«Vendevano materiale bellico all’Iran»: sei arresti a Como
Le indagini partite nel 2013. Dai controlli effettuati su un gruppo di iraniani che, per un breve periodo, hanno soggiornato sul Lario è emerso che facevano da intermediari per l’acquisto di materiali potenzialmente utilizzabili a scopo militare
di Anna Campaniello
Acquistavano in Italia e Germania ed esportavano in Iran materiali destinati alla realizzazione di armi e strumenti da utilizzare nel settore militare. L’organizzazione, composta da iraniani residenti a Torino, Firenze e Padova e da un italiano, è stata scoperta dalla guardia di finanza di Como, che venerdì mattina ha eseguito sei ordinanze di custodia cautelare, tre delle quali in carcere. L’inchiesta è partita alla fine del 2013 dai controlli effettuati dal Nucleo tributario delle Fiamme gialle di Como su alcuni cittadini iraniani che per un breve periodo avevano soggiornato sul Lario. I primi accertamenti hanno permesso di verificare che gli stranieri facevano da intermediari per acquistare in Italia e Germania per conto di loro connazionali che vivevano invece in Iran, di materiali dual use, potenzialmente utilizzabili per la realizzazione di armi e strumenti bellici. L’inchiesta, coordinata dai sostituti procuratori di Milano Maurizio Romanelli e Adriano Scudieri, ha permesso di verificare che gli iraniani acquistavano in particolare macchinari per la fabbricazione di tubi in acciaio potenzialmente destinati alla realizzazione di missili, motori e componenti di aerei ed elicotteri.
Un italiano come prestanome
L’attenzione degli investigatori si è poi concentrata sul traffico di noc base stations, ovvero di apparecchiature che, appositamente modificate, vengono utilizzate per creare una rete di collegamento a banda larga criptata e sicura, che può essere impiegata per le comunicazioni in ambito militare. Alcune di queste basi sono state sequestrate dalle Fiamme gialle nell’ambito dell’inchiesta, mentre non risultano altri materiali bloccati dalla Finanza. Al termine dell’attività d’indagine, venerdì mattina i militari della Tributaria di Como hanno eseguito sei ordinanze di custodia cautelare. Tre iraniani, residenti a Torino, Firenze e Padova sono stati trasferiti in carcere mentre altri due, tra i quali l’unico italiano coinvolto hanno ottenuto i domiciliari e un ultimo l’obbligo di firma. Il ruolo dell’italiano, secondo quanto accertato era di prestanome per numerose delle operazioni che in realtà facevano capo agli iraniani. I finanzieri hanno ricostruito i canali, nazionali e internazionali, attraverso i quali gli arrestati gestivano acquisti ed esportazioni, oltre a ricevere il denaro. Gli arrestati sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere, violazione delle disposizioni comunitarie inerenti alle misure restrittive nei confronti dell’Iran e della normativa sul controllo dell’esportazione, importazione e transito di materiale di armamento, in tutti i casi con l’aggravante della transnazionalità dei comportamenti illeciti.
#1Emanuel Baroz
Traffico di materiale bellico verso l’Iran, due arresti a Padova
Inchiesta della Procura di Como, i provvedimenti nei confronti di cinque iraniani e un italiano
PADOVA. Sei ordinanze di custodia cautelare a carico di cinque iraniani ed un italiano sono in corso di esecuzione da parte del militari del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Como nell’ambito di un’inchiesta riguardante operazioni di mediazione finalizzate all’approvvigionamento di materiali «dual use» potenzialmente impiegabili nel settore bellico.
L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto antiterrorismo Maurizio Romanelli e dal pm Adriano Scudieri, riguarda l’acquisto e l’esportazione verso l’Iran di macchinari per la fabbricazione di tubi in acciaio da utilizzare come potenziale materiale missilistico e di apparecchiature idonee, se modificate, a creare una rete a banda larga per scopi militari, e anche di motori e componenti di aerei ed elicotteri.
Le ordinanze sono state eseguite nelle province di Torino, Firenze e Padova. In particolare, a Padova, un iraniano è finito in carcere e un italiano agli arresti domiciliari.
I destinatari della misura cautelare firmata dal gip di Milano Ambrogio Moccia sono Reza Hashemizad, 53 anni, Seyedmohammadjavad Sadri Meher Sadri, 34 anni, Russo Craig Soroudi, 66 anni, Habib Thoidi Sabet 37 anni e residente a Fiesole (Firenze), tutti di origine iraniana, e Alberto Marchiori, 75 anni, residente a Padova. Inoltre c’è anche una donna, Shirin Shaki, 56 anni e anche lei di origine iraniana.
L’italiano,
secondo il capo di imputazione, avrebbe avuto un «ruolo di prestanome e delegato formale di Hashemi e Sadri Mehr», ritenuti, il primo il promotore e l’organizzatore dell’associazione, e l’altro il suo braccio destro, «coadiuvando questi ultimi nello svolgimento delle attività criminose».
http://mattinopadova.gelocal.it/padova/cronaca/2016/03/04/news/traffico-di-materiale-bellico-verso-l-iran-un-arresto-a-padova-1.13064472?refresh_ce