Il signor Dalemmah non si smentisce mai: “Renzi? E’ un uomo del Mossad”
Roma, 7 Marzo 2016 – Interessante ed inquietante allo stesso tempo quanto scritto oggi sul Corriere della Sera da Maria Teresa Meli, secondo cui Massimo D’Alema avrebbe detto nel corso di una cena con amici in cui si stava discutendo dei risultati elettorali nelle ultime elezioni amministrative che Renzi sarebbe un uomo del Mossad e che quindi andrebbe fermato:
“…Milano, Napoli, Roma. Tre successi di fila per il premier, che chiude così l’ennesima partita con gli avversari interni. Eppure a Roma, contro il premier, si era mosso un plotone quanto mai variegato. Diceva Walter Veltroni, qualche giorno fa, agli amici: «Giachetti e Morassut sono testa a testa, la vittoria del vice presidente della Camera non è affatto scontata». E Massimo D’Alema, nel corso di una cena: «Renzi è un uomo del Mossad, bisogna sconfiggerlo»…“
Mentre scriviamo non sono arrivate ancora smentite da parte dell’interessato, mentre ci sembra interessante riportare quanto scritto dal deputato Emanuele Fiano, sempre del PD, sul proprio profilo Facebook:
“Se fosse vero che Massimo D’Alema avrebbe apostrofato Renzi, come scrive il Corriere, parlandone in una cena privata, dicendo che è un uomo del Mossad, e pertanto va fermato, l’episodio chiarirebbe cosa produca nell’ex premier perdere le battaglie politiche : far riemergere il peggior ciarpame antisionista o comunque denigratorio di Israele contro i propri avversari politici. Lui peraltro noto per una celebre passeggiata a braccetto con un dirigente di Heizbollah. Personalmente io voglio credere che sia solo una diceria, sono convinto che Massimo D’Alema conosca bene il confine tra la critica politica e la denigrazione, e fra la legittima critica politica ai governi d’Israele e l’uso di quel riferimento allo Stato d’Israele come marchio d’infamia. Sarebbe bella una sana smentita da parte di D’Alema“
Non è d’altronde la prima volta che D’Alema parla di Israele in termini e modi da provocare reazioni tanto dure quanto imbarazzanti per sé, ma anche per gli uomini che gli sono succeduti alla guida del governo e della diplomazia d’Italia.
Meno di due mesi fa, intervistato proprio dal Corriere della Sera, D’Alema parlò di Israele come di “un problema, più che un alleato” per via del “ruolo negativo” che svolge sull’altra sponda del Mediterraneo. E all’ambasciatore d’Israele a Roma, Naor Gilon, azzardatosi a scrivere al Corriere per dolersi della “ossessione” avvertita “da molti anni dal signor D’Alema” nei riguardi dello Stato ebraico, scambiato più per la causa, o concausa, che per la vittima del terrorismo che insanguina il Medio Oriente, il nostro rispose contestandone il lavoro che svolge in Italia. Un lavoro, ad avviso di D’Alema, più “attivo” e “dinamico” che diplomatico, più di partecipazione alla politica italiana che di rappresentanza del proprio governo.
In particolare, l’ex presidente del Consiglio e ministro degli Esteri italiano accusò l’ambasciata israeliana a Roma di essere diventata “un centro di iniziative politiche che dispensa giudizi su questo o quell’esponente” della politica italiana
#1Emanuel Baroz
Cosa significa la nuova presa di distanze di D’Alema da Renzi
di Massimo Bordin
“Io mi occupo di politica estera” è la risposta che spesso ha dato Massimo D’Alema a chi gli ha chiesto del Pd. Altre volte, come pochi giorni fa sulle primarie di domenica, ha detto altre cose sul partito di Renzi, assai più dirette. Ma non c’è dubbio, se il tono e la scansione delle parole e la mimica facciale hanno un senso, che la sua più netta e sprezzante presa di distanza dal segretario-premier sia espressa con la frase appena citata. Tanto più che, immancabilmente, dopo ha sempre aggiunto che i suoi impegni all’estero sono relativi al ruolo di presidente della fondazione più importante del socialismo europeo, che raccoglie tutte le altre compresa quella, ItalianiEuropei, da lui guidata. Come possa conciliarsi un atteggiamento del genere con l’ipotesi di una sua partecipazione a un progetto di lista comunale che coinvolgerebbe, oltre all’evidentemente recalcitrante direttore della Treccani Massimo Bray, l’ex sindaco Ignazio Marino, il pencolante candidato sindaco Stefano Fassina e Paolo Cento nella veste di mediatore e arbitro, ecco, io questo non riesco proprio a immaginarlo. E non riesco a convincermi di quello che ieri scrivevano molti giornali e mi raccontavano persone che in materia sono sicuramente più informate di me.
http://www.ilfoglio.it/bordin-line/2016/03/10/cosa-significa-la-nuova-presa-di-distanze-di-dalema-da-renzi___1-vr-139231-rubriche_c225.htm
#2Emanuel Baroz
Caro D’Alema, lascia perdere il Mossad
http://thecandelabra.blogspot.it/2016/03/caro-dalema-lascia-perdere-il-mossad.html
#3Emanuel Baroz
Perché la frase di D’Alema su Renzi uomo del Mossad è un caso politico
http://formiche.net/2016/03/09/perche-la-frase-di-dalema-su-renzi-uomo-del-mossad-e-un-caso-politico/
#4Emanuel Baroz
Matteo Renzi, Massimo D’Alema e il Mossad. Che combina il Leader Maximo?
http://formiche.net/2016/03/08/matteo-renzi-massimo-dalema-e-il-mossad-che-combina-il-leader-maximo/
#5Emanuel Baroz
MA DAVVERO PER D’ALEMA RENZI, E’ L’UOMO DEL MOSSAD?
http://www.massimominnetti.eu/?p=2929
#6gianni centola
baffetto ovvero d’alema ( la boria fatta uomo) puo’ aprire bocca e sputare su Israele e
quando l’ambasciatore dello stato offeso si fa sentire,neanche si scusa?Ottimo l’interven
to di Emanuele Fiano, che ha centrato in pieno il grave tumore che questo infimo essere
antisemita ha nella testa.Il parassita e’ in politica da 50 anni ma non ha lasciato alcun
segno o ricordo di un qualcosa per cui l’Italia debba essere fiera di annoverarlo tra i suoi
politici.
#7Francesco Possi
Magari lo fosse, sarei molto più tranquillo sull’eventualità di attacchi islamici in Italia…