Gerusalemme: cambiano i muftì ma non cambia la musica del negazionismo palestinese: “Mai esistito nessun tempio ebraico sulla Spianata delle Moschee”

 
Emanuel Baroz
27 ottobre 2015
15 commenti

Gerusalemme: cambiano i muftì ma non cambia la musica del negazionismo palestinese: “Mai esistito nessun tempio ebraico sulla Spianata delle Moschee”

mufti-gerusalemme-tempio-ebraico-spianata-moschee-negazionismo-palestineseGerusalemme, 26 Ottobre 2015 – Nella Spianata delle Moschee di Gerusalemme non c’è mai stato alcun Tempio ebraico: lo ha affermato l’attuale Muftì di Gerusalemme, sceicco Muhammad Ahmad Hussein, in un’intervista alla televisione israeliana riferita dal sito Times of Israel.

Quella Spianata – sacra anche agli ebrei, che la chiamano ‘Monte del Tempio’ – è sempre stata una moschea, secondo il Muftì, “fin dalla creazione del mondo“.

Era una moschea tremila anni fa, e lo era anche 30mila anni fa“, ha detto il religioso. La moschea al-Aqsa, ha aggiunto, fu costruita “da angeli, all’epoca di Adamo“.

Con queste parole il Muftì ha dunque escluso che sulle medesima Spianata siano mai sorti né il primo Tempio di Gerusalemme (distrutto dai babilonesi nel 586 a.C.) né il secondo, bruciato dalle legioni romane nel 70 d.C.

(Fonte: Corriere del Ticino, 26 Ottobre 2015)

Nella foto in alto: l’attuale muftì di Gerusalemme, sceicco Muhammad Ahmad Hussein, durante l’intervista alla tv israeliana

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  • #1Emanuel Baroz

    Di mufti in mufti, così si negano la storia e le prove del passato ebraico di Gerusalemme

    Mentre tutti accusano Netanyahu di negazionismo, in un’intervista televisiva l’attuale guida della moschea di Al Aqsa ha detto che il Monte del Tempio ospita una moschea sin “dall’origine del mondo”

    di Gabriele Carrer

    Se Netanyahu è stato accusato di negazionismo per le parole sul gran mufti di Gerusalemme e la Shoah, per il successore dell’alleato e consigliere di Hitler sarà pronto lo stesso bollino certificato dagli intellò occidentali? Sempre i primi quando si tratta di inveire sul premier israeliano nonostante le loro lacune storiche, quelli che il direttore del New York Sun Seth Lipsky ha chiamato “attaccabrighe liberal” tacciono ora sulle parole dello sceicco Muhammad Ahmad Hussein. La guida della moschea di Al-Aqsa, intervistata dall’emittente israeliana Channel 2, ha sostenuto che mai è esistito un tempio ebraico sulla cima del Monte del Tempio. Quello sarebbe, secondo la vulgata dell’attuale guida islamica di Gerusalemme, il sito di una moschea sin “dall’origine del mondo”. Considerato il terzo luogo santo dell’Islam e il più sacro per gli ebrei, il Monte del Tempio sarebbe lo strumento attraverso il quale Israele mette in atto la sua guerra culturale con l’unico obiettivo di cancellare dalla Città santa le identità araba ed islamica, diffondendo l’idea di un falso tempio e altre fantasie bibliche.

    Il legame tra l’attuale gran muftì Hussein, in carica dal luglio 2006 su nomina di Abu Mazen, e il predecessore riportato agli onori delle cronache dalle parole di Netanyahu al recente Congresso sionista appaiono fortissimi. Dal momento dell’insediamento ad Al-Aqsa, illuminato dallo spirito dell’antesignano, i suoi attacchi contro Israele si sono moltiplicati, dal sostegno agli attentatori suicidi palestinesi glorificati e martirizzati fino ai ripetuti inviti alla ribellione contro gli occupanti israeliani. Lo scorso maggio il predicatore si è recato assieme ad alcuni esponenti religiosi libanesi sulla tomba di Haj Amin Al-Husseini lasciando fiori sul sepolcro dell’uomo che spalleggiò Hitler nella decisione della soluzione finale per la questione ebraica, come documentato dagli appunti dell’interprete di Hitler, il colonello delle SS Eugen Dollmann, e dai diari del mufti stesso.

    Oggi al centro delle tensioni tra Israele e i palestinesi, nella Guerra dei sei giorni del 1967 il Monte fu riconquistato dopo circa vent’anni di controllo giordano dai paracadutisti israeliani guidati da Mordechai Motta Gur, il colonnello che entrò nella Città vecchia di Gerusalemme esclamando “Il Monte del Tempio è nelle nostre mani. Ripeto: il Monte del Tempio è nelle nostre mani”. Sotto pressioni internazionali, il controllo religioso del sito passò però presto nelle mani del Waqf islamico di Gerusalemme, guidato dal gran mufti. Oggi la preghiera è permessa solo ai fedeli musulmani che godono anche della massima libertà per l’accesso al sito (a parte casi straordinari di violenze), mentre gli ebrei devono sottostare a forti restrizioni con giorni, orari e porte d’ingresso limitati oltre che al divieto di preghiera al Monte del Tempio. Questo nonostante una sentenza dello scorso marzo di un tribunale israeliano che ha dato ragione al rabbino Yehuda Glick, allontanato per due anni dal Monte dopo aver pregato nel luogo sacro per la sua religione. La decisione della corte ha inoltre stabilito l’obbligo per la polizia di garantire il culto agli ebrei sul Monte del Tempio. Questi sarebbero gli abusi degli israeliani che controllano il sito.

    Durante la sua intervista al canale israeliano, il gran mufti Hussein ha negato qualsiasi tipo di testimonianza contraria alla sua visione negazionista rispetto all’esistenza di un luogo di culto ebraico. Anche documenti musulmani. Come quelli dello storico del decimo secolo al-Muqaddasi che ha raccontato del sito voluto fortemente da re Davide e realizzato da Salomone. O come la guida alla moschea pubblicata dal Waqf nel 1924 che faceva riferimento alla presenza nell’antichità di due templi ebraici sulla cima di Gerusalemme. Non bastassero ci sono le iscrizioni del Tempio di Erode distrutto dai romani nel 70 dC che confermano la presenza del tempio ebraico.

    Dopo aver inneggiato alla distruzione dello stato di Israele e all’eliminazione di ogni ebreo sulla faccia della terra, è ora il turno della devastazione e del negazionismo del principale luogo di culto per la fede ebraica. Intanto gli intellò, dopo aver bollato di negazionismo Netanyahu dimostrando sì la loro vicinanza alla causa palestinese ma anche ignoranza storica, sembrano ammutoliti al cospetto del gran mufti che brucia ogni prova del passato ebraico. Come fece Hitler.

    http://www.ilfoglio.it/esteri/2015/10/27/il-gran-mufti-nega-la-storia-e-le-prove-del-passato-ebraico-di-gerusalemme___1-v-134278-rubriche_c194.htm

    27 Ott 2015, 19:56 Rispondi|Quota
  • #2Emanuel Baroz

    Il muftì di Gerusalemme: “Nella spianata delle moschee non c’è mai stato un tempio ebraico”

    In un giorno in cui non sono mancate aggressioni agli ebrei in Cisgiordania – due gli attacchi – lo scontro politico ruota ancora una volta intorno alla Moschea di al-Aqsa.

    “Nella spianata delle moschee di Gerusalemme non c’è mai stato alcun tempio ebraico”, ha affermato il muftì di Gerusalemme, sceicco Muhammad Ahmad Hussein, in un’intervista alla televisione israeliana riferita dal sito Times of Israel.

    Quella spianata – sacra anche agli ebrei, che la chiamano ‘monte del tempio’ – è sempre stata una moschea, secondo il Muftì, “fin dalla creazione del mondo”. “Era una moschea tremila anni fa, e lo era anche 30mila anni fa”, ha detto il religioso.

    E oggi era anche la giornata commemorazione, secondo il calendario ebraico, del ventesimo anniversario dell’assassinio di Yitzak Rabin. Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha parlato in pubblico a Gerusalemme, in occasione delle celebrazioni. “Non ci battiamo soltanto contro chi perpetra atti di terrorismo ma anche contro chi diffonde bugie”, ha affermato il primo ministro.

    Netanyahu ha poi ribadito che il suo governo non intende alterare lo status quo del sito che per i musulmani è la Spianata delle Moschee e per gli ebrei il Monte del Tempio. Israele ha deciso di installare telecamere nel luogo santo dopo gli sforzi diplomatici esercitati dal segretario di Stato Usa, John Kerry, per cercare di allentare le tensioni tra israeliani e palestinesi a Gerusalemme.

    Il complesso, che ospita la moschea di al-Aqsa e la Cupola della Roccia, il terzo luogo sacro per i musulmani, è anche venerato dagli ebrei come il luogo di installazione dei templi biblici di Salomone e di Erode, causando così tensioni tra le due comunità. Il custode giordano del patrimonio musulmano o “Waqf, che gestisce la Spianata, ha fatto sapere che una squadra Waqf “era al lavoro per installare le telecamere quando la polizia israeliana ha interferito e ha interrotto il lavoro”. E ha aggiunto di condannare fortemente l’interferenza di Israele: “Quello che è successo dimostra come Israele voglia installare telecamere solo per i propri interessi, non per mostrare la verità e la giustizia”, si legge in un comunicato rilasciato dall’istituzione.

    La polizia israeliana ha risposto che “la questione è in discussione a livello diplomatico”. L’ufficio del primo ministro israeliano ha riferito oggi in un comunicato che “secondo gli ultimi accordi, la posizione delle telecamere sulla Spianata delle Moschee, concordata tra Israele e la Giordania e gli Stati Uniti, avrebbe dovuto essere coordinata da organismi professionali”. “Le telecamere pertanto saranno installate in conformità con gli accordi conclusi tra le parti. Israele ha già espresso il proprio consenso ad avviare il processo il più presto possibile”, si legge nella nota.”

    (Fonte: Rai News, 26 Ottobre 2015)

    27 Ott 2015, 19:56 Rispondi|Quota
  • #3Emanuel Baroz

    Video: il ‘moderato’ Abu Mazen ricorda con enfasi il Gran Muftì alleato di Hitler

    E tutti i ‘martiri’, ovvero i terroristi palestinesi

    https://www.youtube.com/watch?v=b1oJx2DwCk8

    27 Ott 2015, 19:57 Rispondi|Quota
    • #4Ily

      @Emanuel Baroz:
      grazie, è talmente chiaro che il fatto di non destare scandalo è già una vergogna

      27 Ott 2015, 23:14 Rispondi|Quota
    • #5Ily

      @Emanuel Baroz:Abbas’s Fatah posts anti-Semitic Nazi children’s book

      – israelnationalnews

      29 Ott 2015, 16:05 Rispondi|Quota
  • #6Ily

    “Quella Spianata – sacra anche agli ebrei, che la chiamano ‘Monte del Tempio’ – è sempre stata una moschea, secondo il Muftì, “fin dalla creazione del mondo“.”
    AHAHAHAHAHAHAAHAHHAHAHAHAHAHHAHAHAHHHAAHAAAHAHAHAHAHHHAAAHAHHAHAHA…
    questa mi mancava!
    E io che pensavo ci fosse sempre stata una casa di marzapane! Devo essermi persa qualcosa…

    “il Monte del Tempio sarebbe lo strumento attraverso il quale Israele mette in atto la sua guerra culturale con l’unico obiettivo di cancellare dalla Città santa le identità araba ed islamica, diffondendo l’idea di un falso tempio e altre fantasie bibliche.”
    Identità araba e islamica? Ma davvero? Ma da quando?
    Ha offeso mezzo mondo e il mondo se ne frega…
    Mi sono cercata nel web insulti da dedicargli ma ho dovuto desistere per un motivo di coscienza.

    27 Ott 2015, 21:34 Rispondi|Quota
  • #7Parvus

    Perché poi chiamarla spianata? E’ la piazza delle moschee. Comunque vero, non c’era alcun tempio ebraico nella piazza delle moschee. Era sotto, e c’è ANCORA.
    Quanto ai luoghi santi, i cristiani stiano attenti, già le crociate furono fatte perché i muslin impedivano ai cristiani di visitare i luoghi santi. E, lasciandogleli in mano nel corso dei secoli, prima o poi il santo sepolcro farebbe la fine dei budda.

    28 Ott 2015, 13:32 Rispondi|Quota
    • #8Ily

      @Parvus:le crociate non sono giustificabili per un cristiano: è inutile che se la prendono con i “crociati” cercando vendetta, dove mai infatti sarebbe permesso nel vangelo di uccidere? Non è neppure mai scritto di venerare luoghi o cose, quindi figuriamoci di uccidere per quelle.
      Tuttavia è assurdo dire che Gerusalemme sia islamica: è come dire che Roma è stata fondata dagli anglosassoni, non so, fa ridere.
      Gerusalemme (e non solo) appartiene agli ebrei, piaccia o non piaccia.

      28 Ott 2015, 13:59 Rispondi|Quota
    • #9barbara

      @Ily: dici che le crociate non sono giustificabili? Io direi che qualche buona ragione per farle c’era: https://ilblogdibarbara.wordpress.com/2015/02/08/quelle-cattive-feroci-aggressive-crociate/ (e chiedo scusa se mi autocito)

      30 Ott 2015, 01:41 Rispondi|Quota
    • #10Ily

      @barbara:se volevano contrastare l’Islam potevano anche farlo senza mettere in mezzo la religione cristiana, questo intendevo.

      30 Ott 2015, 07:33 Rispondi|Quota
    • #11barbara

      @Ily: L’islam, dove arriva, cancella le religioni autoctone o comunque precedenti, distrugge i luoghi di culto o se ne appropria, impone l’islam a suon di massacri, deportazioni, stupri etnici e conversioni forzate: se si vuole contrastarlo, imporre il ripristino della propria religione, nel caso specifico la religione cristiana, è una priorità assoluta. Non ci sono cose né più urgenti, né più importanti.

      30 Ott 2015, 15:11 Rispondi|Quota
    • #12Ily

      @barbara:Ha pienamente ragione. Come darle torto? Ma non si può combatterlo con una croce in mano.
      Se poi si parla, giustamente, di legittima difesa dei popoli contro le cose che lei ha appena elencato, allora possiamo uscire fuori da una guerra di religione e chiamarla semplicemente legittima difesa. Non so se mi sono spiegata. Condivido il suo pensiero. La cartina che lei ha allegato, fra l’altro, è molto eloquente, grazie.

      30 Ott 2015, 15:52 Rispondi|Quota
  • #13HaDaR

    Prima o poi i polli occidentali RIPRENDERANNO a capire che il problema è NELLA CULTURA ARABA MUSULMANA.

    La mentalità è fatta di menzogne che si raccontano e alle quali poi finiscono per credere.

    Come scrisse lo scrittore arabo del IX Sec. E.V. Ibn Qutaybah:

    Siamo arabi: quando riportiamo qualcosa, predatiamo o postdatiamo; aggiungiamo e omettiamo, ma non mentiamo intenzionalmente…

    29 Ott 2015, 11:57 Rispondi|Quota
    • #14Ily

      @HaDaR:Sono contenta per lei che non sia occidentale, altrimenti si sarebbe autodefinito “pollo” 🙂
      Comunque noi occidentali non siamo tutti polli: ci sono persone che si informano e difendono Israele e magari in cambio vengono pure disprezzate dagli stessi ebrei perché non ebree o disprezzate dagli antisemiti. E questa è a volte la situazione in cui si ritrovano alcuni cristiani.
      Vorrei pure dirle che l’attuale situazione di intolleranza verso Israele che si è venuta a creare soprattutto in rete, è figlia di una propaganda bugiarda che sta trascinando dietro di sé milioni di persone anche inconsapevoli.
      Lei giustamente potrebbe dire che non glie ne importa un accidente della loro inconsapevolezza, magari ha ragione.
      La cultura araba è abbastanza estremista, ma io ho avuto amici sauditi che erano tranquillissimi. Di contro, non sono mai riuscita a fare amicizia con un ebreo per mia sfortuna. Eppure chi mi conosce bene sa che amo moltissimo Israele e tutta la sua discendenza (anche se non ho mai stretto amicizia con nessuno dei figli d’Israele) e nessuno può darmi dell’antisemita, così giusto per precisare, ci terrei a non essere fraintesa. Mi scuso in caso le mie parole le fossero risultate offensive.

      29 Ott 2015, 22:03 Rispondi|Quota
  • #15Emanuel Baroz

    Perché mente spudoratamente?

    Quanto va dicendo il gran mufti islamico sulla storia del Monte del Tempio è come minimo sconcertante, e sicuramente molto molto preoccupante

    di Brian Schrauger

    Il più autorevole giureconsulto islamico a Gerusalemme, il gran mufti Muhammad Hussein, ha recentemente affermato che il primo uomo, Adamo, forse con l’aiuto degli angeli, costruì l’odierna Cupola della Roccia, il santuario islamico di milletrecento anni fa che sorge sulla sommità del Monte del Tempio, nella Città Vecchia di Gerusalemme. Pertanto, ha detto il mufti, il sito è una moschea islamica “da tremila anni fa, e da trentamila anni fa”.

    Hussein ha fatto queste affermazioni durante un’intervista in arabo alle news dell’emittente israeliana Canale Due. Come già altre volte in passato, Hussein ha negato con veemenza che il sito sia mai stato la sede dei Templi dell’ebraismo, né il primo attribuito a re Salomone, né il secondo ristrutturato da Erode il Grande. Secondo lui, infatti, il sito è sempre stato un luogo sacro esclusivamente islamico “sin dalla creazione del mondo”.

    Non è la prima volta che il massimo giureconsulto islamico in Israele afferma che i Templi biblici d’Israele non sono mai esistiti. Circa quattro anni fa, il 5 gennaio 2012, il mufti lo fece durante le news della tv dell’Autorità Palestinese. “Loro [gli ebrei] – disse – vogliono sostenere o ipotizzare che questo luogo [il Monte del Tempio] era una volta un tempio, stando a quanto pretendono. La verità, invece, è che non c’è mai stato un tempio in nessuna epoca, né c’è mai stato in qualsiasi epoca un luogo di culto degli ebrei o di altri nel sito della moschea al-Aqsa [costruita sul Monte del Tempio nel 705 e.v.]”.

    Alla luce della sua stessa tradizione sunnita e della storia scritta, le affermazioni del gran mufti appaiono come minimo sconcertanti. Secondo la storiografia islamica, la Cupola della Roccia venne completata verso la fine del VII secolo, poco più di milletrecento anni fa. Era stata commissionata da Abd al-Malik ibn Marwan, capo della impero islamico noto come il Califfato Omayyade. Al-Malik è considerato dal ramo sunnita dell’islam come il successore politico e religioso del fondatore dell’islam, Muhammad (Maometto). Abu Bakr al-Wasiti è uno storico sunnita, morto intorno al 932 e.v., che descrisse il processo storico con cui il Califfo si era impegnato a costruire la Cupola della Roccia: come reagivano i suoi sudditi, gli artigiani che assunse, i soldi che spese.

    Nella storiografia più recente, gli studiosi islamici sono stati inequivocabili. Nel 1924, il Supremo Consiglio Musulmano pubblicò una breve guida all’Al-Haram Al-Sharif di Gerusalemme. Haram al-Sharif, o Nobile Santuario, è il termine arabo con cui l’islam si riferisce al Monte del Tempio. La versione inglese di quella Guida ufficiale è tuttora disponibile, anche on-line. Inizia con un “abbozzo storico”: “Il sito è uno dei più antichi del mondo – vi si legge – La sua santità risale ai tempi più antichi (forse preistorici). La sua identificazione con il sito del Tempio di Salomone è fuori discussione. Questo, secondo la credenza universale, è anche il luogo dove Davide eresse un altare al Signore e bruciò offerte e sacrifici di pace. Ma questa Guida – chiarisce il testo – si limita al periodo musulmano, che inizia nell’anno 637 d.C.”. L’opuscolo prosegue descrivendo la costruzione della Cupola della Roccia completata “nel 691 d.C.” e della moschea di al-Aqsa, due anni dopo.

    In totale contrasto con le affermazioni storiche della sua stessa religione, per non parlare delle testimonianze archeologiche e dei riferimenti biblici (ebraici e cristiani), oggi il gran mufti di Gerusalemme contesta ciò che i suoi stessi colleghi definivano “fuori discussione” e nega ciò che affermano i suoi storici. Come può farlo? Perché lo fa?

    Una possibile risposta è la dottrina islamica che permette di mentire quando un devoto è in pericolo di vita. Si chiama taqiyya. Un commentatore islamico del Corano spiega: “Se uno per sfuggire ai suoi nemici è costretto a professare mancanza di fede con la lingua mentre il suo cuore fa il contrario, nessuna colpa ricade su di lui perché Dio bada a ciò che crede il cuore dei suoi servitori”. In sostanza, mentire sotto costrizione è moralmente accettabile. Se questa è la motivazione del gran mufti, si dovrebbe evincere dalla dottrina della taqiyya che egli mente al fine di proteggere gli islamici devoti dal “pericolo mortale” posto alla fede islamica dalla (vera) storia del Monte del Tempio e dalle relative testimonianze archeologiche.

    Un’altra spiegazione correlata sta nella dottrina islamica del tahrif, che significa distorsione o alterazione. Secondo questa credenza, la Bibbia contiene delle verità, ma è stata corrotta dagli ebrei e anche dai cristiani. Il Corano, si crede, nelle intenzioni di Allah doveva porre rimedio a tale corruzione. Alla luce di questa convinzione il gran mufti può determinare che le prove terrene, come l’archeologia, rappresentano una visione incompleta e spesso fuorviante rispetto alla verità più grande rappresentata, secondo lui, dall’islam. Postulando che la Bibbia è corrotta e che l’islam è la verità più grande alla quale tutto il resto è soggetto, egli conclude che le testimonianze storiche e archeologiche odierne sono fuorvianti. Anziché fare i conti con le prove che contraddicono la sua visione dell’islam, egli mente su di esse: persino sulle prove che provengono dalla sua stessa tradizione religiosa e storiografica.

    Nella misura in cui risultasse valida una di queste due spiegazioni, o entrambe, ne emerge che l’islam è profondamente minacciato dalla storia del giudaismo: una minaccia esponenzialmente amplificata dalla rinascita di Israele come stato ebraico nella terra delle sue origini. In breve, se è vera la tradizione biblica ebraica, come indicano le prove archeologiche e l’esistenza di Israele, allora non lo sono l’islam e Allah. Se questa analisi è anche solo vagamente corretta, il tragico conflitto di oggi, per quanto brutto sia, è solo all’inizio.

    (Fonte: Jerusalem Post, 2 Novembre 2015)

    http://www.israele.net/perche-mente-spudoratamente

    8 Nov 2015, 13:02 Rispondi|Quota