Gaza: Hamas giustizia proprio comandante perchè omosessuale

 
Emanuel Baroz
1 marzo 2016
5 commenti

L’esecuzione di Mahmoud Ishtiwi spacca Hamas e divide Gaza

hamas-gaza-omosessuali-esecuzioni-focus-on-israel

Sta facendo scalpore l’assassinio di Mahmoud Ishtiwi, esponente di spicco delle Brigate Ezzedin al-Qassam, braccio armato di Hamas; l’organizzazione terroristica che governa la Striscia di Gaza. Ishtiwi, 34 anni, proveniva da una famiglia nota nell’enclave palestinese per aver concesso ospitalità a pericolosi terroristi, ed era a capo di una milizia di mille uomini durante la guerra di Gaza del 2014. Ma ciò non gli ha risparmiato la vita: è stato ucciso, dai suoi stessi compagni, lo scorso mese. Freddato con tre colpi di arma da fuoco al petto.

Cosa ha commesso di così oltraggioso Ishtiwi? Turpitudine morale, è la versione ufficiale. Insomma, Ishtiwi aveva la colpa grave di essere omosessuale. Un orientamento che nella Striscia di Gaza si paga caro: come ha appreso sulla sua pelle il povero Vittorio Arrigoni; sequestrato, torturato e ucciso a Gaza da terroristi palestinesi salafiti.

Non che le esecuzioni di Hamas facciano notizia. Basta ben poco, da queste parti, talvolta anche un semplice sospetto; per essere passato per le armi. La novità è costituita dal fatto che se ne parli pubblicamente, in questi giorni, malgrado l’esecuzione sia stata annunciata lo scorso 7 febbraio. Nei taxi, nei caffè, nei ristoranti, nei centri commerciali, si discute sommessamente della condanna a morte impartita ad un soggetto che per quasi metà della sua esistenza ha servito a suo modo con lealtà e abnegazione la causa dell’estremismo islamico palestinese.

I guai per Ishtiwi sono iniziati a gennaio dello scorso anno quando fu convocato dai servizi segreti di Hamas, che ufficialmente gli rinfacciavano di aver trafugato denaro per usi personali. Una accusa grottesca, in una enclave dove la corruzione dilaga nei ranghi del movimento. Le prime ammissioni costarono dolorose e ripetute torture all’ufficiale di al-Qassam. Ma fu proprio la celerità con cui Ishtiwi ammise le proprie colpe ad insospettire gli inquirenti di Hamas.

Miliziani interrogati in seguito ammisero di aver avuto rapporti omosessuali con Ishtiwi. Il denaro sarebbe stato impiegato per incoraggiarne i favori, e in seguito per comprarne il silenzio.

L’esecuzione di Mahmoud Ishtiwi crea però una netta spaccatura in seno ad Hamas – che registra negli ultimi giorni significative defezioni nella base, e che maldigerisce i finanziamenti provenienti dall’Iran sciita – e genera imbarazzo fra le numerose organizzazioni per i diritti umani del luogo: sempre pronte ad accusare Israele, sovente sulla base di resoconti anonimi, parziali e di dubbia credibilità; ma leste nel voltarsi dall’altro lato quando a calpestare i diritti umani sono gli stessi palestinesi. Fosse pure ai danni di uno di essi.

Il Borghesino

Nella foto in alto: la madre e una delle sorelle di Mahmoud Ishtiwi di fronte ad un poster celebrativo della figura del terrorista di Hamas, giustiziato dai suoi stessi compagni perchè omosessuale

Articoli Correlati
Gaza: Hamas condanna a morte 4 persone con la “solita” accusa di collaborazionismo

Gaza: Hamas condanna a morte 4 persone con la “solita” accusa di collaborazionismo

Medio Oriente: tribunale militare di Hamas condanna a morte quattro palestinesi per spionaggio Gaza City, 13 Gennaio 2016 – Un tribunale miliare di Hamas nella Striscia di Gaza ha condannato […]

Gaza, “Corpi ridotti in poltiglia”: la dura accusa di Amnesty International contro Hamas

Gaza, “Corpi ridotti in poltiglia”: la dura accusa di Amnesty International contro Hamas

«Corpi ridotti in poltiglia». Così Hamas governa Gaza, trucidando il popolo che dice di difendere Un rapporto pubblicato da Amnesty International descrive i «crimini di guerra» compiuti dai terroristi islamici […]

Gaza: Hamas uccide più di 30 persone, accusate di essere “collaborazionisti”

Gaza: Hamas uccide più di 30 persone, accusate di essere “collaborazionisti”

Gaza: Hamas uccide più di 30 persone, accusate di essere “collaborazionisti” Gaza, 29 Luglio 2014 – Nei giorni scorsi Hamas ha sommariamente “giustiziato” più di 30 palestinesi accusati di collaborare […]

Gaza: altra condanna a morte del tribunale di Hamas

Gaza: altra condanna a morte del tribunale di Hamas

Gaza: altra condanna a morte del tribunale di Hamas Gaza City, 6 Febbraio 2014 – Un “tribunale militare” di Hamas a Gaza ha condannato a morte un palestinese e all’ergastolo […]

Striscia di Gaza: Hamas continua a riempire il proprio arsenale

Striscia di Gaza: Hamas continua a riempire il proprio arsenale

Striscia di Gaza: Hamas continua a riempire il proprio arsenale Gaza, 18/02/2009 – Hamas si è impadronita di 7 tonnellate di armi e munizioni, residuati della controffensiva israeliana del gennaio […]

Lista Commenti
Aggiungi il tuo commento

Fai Login oppure Iscriviti: è gratis e bastano pochi secondi.

Nome*
E-mail**
Sito Web
* richiesto
** richiesta, ma non sarà pubblicata
Commento

  • #1Emanuel Baroz

    Comandante di Hamas giustiziato perché gay

    di Sarah F.

    Lo scorso 8 febbraio riferivamo di un comandate di Hamas, Mahmud Eshtewi, giustiziato perché giudicato una spia. In realtà, secondo il New York Times, il motivo della esecuzione sarebbe un altro: Mahmud Eshtewi era gay.

    Tradimento, furto e soprattutto turpitudine morale, un termine eufemistico usato da Hamas per individuare i rapporti omosessuali, questi sarebbero i veri motivi per cui Mahmud Eshtewi è stato giustiziato.

    Mahmud Eshtewi, importante membro delle Brigate Ezzedin al-Qassam, ha sempre negato di essere una spia al soldo di Israele. Una indagine di Human Rights Watch ha stabilito che il membro di Hamas ha subito durissime torture durante la sua detenzione e che fino alla fine ha negato di essere una spia. Ma secondo Hamas Eshtewi aveva anche rubato e aveva un comportamento sessuale molto dubbio circoscrivibile nel termine “turpitudine morale”, cioè aveva rapporti omosessuali, un reato gravissimo per un membro delle Brigate Ezzedin al-Qassam che tra i vari compiti hanno anche quello di vigilare sulla moralità a Gaza.

    In varie occasioni ci è capitato di paragonare Hamas allo Stato Islamico e all’Iran, quello stesso Hamas che i cosiddetti “difensori dei Diritti Umani” chiamano con il termine di “resistenza”. Ora vorremmo sapere cosa ne pensano questi fantomatici difensori dei Diritti Umani in merito ai motivi della esecuzione di Mahmud Eshtewi e se non pensino che Hamas sia esattamente come l’ISIS che getta gli omosessuali dai tetti delle case o come il regime iraniano che preferisce impiccarli.

    http://www.rightsreporter.org/hamas-giustizia-presunto-traditore-cresce-il-malcontento-a-gaza/

    2 Mar 2016, 16:48 Rispondi|Quota
    • #2Parvus

      @Emanuel Baroz:
      Non diranno assolutamente niente. Ai gay e alle femministe occidentali, interessano solo i loro diritti, dei diritti di chi vive negli stati islamici, se ne fregano altamente.

      4 Mar 2016, 16:39 Rispondi|Quota
  • #3Daniel

    «Omosessuale e spia israeliana». Hamas tortura e uccide uno dei suoi comandanti

    di Leone Grotti

    I familiari di Mahmoud Ishtiwi, jihadista di ferro, attaccano il regime di Hamas: «Siamo figli di questo movimento. Ma ci avete tradito: pagherete davanti ad Allah»

    Era uno dei comandanti più in vista di Hamas, il gruppo di terroristi islamici che controlla Gaza, proveniva da una famiglia blasonata di fedelissimi che nel 2014 hanno combattuto contro Israele supervisionando la costruzione di tunnel per attaccare sul suolo israeliano. Aveva 34 anni, eppure un mese fa i suoi uomini dopo averlo torturato ripetutamente l’hanno ucciso in piazza con tre colpi di arma da fuoco al petto.

    OMOSESSUALITÀ. Che cos’ha fatto Mahmoud Ishtiwi per meritare una simile morte? È stato accusato di depravazione morale. Tradotto, di essere omosessuale. Ishtiwi, che ha lasciato a Gaza due mogli e tre figli, non è il primo jihadista ad essere ucciso dai suoi stessi compagni ma ciò che è strano, riporta il New York Times, è il modo in cui i suoi familiari hanno denunciato pubblicamente l’ingiustizia e la barbarie del regime islamico di Hamas.

    LEADER ESTREMISTI. La famiglia Ishtiwi è famosa a Gaza per aver rischiato la vita ospitando in casa il comandante in capo delle brigate al-Qassam, il braccio armato di Hamas, Mohammed Deif, ricercato dall’esercito israeliano. Ma da quando Yehya Sinwar è stato eletto nel 2012 rappresentante politico delle brigate al-Qassam, non c’è più rispetto neanche per i veterani: «È ancora più estremista degli altri leader», spiega Ibrahim al-Madhoun, scrittore vicino ad Hamas, «vuole che l’esercito sia puro. I membri delle Brigate sono le persone più importanti di Gaza ma lui vuole far vedere che non sono intoccabili».

    PEDIGREE JIHADISTA. Il pedigree jihadista di Ishtiwi era eccellente: nel 2001, a 19 anni, si è unito alle brigate al-Qassam, insieme a tre dei suoi cinque fratelli. Uno di loro, Ahmad, è stato ucciso da un bombardamento israeliano nel 2003. Dopo essere diventato comandante di Zeitoun, il quartiere di Gaza dove è nato, le bombe israeliane hanno colpito nel 2014 la casa della sua famiglia e quella della sua seconda moglie. Poi però è cambiato tutto, continua il Nyt dopo aver parlato con la madre della vittima e con undici dei suoi parenti.

    «TELENOVELA DELLA TORTURA». Nel gennaio del 2015 è stato accusato di aver distratto dei fondi destinati alla sua unità e il regime islamico quando si tratta di queste cose usa la mano pesante. Dopo essere stato arrestato e imprigionato, Ishtiwi ha subito ammesso di aver trattenuto alcuni fondi e da quel momento «è iniziata la telenovela della tortura», spiega una delle sue sorelle: gli ufficiali di Hamas infatti si sono insospettiti per quella rapidissima confessione.

    OMOSESSUALE E SPIA ISRAELIANA. Le indagini sarebbero arrivate a un uomo che ha ammesso di aver avuto rapporti sessuali con lui. I soldi trattenuti, secondo gli ufficiali, sono stati usati per pagare rapporti sessuali e non far parlare il suo amante. Dopo l’accusa di omosessualità, è arrivata quella di spionaggio per gli israeliani, i quali gli avrebbero estorto delle informazioni sensibili minacciando di rivelare appunto la sua omosessualità. Ishtiwi ha confessato tutto ma a marzo ha rivelato a suo fratello Hussam di averlo fatto dopo ripetute torture. Alle sue mogli ha aggiunto: «Mi hanno quasi ucciso. Ho confessato cose che non ho mai fatto in tutta la mia vita. È un’ingiustizia». Due delle sue sorelle, Buthaina e Samia, visitandolo in prigione a giugno l’hanno visto piangere a dirotto. Diceva solo: «Sono vittima di un’ingiustizia».

    PROTESTE PUBBLICHE. Le due sorelle si sono recate a giugno dal leader di Hamas a Gaza, Ismail Haniyeh, chiedendogli se il fratello poteva avere un avvocato. «No». Poteva essere visitato dalla Croce Rossa? «No». Il suo caso poteva essere rivisto da una commissione interna? «Forse». Ma la commissione non è mai stata istituita e a luglio decine di parenti e vicini si sono recati sotto la casa di Haniyeh per inscenare una rarissima protesta pubblica ma sono stati mandati via e picchiati dagli uomini della sicurezza.

    «FIDUCIA TRADITA». A quel punto, Buthaina ha raccontato a tutto il mondo il caso di suo fratello su Facebook: «Siamo figli di questo movimento [Hamas]. Pensavamo di poter risolvere tutto tra di noi. Invece la nostra fiducia è stata tradita». Ad agosto dell’anno scorso la famiglia ha per l’ultima volta visto Ishtiwi. La madre ha addirittura registrato un video di otto minuti indirizzato a Deif, il capo delle brigate al-Qassam, nel quale lo implora di salvare suo figlio e gli ricorda di come la sua famiglia ha rischiato la vita per proteggerlo in casa dalle bombe israeliane. «Fatemi vedere mio figlio, liberatelo», piange, «o pagherete davanti ad Allah il giorno del giudizio».

    ZULUM. Ma non c’è stato niente da fare. L’ultimo tentativo i familiari di Ishtiwi l’hanno fatto il 6 febbraio, parlando nella loro casa di Zeitoun fino alle due di mattina del giorno seguente con un importante imam di Hamas. Tutto inutile: lo stesso 7 febbraio, più tardi, dopo la preghiera della sera, Ishtiwi è stato ucciso con tre colpi di proiettile. Sul suo petto, dicono i familiari, si era inciso con un coltello la scritta “zulum”: vittima di ingiustizia.

    Leggi di Più: «Gay e spia». Hamas uccide un suo comandante | Tempi.it
    Follow us: @Tempi_it on Twitter | tempi.it on Facebook

    http://www.tempi.it/omosessuale-e-spia-israeliana-hamas-tortura-e-uccide-uno-dei-suoi-comandanti

    2 Mar 2016, 19:38 Rispondi|Quota
  • #4Parvus

    Gli omofili italiani invece sbraitano all’inciviltà perché non si danno i bambini ai gay. Ma sia loro che i gay, non si turbano minimamente per i crimini islamici.

    4 Mar 2016, 16:36 Rispondi|Quota
  • #5Emanuel Baroz

    «Omosessuale e spia israeliana». Hamas tortura e uccide uno dei suoi comandanti

    http://www.tempi.it/omosessuale-e-spia-israeliana-hamas-tortura-e-uccide-uno-dei-suoi-comandanti

    6 Mar 2016, 18:41 Rispondi|Quota