Quel film antisemita nella città di Leopardi
di Paolo Salom
«Dipinte in queste rive/Son dell’umana gente/Le magnifiche sorti e progressive». Versi celebri, tratti da La Ginestra di Giacomo Leopardi. Versi che invitano alla riflessione: perché il Poeta richiama la fiducia del genere umano nel progresso inarrestabile che non può prescindere, tuttavia, da solidarietà e aiuto reciproco. E l’intera poesia è infatti un invito alla fratellanza dei popoli: «(…) Tutti fra sé confederati estima/Gli uomini, e tutti abbraccia/Con vero amor (…)».
Ricordiamo queste strofe perché la città di Leopardi, Recanati, ha ospitato un evento che si discosta non poco dagli auspici del suo grande cittadino. Il Comune ha concesso una sala pubblica per la proiezione di un docufilm, girato da Samantha Comizzoli e intitolato Israele: il cancro. Sulla regista di questo lavoro non ci dilungheremo più del necessario: discussa anche all’interno del movimento filopalestinese, è ricordata soprattutto per la foto che la ritrae, sorridente, mentre fa il segno «tre» con la mano all’indomani dell’assassinio di tre adolescenti israeliani rapiti vicino a Hebron nel 2014, tragico antefatto della guerra di Gaza dell’estate scorsa.
Può dunque un ente pubblico presentare un lavoro che da subito si dichiara antisemita? Perché accostare Israele a una malattia inguaribile non può essere definito altrimenti: ricordiamo che i nazisti parlavano degli ebrei come un «cancro dell’umanità». Quindi almeno su questo punto sarebbe dovuto scattare un segnale d’allarme. E invece è arrivato il patrocinio. «II nostro — ammette il sindaco Francesco Fiordomo (Pd) — è stato un “patrocinio tecnico”: il Comune non ha partecipato all’organizzazione della serata. Il sì era praticamente automatico: non amo esercitare censure preventive».
Di altro avviso il poeta Umberto Piersanti, per decenni ordinario di sociologia della letteratura all’Università di Urbino, che ha per primo sollevato il caso: «È inaccettabile, qualunque sia la motivazione, avallare la presentazione pubblica di un film che sin dal titolo è un inno all’odio. Non nella città di Leopardi».
(Fonte: Il Corriere della Sera, 6 Settembre 2015, pag. 33)
#1Emanuel Baroz
Comune Pd patrocina il film «Israele è come il cancro»
Samantha Comizzoli presenta il suo documentano a Recanati. E l’amministrazione concede la proiezione nonostante una tesi a senso unico. E le tante offese.
di Pier Francesco Borgia
Un titolo che non offre sponde all’ambiguità: Israele. Il cancro. Tanto per capire da che parte stare e quale storia si va a raccontare. Stiamo parlando del documentario girato nel 2014 dall’attivista filopalestinese Samantha Comizzoli. Un documentario che è stato presentato lo scorso primo settembre a Recanati. Una serata, quella ospitata nelle sale di Villa Coloredo Mels (oggi sede del museo civico), che ha fatto discutere. Non tanto per il presunto racconto per immagini, quanto per il patrocinio concesso all’evento dall’amministrazione comunale guidata da Francesco Fiordomo. Contro il sindaco (a capo di una giunta di centrosinistra) si è pronunciato anche lo scrittore Umberto Piersanti dalle colonne del Resto del Carlino, parlando di un pericoloso quanto corrivo gesto offerto dal Comune di Recanati.
Il filmato, dal titolo pesantemente pregiudiziale, è stato girato nell’ estate del 2014 con l’inizio dell’operazione militare denominata «Margine Protettivo». Il documentario si riprometteva di testimoniare le violenze (soprattutto psicologiche) perpetrate dai soldati israeliani nei Territori occupati.
Nel corso della presentazione la stessa Comizzoli, che solo pochi mesi fa è stata fermata in Israele nel corso di una manifestazione e quindi arrestata e infine espulsa dal Paese, ha parlato dell’ operazione militare come un’ autentica «occupazione nazista israeliana della Palestina».
Un’ occupazione che, a detta dell’ attivista dell’Ism (International solidarity movement), si rivela nel «suo aspetto peggiore: l’occupazione della mente. Come un cancro mangia piano piano il cervello delle persone». «Questo film – ha spiegato la Comizzoli, cui Facebook recentemente ha oscurato il profilo per la presenza di affermazioni e commenti razzisti e offensivi – tenta di spiegare la sofferenza di queste vite sotto tortura, dividendo il film negli stadi che ha un tumore: cancero genesi; diffusione; cure palliative; metastasi; eutanasia; fine».
«Che Samantha Comizzoli – commenta la rivista telematica Mosaico, della Comunità ebraica meneghina -, attivista filo palestinese (diventata famosa ne1 2014 per una foto che la ritraeva, in Cisgiordania, con tre dita alzate e un festoso sorriso, davanti a un forno, nei giorni del rapimento dei tre ragazzi ebrei poi trovati massacrati da terroristi palestinesi), organizzi una proiezione, con annesso dibattito, del suo film Israele – il Cancro (metastasi, cura, eutanasia), non è una notizia di per sé sconcertante. Le campagne di odio contro Israele non sono purtroppo una novità, tanto in Italia quanto in Europa e non solo. Lo è – sconcertante – che la proiezione, con tanto di arringa introduttiva della Comizzoli e successivo dibattito, abbia avuto luogo a Recanati, ilI/natio borgo selvaggio” del Sommo Leopardi, nelle sale gentilmente concesse dal Comune, con tanto di patrocinio e con l’avallo dello stesso sindaco Fiordomo».
D’altronde lo stesso Piersanti, nel suo intervento sul Resto del Carlino aveva stigmatizzato con ancor più vigore un’ iniziativa come quella portata avanti dall’attivista filopalestinese. «Nessuna amministrazione seria può dare il suo patrocinio a una manifestazione anti israe- liana – scriveva Piersanti, all’indomani della proiezione -, nel corso della quale viene mostrato un film che ha un titolo orrido: Israele, il cancro».
«L’abuso della parola “nazista” -ha poi aggiunto lo scrittore, interpellato da una radio locale – riferita sempre e solo a Israele da parte di pacifisti nostrani ès quallido. Non mi risulta che siano state mai organizzate, in questo territorio, manifestazioni contro l’Isis e in generale contro l’integralismo islamico, di cui l’organizzazione palestinese Hamas è parte integrante. Usare il termine “nazista” nei confronti di un popolo che ha subito la più spietata persecuzione della Storia a opera del nazismo stesso è un segno di un malcelato sentimento antisemita».
(Fonte: il Giornale, 6 Settembre 2015)
#2Emanuel Baroz
Contro Israele, con il patrocinio del Sindaco di Recanati
Che Samantha Comizzoli, attivista propal (diventata famosa nel 2014 per una foto che la ritraeva, in Cisgiordania, con tre dita alzate e un festoso sorriso, davanti a un forno, nei giorni del rapimento dei tre ragazzi ebrei poi trovati massacrati da terroristi palestinesi), organizzi una proiezione, con annesso dibattito, del suo film dal titolo “Israele – il Cancro” (metastasi, cura, eutanasia), non è una notizia di per sé sconcertante. Le campagne di odio contro Israele non sono purtroppo una novità, tanto in Italia quanto in Europa e non solo.
Lo è – sconcertante – che la proiezione, con tanto di arringa introduttiva della Comizzoli e successivo dibattito, abbia avuto luogo a Recanati, il “natio borgo selvaggio” del Sommo Leopardi, il 1 settembre nelle sale gentilmente concesse dal Comune presso la Villa Coloredo Mels. Il Comune di Recanati ha quindi patrocinato l’evento (come si legge nel comunicato stampa degli organizzatori), con l’avallo del Sindaco Francesco Fiordomo.
Ne dà notizia Il Resto del Carlino, come ci è stato segnalato da Asterio Tubaldi, direttore dell’emittente radiofonica Radio Erre di Recanati. Lo stesso giornale ha poi ospitato un intervento sdegnato del poeta e scrittore Umberto Piersanti, candidato nel 2005 al premio Nobel della letteratura, docente di Sociologia della Letteratura all’Università di Urbino: «Nessuna amministrazione seria può dare il suo patrocinio a una manifestazione anti israeliana, nel corso della quale viene proiettato un film che ha un titolo orrido: ‘Israele, il cancro’. L’abuso della parola ‘nazista’ – ha detto Piersanti a Radio Erre – riferita sempre e solo a Israele da parte di pacifisti nostrani è squallido. Non mi risulta che siano state mai organizzate, in questo territorio, manifestazioni contro l’Isis e in generale contro l’integralismo islamico, di cui l’organizzazione palestinese Hamas è parte integrante. Usare il termine ‘nazista’ nei confronti di un popolo che ha subìto la più spietata persecuzione della storia ad opera del nazismo stesso è un segno di ignoranza profonda della storia e di un malcelato sentimento antisemita. Come aveva già detto Giorgio Napolitano, l’odio anti israeliano totale, che è così ben diverso dalla normale e legittima critica verso la politica di Israele, rappresenta il nuovo modo di esprimersi dell’antisemitismo presente soprattutto nell’estrema sinistra. Non pensavo che questo sentimento fosse presente anche nel Comune di Recanati».
http://www.mosaico-cem.it/articoli/primopiano/contro-israele-con-il-patrocinio-del-sindaco-di-recanati
#3Emanuel Baroz
Ragazzi israeliani uccisi: la Comizzoli sapeva. Il cordone ombelicale tra ONG e terrorismo
http://www.rightsreporter.org/ragazzi-israeliani-uccisi-la-comizzoli-sapeva-il-cordone-ombelicale-tra-ong-e-terrorismo/
#4Emanuel Baroz
Troppo comodo sig.ra Comizzoli lanciare il sasso e nascondere la mano
http://www.rightsreporter.org/troppo-comodo-sig-ra-comizzoli-lanciare-il-sasso-e-nascondere-la-mano/
#5Emanuel Baroz
L’odio porta solo odio
Il comune di Recanati ha deciso di patrocinare un’iniziativa dal titolo “Israele, il cancro”. L’ambasciatore Naor Gilon scrive al sindaco: “Prenda le distanze”
Ho seguito quanto pubblicato in questi giorni sulla stampa, in merito alla decisione del Comune di Recanati di concedere il patrocinio all’evento dedicato al “film” antisemita “Israele, il cancro”, della Sig.ra Samantha Comizzoli.
A tal riguardo, rendo noto che il primo settembre scorso, ho inviato personalmente una lettera al Sindaco di Recanati, Francesco Fiordomo. In questa lettera, esprimevo tutta la mia indignazione per la vergognosa decisione del Comune di patrocinare un simile evento. Nonostante le richieste di spiegazioni – e nonostante le dichiarazioni rilasciate alla stampa dallo stesso Sindaco – non ho ricevuto alcuna risposta.
Per questo motivo, Le allego il testo della lettera che ho inviato al Sindaco Fiordomo, ove denuncio come sia inammissibile permettere a chiunque, di definire una persona – o peggio uno Stato – un “cancro”.
Egregio Sindaco Fiordomo,
Apprendiamo di un evento contro Israele organizzato il 1° settembre presso la città di Recanati. In questo evento, sarà proiettato un ‘film’ dell’attivista Samantha Comizzoli dal titolo “Israele, il Cancro”. Già dal titolo del video, ben si capisce l’intento odioso di questo evento. Nessuno, infatti, dovrebbe avere il diritto di chiamare uno Stato o una persona un “cancro”. Da Internet, inoltre, veniamo a sapere che – a detta degli organizzatori della serata – questo evento avrebbe ottenuto il patrocinio del Comune di Recanati. Mi auguro sinceramente che la notizia sia falsa.
Se cosi non fosse, però, ritengo che si tratti di una decisione molto grave. L’attivista Samantha Comizzoli, infatti, è ben nota per la radicalità delle sue posizioni nei confronti di Israele. Durante la sua permanenza in Cisgiordania, la Comizzoli non ha mai lesinato il supporto alla violenza, ha promosso il boicottaggio di Israele, ha fatto azioni percepite dalla stampa italiana come un elogio al rapimento di tre ragazzi ebrei da parte di Hamas e si è fatta fotografare con magliette che appoggiavano il lancio di missili contro i civili israeliani.
Per la sua attività eversiva, la Signora Comizzoli è stata arrestata dalle autorità israeliane presso Kfar Qaddum, vicino Nablus. Trovata in possesso di una falsa carta d’identità palestinese e di un visto scaduto da oltre un anno, è stata espulsa da Israele. In un articolo dedicato al conflitto israelo-palestinese pubblicato del Comune di Recanati, si parla di “costruire la pace e fermare la guerra”. Le azioni della Signora Comizzoli, vanno esattamente dalla parte opposta rispetto a questo nobile obiettivo. Esse, infatti, amplificano l’odio tra i due Popoli e allontanano ogni risoluzione del conflitto. Peggio, esse disconoscono il diritto stesso di Israele ad esistere in pace e sicurezza.
Le ricordo infine che, la propaganda della Signora Comizzoli, contraddice profondamente quanto affermato in questi giorni dal Primo Ministro italiano Matteo Renzi. Durante la visita in Israele e nell’incontro con Netanyahu a Firenze, Renzi ha duramente denunciato il boicottaggio nei confronti di Israele e sottolineato l’importanza della cooperazione tra Italia e Israele nella lotta al terrorismo internazionale. Terrorismo, di cui sono parte integrate organizzazioni come Hamas, Jihad Islamica e Fronte Popolare di Liberazione della Palestina. Senza contare che, parlando davanti all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, proprio il Primo Ministro Renzi ha rivendicato il “dovere di Israele ed esistere”.
Le chiedo, Egregio Sindaco, di prendere le distanze da eventi di questo genere. Sostenere simili occasioni, infatti, non significa aiutare la pace in Medioriente, ma unicamente far da sponda a chi sostiene e appoggia pubblicamente l’odio e la violenza.
Cordiali Saluti,
Naor Gilon
Ambasciatore di Israele a Roma
http://www.unita.tv/opinioni/lodio-porta-solo-odio/
#6Emanuel Baroz
“Israele – Il Cancro”, quel film in tour promozionale nei comuni d’Italia
http://www.ilfoglio.it/cronache/2015/09/07/israele-il-cancro-quel-film-in-tour-promozionale-nei-comuni-ditalia___1-v-132499-rubriche_c379.htm
#7Parvus
Se Renzi non si vergogna di avere nel partito il sindaco di Recanati, mi vergogno io per lui.
#8Emanuel Baroz
Proiettato a Recanati il film antisemita di Samantha Comizzoli
http://www.progettodreyfus.com/proiettato-a-recanati-film-antisemita-di-samantha-comizzoli/
#9Emanuel Baroz
Ma quanti bravi sindaci pacifisti e democratici pronti a proiettare il documentario “Israele il cancro”
http://www.tempi.it/ma-quanti-bravi-sindaci-pacifisti-e-democratici-pronti-a-proiettare-il-documentario-israele-il-cancro#.Ve8PQ0arGA8
#10carlo
non ho visto il film (ma qui nessuno lo ha fatto, mi sembra) ma il punto è un altro: non credete che sarebbe ora di smetterla di accusare di antisemitismo ogni accusa rivolta allo stato di Israele? Si tratta di due cose ben diverse: Israele è uno stato e non il popolo ebraico. Criticare l’operato di un paese non ha nulla a che fare con il razzismo (tanto più che Israele non è abitata solo da ebrei e che non tutti gli ebrei vivono all’interno dei confini di Israele).
Il punto è che, già Ben-Gurion usava la slealtà di farsi scudo dell’antisemitismo in genere e della tragedia dell’antisemitismo nazi-fascista, per portare avanti e giustificare politiche a dir poco disumane. Penso proprio che quello di cui ci sarebbe bisogno, se vogliamo tutti affrontare lealmente questo problema, sia un po’ di onestà intellettuale.
Io sono molto critico nei confronti dell’apartheid e della pulizia etnica cominciata nel 47-’48 e che continua ancora oggi. Come allo stesso modo sostengo il diritto sacrosanto del ritorno a casa dei profughi della Nabka.
ah, dimenticavo io non comprerò prodotti Israeliani finché non sarà ristabilita la legalità.
un saluto,
Carlo
#11Daniel
@carlo: accusare Israele di essere un “cancro” non è una critica, è una diffusione d’odio gratuito nei confronti di uno stato democratico, ed è una azione che denota un forte pregiudizio nei confronti dello stato ebraico. Da qui l’accusa di antisemitismo, più che giustificata vista la faccenda
#12barbara
@Daniel: Abbi pazienza, ma tu ti metti a discutere con uno che parla della “pulizia etnica” di un popolo che in sessant’anni si è decuplicato?
#13carlo
@barbara:
cara Barbara,
trovo molto antipatico fare osservazioni poco meditate. Il tasso di crescita di una popolazione non ha nulla a che fare con quello che è successo nel 47 – 48 e che, in forma meno evidente, continua a compiersi. Ecco una definizione di pulizia etnica.
“È parere di chi scrive che la pulizia etnica sia una politica ben definita di un particolare gruppo di persone per eliminare sistematicamente un altro gruppo da un certo territorio, su basi di origini religiose, etniche o nazionali. Tale politica implica violenza ed è spesso associata a operazioni militari. Deve essere realizzata con tutti i mezzi possibili, dalla discriminazione allo sterminio, e comporta l’inosservanza dei diritti umani e delle leggi umanitarie internazionali… La maggior parte dei metodi di pulizia etnica costituiscono gravi violazioni della Convenzione di Ginevra del 1949 e dei Protocolli supplementari del 1977.
DRAZEN PETROVIC,
“Ethnic Cleansing. An Attempt at Methodology”,
in «European Journal of International Law»”
Adesso capisci che la tua osservazione è frettolosa e poco preparata? Non mi soffermo poi sulla scortesia del tuo post. quella è sotto gli occhi di tutti.
@Daniel
sono coostretto ad insistere commetti un grave errore logico: le accuse rivolte a uno Stato non coinvolgono necessaruiamente i suoi abitanti. Se il titolo fosse stato: “gli ebrei sono come il cancro” sarebbe stato razismo ma rivolgere questa accusa ad uno stato non può essere considerato razzista.
Non capisco dove sia la difficoltà nel comprendere un concetto così semplice.
ah, per poter dire di uno stato che è “democratico” non basta che vi si tengano regolari elezioni.
Non se si pratica l’apartheid, se si violano i diritti umani, se si commettono “omicidi mirati”, se si tiene un’intero popolo chiuso in ghetti come quello di Gaza…
insomma, ci vuole ben altro per essere “democratici”
saluti,
Carlo
#14Micol
@carlo: ma quale apartheid?! Ma quale pulizia etnica??? Ma come si fa a sostenere tesi del genere?! Io sono allibita…