Ai Mondiali di vela in Oman gli israeliani non possono partecipare
Al Mussanah (Oman), 20 Ottobre 2015 – Nuova puntata del vergognoso boicottaggio sportivo a cui vengono continuamente sottoposti gli atleti israeliani damparte dei paesi arabi. Teatro del nuovo caso è l’Oman dove si stanno disputando i Mondiali di vela (windsurf) RS:X, specialità in cui Israele è una nazione leader.
Invece questa volta i velisti israeliani Sachar Zubari e Nimrod Mashiah (entrambi in passato sul podio) non hanno potuto gareggiare per un problema riguardante il loro visto d’ingresso nel Sultanato, mentre una terza atleta israeliana, Maayan Davidovich (terza negli ultimi due mondiali), ha potuto disputare la regata essendo entrata in oman grazie a un secondo passaporto, austriaco, che non richiede formalità d’ingresso e che, soprattutto, non crea alcun imbarazzo alle tv locali che possono tranquillamente mettere la sigla RSX invece che ISR vicino al nome dell’atleta durante le trasmissioni, che viene quindi indicata come apolide.
Mentre scriviamo si attende ancora una reazione da parte della ISAF (Federazione internazionale di vela), che si è limitata a far passare per vie traverse un messaggio in cui si incolpa la delegazione israeliana di aver commesso degli errori nella pratica di richiesta dei visti di ingresso nel Sultanato.
Thanks to Progetto Dreyfus
Nella foto in alto: la velista israeliana Maayan Davidovich durante una regata (foto d’archivio)
#1Emanuel Baroz
VELISTA ISRAELIANA VINCE COMPETIZIONE IN OMAN, UN ORO INESTIMABILE
Dei tre velisti israeliani Maayan Davidovich era stata l’unica ad ottenere il visto per gareggiare nel campionato mondiale di RS:X di Al Mussana in Oman. A differenza dei suoi colleghi infatti era riuscita ad aggirare il sistema burocratico del Sultanato che impedisce ai cittadini israeliani di entrare nel paese senza uno speciale visto, grazie ad un secondo passaporto austriaco. Come spesso succede nei paesi islamici, gli israeliani non sono benvoluti e le scuse che riescono a trovare per non far gareggiare gli atleti con la Stella di David nelle varie discipline sono innumerevoli. Questa volta, non potendo utilizzare la scusa del passaporto, hanno permesso alla Davidovich di gareggiare, ma senza bandiera israeliana e senza sigla nazionale (ISR) sulla vela. Per il Sultanato dell’Oman l’atleta israeliana doveva nascondere la propria nazionalità ed ha infatti gareggiato come apolide. Questa volta i razzisti di turno non sono riusciti a portare a termine il loro vergognoso boicottaggio sportivo e la soddisfazione maggiore è stata quella medaglia d’oro che l’israelianissima Maayna ha portato orgogliosa e a testa alta in patria, in quel paese che nessuno discrimina e tutti accoglie. A sottolineare ancora una volta quanto speciale sia quel piccolo grande Stato, unico nel suo genere in un Medio Oriente intriso di odio, violenze e discriminazioni.
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