Haifa: sequestrate 4.000 bambole inneggianti all’Intifada destinati ai bambini palestinesi
Gerusalemme, 8 Dicembre 2015 – I doganieri israeliani hanno sequestrato una partita di 4.000 bambole con il volto coperto dalla kefiah e finti sassi in mano, destinati ai negozi palestinesi in Cisgiordania (Giudea e Samaria). I giocattoli ispirati alla cosiddetta “Intifada dei coltelli” contro i cittadini israeliani erano stati prodotti in Cina e spediti attraverso gli Emirati Arabi Uniti in scatole etichettate come “vestiti, tappeti, articoli in plastica”, e sono poi arrivati nel porto di Haifa, dove sono state bloccati perche’ “incitano all’odio” contro Israele, come si legge in una nota dell’ufficio dogane dello Stato ebraico.
Le bambole avevano abiti con i colori della bandiera palestinesi su cui erano riportati slogan come “Al Quds (Gerusalemme) è nostra” e “Gerusalemme arriviamo“.
“L’obiettivo è chiaro – ha detto la vice ministra degli esteri israeliana Tzipi Hotovely – intossicare le menti di bambini innocenti: i palestinesi continuano a indottrinare i loro figli sin da piccoli all’odio e alla violenza con ogni mezzo possibile, in questo caso addirittura con i bambolotti”
(Fonte: AGI, Israele.net, 8 e 9 Dicembre 2015)
Thanks to Progetto Dreyfus
Nella foto in alto: uno dei 4.000 bambolotti sequestrati al porto di Haifa inneggianti al terrorismo antisraeliano. Così vengono educati i bambini palestinesi…
#1Emanuel Baroz
Bambolotti con kefiah e pietra in mano bloccati alla dogana
Li hanno schedati come «Inciting Dolls»: erano 4000 destinati alla propaganda palestinese. Sul corpo le scritte «Gerusalemme stiamo arrivando»
di Francesco Battistini
Gerusalemme – A insospettirsi è stato un doganiere: troppo pesanti quegli scatoloni, per contenere solo magliette. E poiché “di questi tempi stiamo ancora più attenti del solito”, spiega il direttore delle dogane israeliane al porto di Haifa, Kobi Yahav, ecco scattare il controllo. E spuntare il più inatteso dei carichi: quattromila bambolotti ben impacchettati, con la kefiah d’ordinanza a coprire il volto, le scritte “Gerusalemme stiamo arrivando” e “Gerusalemme per noi”, ciascuno con una bella pietra in mano.
Materiale di propaganda da bloccare
“Inciting Dolls”, le hanno schedate: bamboline per la propaganda palestinese. E perciò da fermare. Il carico è approdato a Haifa con una nave degli Emirati Arabi, il destinatario era un grossista nei Territori che avrebbe voluto intraprendere una nuova, redditizia attività. Da tre mesi, da quando è cominciata l’Intifada dei coltelli, le autorità israeliane si sono fatte più fiscali con tutto ciò che può essere “inciting”. Il Muro che separa la Cisgiordania, da dieci anni decorato con graffiti e murales contro l’occupazione, in varie parti è stato ritinteggiato con un bianco uniforme: anche alcuni spray d’autore, come quelli firmati Banksy, sono stati coperti. E a Betlemme, dove gli scontri sono ormai quotidiani e latitano sia i pellegrini che i turisti “solidali”, ha chiuso pure il negozietto che vendeva i gadget del celebre graphic artist.
http://www.corriere.it/esteri/15_dicembre_08/bambolotti-kefiah-pietra-mano-bloccati-dogana-0d064200-9dda-11e5-9331-45d14c090e9b.shtml
#2Emanuel Baroz
Educare fin da piccoli: i bambolotti che incitano i bambini palestinesi all’odio
http://www.linformale.eu/educare-fin-da-piccoli-i-bambolotti-che-incitano-i-bambini-palestinesi-allodio/