Amnesty, il Nobel per la Pace che trasforma Israele in aggressore
L’esercito israeliano è accusato dall’organizzazione non governativa di mettere i coltelli nelle mani dei terroristi.
di Giulio Meotti
Durante la Seconda Intifada, Amnesty International accusò Israele di “crimini di guerra” a Jenin (accusa poi rivelatasi falsa). Nel 2006, durante la guerra di Libano in cui lo stato ebraico si difese dall’aggressione di Hezbollah, Amnesty produsse più documenti contro Israele che sul genocidio del Darfur allora in corso. Nei documenti di Amnesty, proteggere gli israeliani dai kamikaze con la barriera difensiva è diventato “apartheid”. E durante la guerra a Gaza contro Hamas, Amnesty è arrivata a chiedere all’Amministrazione Obama di “sospendere immediatamente gli aiuti militari a Israele”. Ma è durante questa Terza Intifada dei coltelli che il premio Nobel per la Pace, l’ammiraglia dell’umanitarismo occidentale con due milioni di iscritti e settanta sedi in tutto il mondo, ha forse raggiunto la vetta dell’assurdo.
Amnesty ha condannato Israele per l’uccisione dei terroristi palestinesi che hanno attentato alla vita dei civili israeliani, definendole “esecuzioni extragiudiziali”. Lo ha detto Philip Luther, direttore della sezione per il medio oriente della celebre ong. “L’uso letale della forza dovrebbe essere impiegato solo quando è assolutamente necessario per proteggere la vita“, recita il rapporto di Amnesty. “Invece stiamo sempre più assistendo alle forze israeliane che hanno violato gli standard internazionali sparando per uccidere in situazioni in cui è del tutto ingiustificato. Le forze israeliane devono porre fine a questo modello di uccisioni illegali e trascinare tutti i responsabili di fronte alla giustizia“. Amnesty accusa Israele persino di aver deliberatamente messo dei coltelli nelle mani degli attentatori palestinesi, citando anonimi “testimoni”.
Il dipendente di Amnesty responsabile di questa “ricerca” è Jacob Burns, già coinvolto nella “Piattaforma per Gaza” di Amnesty, che afferma che centinaia di terroristi uccisi a Gaza erano civili innocenti. Come spiega l’organizzazione Ngo Monitor, l’altra “ricercatrice” di Amnesty coinvolta è Deborah Hyams, il cui curriculum di attivista anti israeliana ha previsto anche la sua trasformazione in “scudo umano” a Beit Jala nel 2001. L’altra attivista, Saleh Hijazi, ha lavorato nell’ufficio relazioni pubbliche dell’Autorità palestinese e nella ong Another Voice, il cui slogan è stato “Resistere! Boicottare! Siamo l’Intifada”.
Ma non c’è soltanto Amnesty. E’ l’intero apparato delle ong umanitarie ad aver trasformato Israele nell’aggressore e i terroristi palestinesi nelle sue vittime indifese. I dossier di queste ong sono sempre più decisivi nei rapporti contro Israele alle Nazioni Unite e le loro geremiadi portano spesso il timbro dell’Unione europea. Profondo è l’impatto che hanno avuto poi sulla campagna di disinformazione ai danni di Israele che ha dilagato su tutta la stampa europea. “Queste dichiarazioni sono fondamentali per la tattica delle ong politicizzate che cercano di criminalizzare l’auto difesa di Israele“, ha scritto il professor Gerald Steinberg, presidente di Ngo Monitor. “Le campagne delle ong sono un altro esempio di false accuse che demonizzano Israele, nutrono il boicottaggio e preparano il terreno per casi legali, la lawfare“‘, ha aggiunto. Un gruppo di ong lautamente fmanziate dai paesi membri dell’Unione europea, tra cui B’Tselem, Adalah, Physicians for Human Rights e Yesh Din, ha appena denunciato “l’uso delle armi da fuoco per uccidere i palestinesi“.
Human Rights Watch, il cui pregiudizio anti israeliano è stato più volte denunciato, sostiene di aver “documentato l’uso illegale della forza da parte delle forze di sicurezza israeliane“. Il suo direttore, Kenneth Roth, ha twittato: “Horrible deadly cycle: ‘lone wolf’ Palestinian attacks, excessively lethal Israeli response“. Non ci dovrebbe essere bisogno di traduzione. Anche nel linguaggio perverso di un Nobel per la Pace che ha trasformato gli ebrei in aggressori e i terroristi in astanti inconsapevoli.
(Fonte: Il Foglio, 30 Ottobre 2015)
Nell’immagine in alto: il logo di Amnesty International come dovrebbe essere in realtà…
#1Ily
“L’uso letale della forza dovrebbe essere impiegato solo quando è assolutamente necessario per proteggere la vita“,
cioè non ho capito, qualcuno mi spieghi, perché qui mi pare che questi hanno perso il contatto con la realtà…se si uccide un attentatore è perché sta andato in giro ad affettare la gente.
Se non è proteggere la vita dei propri cittadini questo…
Mah!
#2barbara
@Ily: No, funziona così: PRIMA tu aspetti che io ti ammazzi, POI possiamo discutere se hai il diritto di reagire o no.
#3Ily
@Ily: @barbara:certo! mi sembra giusto.
ma in che mani stiamo… aiuto…
#4laura
amnesty international sempre più simile alla carta igienica, pronta a pulire facce come il deretano di tutti i paesi islamici in cui DIRITTI umani sono parole sconosciute.
che D.o li benedica. col vaiolo
#5andrea
incredibile ma vero! l’unica cosa possibile è tempestare tutti i media di ogni fazione con notizie brevi e documentate di tutti gli episodi che si susseguono quotidianamente da anni.
ci vuole un’agenzia ad hoc che sappia presentare le cose in modo incontestabile magari in maniera subdola come fanno loro
#6franco mele
I nazisti mi hanno fatto provare la paura di essere ebreo; gli israeliani mi hanno fatto provare la vergogna di essere ebreo. [Israel Shahak]
#7Daniel
@franco mele: e quindi?
#8Ruben DR
@franco mele: meglio essere odiati che compatiti
#9Progetto Dreyfus
Amnesty International e l’inversione di responsabilità
http://www.progettodreyfus.com/amnesty-international-e-linversione-di-responsabilita/
#10HaDaR
Chi mostra compassione per i crudeli alla fin fine è crudele coi buoni (Kohelet Rabba 7:16)
“Un sacco di editoriali negativi è preferibile a un bell’annuncio funerario”
-vecchio detto Israeliano dei tempi prima che la “sindrome da lemming” e l’ “Osloporosi” infettassero il paese-
“Non importa ciò che dicono le Genti, importa ciò che fanno gli Ebrei” detto il 29 Marzo 1955 da David Ben Gurion al Primo Ministro Moshe Sharett, che esprimeva preoccupazioni per le eventuali reazioni dell’ONU alle pesanti operazioni militari punitive (con molti nemici morti e nessuno dei nostri) condotte a Gaza in seguito all’infiltrazione in Israele di terroristi feddayun da Gaza.
#11Giovanni
ciao,
ho fatto ricerche ed ho trovato il comunicato originale di Amnesty (del 27 ottobre).
Esso dice
“She also reported seeing soldiers bring a knife and place it in the dying man’s hand.”
cioè in pratica dice che ai soldati a volte capita di ammazzare qualcuno troppo presto e poi per giustificare l’accaduto mettono un coltello in mano al morto.
dal vostro scritto sembrava invece che gli israeliani danno coltelli ai palestinesi in modo che loro poi li usino così che possano essere fermati etc. insomma che ci sono degli israeliani infiltrati…
beh non si capiva, secondo me…
https://www.amnesty.org/en/latest/news/2015/10/israeli-forces-must-end-pattern-of-unlawful-killings-in-west-bank/
#12Emanuel Baroz
Grazie della precisazione 😉
#13Emanuel Baroz
Amnesty International e la propaganda anti-israeliana
di: Paolo Castellano
Anche Amnesty International, l’organizzazione non governativa internazionale più autorevole e impegnata da decenni nella difesa dei diritti umani, si è unita al coro dei contestatori dello Stato ebraico. Nella sua rivista (I Amnesty – Trimestrale sui diritti umani di Amnesty International, numero chiuso il 09/10/2015) ha infatti screditato Israele pubblicizzando il progetto “Piattaforma Gaza” e sostenendo che l’esercito israeliano abbia fatto un uso eccessivo della forza verso i palestinesi.
Leggiamo infatti: “Quello che emerge dalla lettura e dall’incrocio dei dati è che certe violazioni del diritto internazionale sono state ricorrenti in tutta la Striscia di Gaza”.
Sappiamo che non è così. Sappiamo che il progetto Margine di protezione del 2014, come si intuisce dal nome, è un programma difensivo e non invasivo. Chi ha firmato l’articolo è Francesco Sebregondi, un architetto e ricercatore che ha elaborato il progetto Forenisic Architecture in cui analizza la struttura urbana e architettonica delle città, per ricostruire le dinamiche di conflitto e farne emergere un’analisi critica.
Il progetto è stato messo in piedi dal Centro di ricerca architettonica di Goldmiths, dell’Università di Londra e finanziato dal Consiglio di ricerca europeo. Il sito web d’informazione Progetto Dreyfus in un eccellente articolo ha mostrato come numerosi indizi farebbero pensare che l’obiettivo dell’iniziativa non sia umanitario ma solo di screditamento nei confronti di Israele.
Il giornalista Gabriele Zweilawyer ha analizzato infatti i soggetti coinvolti nella raccolta dei dati utilizzati per la presunta ricerca umanitaria e ha scoperto che alcuni di loro si distinguono per atteggiamenti filo-palestinesi e altri invece sarebbero vicini ad organizzazioni radicalmente anti-israeliane.
La retorica anti-israeliana è ormai un dato di fatto. Lo testimoniano l’informazione parziale di alcuni media europei sugli attacchi terroristici avvenuti nelle ultime settimane in Israele e i numerosi episodi di intolleranza nei riguardi dello Stato ebraico dietro la maschera dei boicottaggi. I detrattori accusano ripetutamente Israele di aver violato il diritto internazionale durante gli scontri estivi del 2014 e di voler mettere in atto una sorta di apartheid nei confronti dei palestinesi. Accuse infamanti che lasciano il tempo che trovano.
I contestatori mistificano la realtà ponendo sullo stesso piano Israele con i governi liberticidi come quello siriano di Assad o dello Stato Islamico. Si scordano che Israele è l’unico Stato democratico in un’area mediorientale soggetta a diversi squilibri territoriali: negli ultimi tempi è arrivato l’Isis che ha messo a ferro e fuoco città e villaggi compiendo immani carneficine ma questo, da quanto si evince dalle attività di alcune organizzazioni pro-Palestina, non ha molta importanza.
Quello che ci chiediamo è come Amnesty International abbia potuto lasciarsi coinvolgere nella campagna di delegittimazione e denigrazione aprioristica di Israele, e come l’Unione Europea abbia potuto finanziare un tale progetto carico di una forte ideologia e intriso di un netto pregiudizio verso Israele. Data la mancata imparzialità, quanto questo sarà utile agli Europei?
http://www.mosaico-cem.it/articoli/amnesty-international-e-la-propaganda-anti-israeliana