«E giusto uccidere ebrei nel nome di Allah»
«Non avrò pace fino a che non ucciderò qualche ebreo». Le intercettazioni nell’alloggio di Narouz.
di Silvia Fabbi
BOLZANO – «È buono morire per Allah, qualsiasi cosa io faccia per Allah è come se non avessi fatto abbastanza. Non avrò pace fino a che non ucciderò qualche ebreo». L’intercettazione ambientale raccolta dagli inquirenti nell’abitazione di Merano riporta una conversazione fra Abdul Rahman Nauroz e Hasan Saman. il suo contenuto rivela quale fosse l’intenzione dei sospetti terroristi scoperti dal Ros: arrivare al martirio. Ed è proprio Nauroz, nel cui appartamenti si tenevano incontri finalizzati al proselitismo, che definisce il martirio «la cosa più gratificante» per un jihadista e aggiunge: «un uomo deve tollerare la tortura». Sono sue le frasi più pesanti captate dagli inquirenti nel corso dell’operazione. «Se succedesse qualcosa a «Mamosta» Krekar ci sono alcuni uomini che possono far diventare la Norvegia come il Libano» aveva detto ancora nel corso di un altro incontro con i sodali dell’organizzazione. «Possono portare missili in Norvegia… ci saranno delle esplosioni» diceva Nauroz nei giorni successivi all’arresto di Krekar, Durante una conversazione con due persone che si trovavano in Gran Bretagna, Nauroz aveva possibilità di attaccare ambasciate occidentali fuori dall’Europa. «La soluzione è attaccare un’ambasciata a Baghdad o nel sud e in Iran, anche nei paesi arabi, ma non in Europa, e avere due o tre ospiti. Non torneranno mai in Norvegia finché vivranno» diceva Nauroz.
«La morte per noi è il martirio … e siamo pronti contro chiunque occupa il Kurdistan … americani, russi o altri» era invece la lezione del Mullah Krekar, ritenuto a capo dell’organizzazione terroristica, intercettato in carcere in Norvegia a novembre 2012. «Per questi che hanno bruciato il Corano almeno cento persone sono pronte in Europa e Kurdistan a fare giustizia» aveva aggiunto Krekar, che esortava costantemente i suoi seguaci: «La nostra prossima fase, miei cari. Quello che dobbiamo fare come passo successivo è la persecuzione dei nostri avversari e nemici ovunque».
L’effetto è sempre stato positivo, dal momento che numerosi seguaci si sono dichiarati disponibili ad «uccidere le persone che Krekar desidera». Uno dei membri, in particolare aveva anche chiesto a Krekar la possibilità di uccidere «uno scrittore blasfemo» offrendosi di raggiungere anche uno Stato estero per farlo. Si tratta di intercettazioni che, secondo gli inquirenti, proverebbero la determinazione e l’organizzazione del gruppo, composto da membri che in alcuni casi si sono anche dichiarati più volte in prima persona pronti allo jihad sul fronte siriano-iracheno e pronto al «martirio», a compiere atti violenti e anche a uccidere singoli «apostati», se ordinatogli da Krekar «che seguirebbe ovunque». «Abbiamo detto: quando veniamo oppressi a Erbil, a Sulaimaniyah, a Teheran, a Osio, negli USA, allora perché non unirei all’orgoglio e alla forza di penetrazione che Al Qaida possiede, così che anche noi diventiamo come quelli che operano in Iemen e Somalia e Mali?» si erano detti ancora gli appartenenti all’organizzazione in una conversazione del 2013.
(Fonte: Corriere del Trentino, 13 Novembre 2015)
#1Emanuel Baroz
Terrorismo, arrestato in Italia il reclutatore dei kamikaze
Dopo lunghe indagini i Ros hanno scoperto il nascondiglio di Abdul Rahman Nauroz, uno dei due referenti italiani dell’organizzazione guidata dal mullah Krekar. Il suo compito: “Convincere potenziali jihadisti a morire per Allah”
ROMA – “E’ buono morire per Allah. Quando verrò ammazzato i miei figli saranno fieri”: così, in un’intercettazione ambientale, uno degli arrestati in Italia nel blitz antiterrorismo condotto dal Ros risponde al suo referente, Abdul Rahman Nauroz, anche lui arrestato, considerato dagli investigatori una delle figure più carismatiche della cellula guidata dal mullah Krekar.
GLI ARRESTI IN ITALIA – In Italia sono sette gli arrestati, membri della cellula terroristica, la cui guida spirituale e operativa è il mullah Krekar, detenuto in Norvegia. Tra gli arrestati a Merano spicca la figura di Abdul Rahman Nauroz, uno dei due referenti dell’organizzazione in Italia, incaricato di organizzare un comitato segreto destinato ad operare anche in Europa e che reclutava combattenti per il Kurdistan e il Medio Oriente. “L’uomo, grazie alla sua forte personalità” era in grado “di far abbracciare agli adepti la causa fino al martirio”.
LE INTERCETTAZIONI – Le intercettazioni ambientali del Ros nell’abitazione di Nauroz, a settembre 2011, hanno svelato il suo coinvolgimento a livello internazionale nell’organizzazione jihadista, in contatto operativo con altre cellule, sempre di natura “confessionale”, che seguivano le linee ispirate dal Mullah Krekar. Esemplificativa un’intercettazione ambientale tra Abdul Rahman Nauroz e Hasan Saman Jalal, anche lui arrestato in Italia. Quest’ultimo – come si spiega nell’ordinanza che dispone la misura cautelare – si mostra entusiasta di prepararsi dal punto di vista religioso, personale e dell’addestramento operativo e militare, al “martirio” jihadista e a partecipare ad azioni militari da mantenere segrete da compiersi in Kurdistan ed Iran
L’ADDESTRAMENTO – Nei colloqui con Saman, Abdul Rahman Nauroz definisce il “martirio” per la causa religiosa come la cosa più gratificante, e annuncia a Saman che “verrà addestrato” e che quindi “sarà coinvolto e farà la vita del Mujahiddeen”; poi mostra all’interlocutore materiali video sulle attività di addestramento militare e su tipologie di azioni militari, con espliciti riferimenti al Mullah Krekar. Nauroz si mostra all’interlocutore quindi in un ruolo di dirigente – “vi manderò gruppo per gruppo”; “…lavorerò per supportarti finanziariamente”- ed esalta il sacrificio e il martirio in nome della causa e dei fratelli combattenti, da non tradire mai: “Un uomo deve tollerare la tortura”.
LA CELLULA ITALIANA – Le intercettazioni ambientali nella casa di Merano di Nauroz, quindi “consentivano di comprendere il coinvolgimento dell’indagato in movimenti di stranieri irregolari da un Paese all’altro e davano conferma ulteriore dell’eminente ruolo di Abdul Rahman Nauroz non solo come punto di riferimento religioso ma come soggetto capace di svolgere, con ottimi risultati, grazie al carisma esercitato sulle persone con lui in contatto, attività di proselitismo anche per azioni militari violente e suicide”.
http://www.today.it/cronaca/terrorismo-cellula-merano.html
#2Parvus
Avvelenati frutti della predicazione di un falso profeta.