella che definisce una “inaccettabile provocazione”.

    “Un’indecenza totale”, tuona Danielle Simmonet, esponente in municipio del Parti de Gauche, chiedendo, insieme agli ecologisti, di sospendere l’evento. Lo stesso reclama una petizione che sul web ha già superato le cinquemila firme.

    Mentre alcune associazioni filo-palestinesi annunciano per domani una manifestazione di piazza se ‘Tel Aviv sur-Seine’ non verrà annullato nel frattempo. Su Le Monde, il sindaco conferma che il gemellaggio si terrà come previsto. Mandarlo a monte sarebbe “grottesco e controproducente”, anche perché – avverte – la capitale economica di Israele è una città aperta a “tutte le minoranze”, e proprio per questo “detestata da tutti gli intolleranti della stessa Israele”. Per la giornata di giovedì, sulla battigia parigina, è dunque confermato, come previsto, l’arrivo di specialita’ gastronomiche mediorientali, ma anche musica, dj set e uno speciale ‘Tel-Aviv Beach Party’ al calar del sole. Il tutto rigorosamente protetto da un muro di addetti alla sicurezza e forze dell’ordine. Proprio come in Israele.

    (Fonte: ANSAmed, 12 Agosto 2015)

    12 Ago 2015, 19:55 Rispondi|Quota
  • #3Emanuel Baroz

    Parigi. Tel Aviv sur Seine, premier Francia sostiene iniziativa

    Valls ai contestatori:’Stop sciocchezze’

    Il premier francese, Manuel Valls, fornisce il suo “totale sostegno” alla contestatissima rassegna Tel Aviv Sur-Seine, la giornata in omaggio alla grande citta’ israeliana in programma domani a Parigi. In un tweet, il capo del governo chiede ai contestatori di “interrompere questa ondata di sciocchezze”. Ormai da giorni, migliaia di utenti sul web, ma anche qualche esponente politico ecologista e della gauche radicale, hanno duramente criticato l’iniziativa voluta dal sindaco socialista, Anne Hidalgo, nel quadro della rassegna estiva di Paris-Plages.

    https://it-it.facebook.com/542828819070401/photos/a.612910485395567.1073741834.542828819070401/1028376363848975/?type=1

    12 Ago 2015, 19:56 Rispondi|Quota
  • #4Emanuel Baroz

    Parigi e Roma. Israele, gli ebrei e la trappola dei radicalismi

    di Cesare Martinetti

    I trecento gendarmi in assetto di guerra che la prefettura di Parigi schiererà domani a difesa della giornata di festa «Tel-Aviv sur Seine» vigileranno in realtà su una duplice ipocrisia: quella della nostalgica e schematica ultrasinistra francese e quella di Anne Hidalgo, sindaco socialista della capitale.

    Dice l’ultragauche, per voce di Julien Salingue su «Libération» di ieri: non siamo antisemiti, ma invitare Tel Aviv all’estate parigina è un’operazione politica che serve soltanto a riabilitare lo Stato israeliano per cancellare i suoi crimini, a un anno da Gaza e a pochi giorni dall’ultimo delitto, un bimbo di diciotto mesi bruciato nell’assalto di fanatici all’abitazione di attivisti palestinesi. Risponde Hidalgo su «Le Monde» di ieri: Tel Aviv è la città dei nottambuli di tutto il mondo, è la città aperta a tutte le minoranze comprese quelle sessuali. Creativa, inclusiva, è la città dell’opposizione al governo Netanyahu…

    Due ipocrisie: l’autoassoluzione preventiva e non richiesta dal sospetto di «antisemitismo» da parte degli uni, la pretesa di estrapolare Tel Aviv dal contesto israeliano per giustificarsi dando così implicitamente ragione agli altri da parte di Hidalgo. Sono alla fine due punti di vista che convergono, non tanto nel giudizio negativo sulla politica del governo Netanyahu (il che è naturalmente legittimo) ma in quell’imbarazzo di fondo che avvelena la Francia ogni qual volta emerge la questione Israele-ebrei. Ed è un nodo terribile che giace nel sottosuolo della coscienza francese.

    Sono passati otto mesi da quel 7 gennaio che tutti ricordano come il giorno di Charlie Hebdo, ma andrebbe ricordato anche il 9 gennaio che invece non è fissato nella memoria collettiva da alcun riferimento e invece è il giorno dell’assalto all’Hypercacher di Porte de Vincennes, dove Amedy Coulibaly uno di questi solitari combattenti di Allah uscito dal nulla di qualche banlieue ha ucciso quattro persone perché «erano ebree». E questo stesso Coulibaly il giorno prima avrebbe voluto azionare il suo kalashnikov nella scuola ebraica di Montrouge ma venne bloccato dalla giovane poliziotta di guardia, di origini africane, rimasta uccisa. Un fatto mai abbastanza ben raccontato dai media francesi che soffrono spesso di esitazioni nazionaliste. È stato il presidente Hollande, timidamente, al funerale della poliziotta di Montrouge, a rivelare l’assalto sventato: «Gli è stato impedito di andare oltre nella sua follia…».

    S’è detto a dismisura – e ancora si dice di tanto in tanto – «Je suis Charlie» per partecipare dello spirito laico e libertario dei vignettisti uccisi, ma nessuno s’è mai sognato di dire – per esempio – «Je suis Joav», il nome del ragazzo che ha tentato di disarmare Coulibaly ed è rimasto ucciso. Aveva 21 anni, era figlio del rabbino di Tunisi, era arrivato da poco a Parigi. Come ha raccontato il padre a Stefania Miretti su «La Stampa» e in un reportage tv andato in onda su Rai 3, Joav era choccato per le scritte antisemite sui muri della capitale e per le manifestazioni in cui si sentiva facilmente gridare «Morte agli ebrei». In Tunisia non gli era mai capitato, anzi – diceva il padre – «se da noi non trovo la sinagoga, vado in moschea a fare la mia preghiera».

    L’incontro con Tel Aviv avviene in un contesto ben diverso, siamo a Paris-plage, questa manifestazione dai toni decisamente pop che la Mairie organizza ogni estate dal 2002. Un chilometro di rive della Senna vengono attrezzate a spiaggia e si fa veramente tutto quello che si farebbe in una spiaggia, salvo lo spiacevole inconveniente che non c’è il mare e nemmeno modo di fare un bagno: solo spruzzi d’acqua nebulizzata. E qui che Tel Aviv e Paris si scambieranno chiacchiere d’estate sotto la guardia stretta della gendarmerie. E pensare che una vecchia signora come Parigi avrebbe davvero molto da imparare dalla giovane metropoli israeliana che raggruppa oggi forse la più grande concentrazione al mondo di creatività e di innovazione, in un contesto umano travolgente che con la sua carica di dinamismo anche sociale è la vera speranza di soluzione futura del conflitto infinito e anchilosato da vecchi statisti che guardano indietro e non sanno andare avanti.

    Certo la politica di Netanyahu, il risorgere di estremismi che si sentono evidentemente coperti dal governo, sembra fatta apposta per incoraggiare i sostenitori di assurdi boicottaggi, compresa Tel-Aviv sur Seine. Ed è in questo clima difficile che Fiamma Nirenstein è stata nominata ambasciatrice dello Stato di Israele in Italia. Una nomina che sta provocando molte discussioni tra gli ebrei italiani tradizionalmente mai appiattiti sul governo. Fiamma ha collaborato per tanti anni con «La Stampa», poi ha fatto una scelta politica ed è stata deputata per il Popolo della Libertà. È troppo esperta e troppo italiana (nonostante abbia ora rinunciato alla nazionalità per ragioni d’ufficio) per cadere nella trappola dei radicalismi che si inseguono e si moltiplicano. Non ne abbiamo bisogno, semmai abbiamo necessità di credere che non saranno i vecchi pregiudizi a negare il futuro che si intravede in una svolta storica come l’accordo con l’Iran. A Fiamma Nirenstein i nostri auguri più affettuosi.

    (Fonte: La Stampa, 12 Agosto 2015)

    12 Ago 2015, 19:57 Rispondi|Quota
    • #5Antonietta Righele

      @Emanuel Baroz: Sono con Israele,sempre stata,non so come finirà qui da noi,c’è un disegno oscuro che sta avanzando,lo ha descritto Oriana Fallaci ed ora Vittorio Feltri nel suo ultimo libro( Non abbiamo abbastanza paura). Purtroppo la sinistra in europa si pone o in modo radicale contro Israele o buonista con i musulmani,ambedue scelte folli e ingiuste,ho scoperto che la carta fondamentale dei diritti dell’ONU prevede la carta dei diritti dell’uomo dell’islam.
      Inaudito.Resto in contatto. Grazie per l’articolo 1967 di Pasolini che non conoscevo.

      17 Ago 2015, 04:13 Rispondi|Quota
    • #6Emanuel Baroz

      @Antonietta Righele: grazie a te!

      19 Ago 2015, 11:18 Rispondi|Quota
  • #7Emanuel Baroz

    Parigi presenta “Tel Aviv Sur Seine” ed è polemica

    http://www.progettodreyfus.com/parigi-presenta-tel-aviv-sur-seine-ed-e-polemica/

    19 Ago 2015, 11:17 Rispondi|Quota