Quei burocrati dell’Onu che paragonano Israele allo Stato islamico
di Giulio Meotti
Docente di diritto alla Queen Mary University di Londra, Penny Green è la prima candidata al ruolo di inviata dell’Onu per Israele e i Territori palestinesi, nomina che dovrà presto fare il Consiglio dei diritti umani di Ginevra. Sarebbe una scelta davvero imparziale. La professoressa Green accusa Israele di “pratiche criminali di stato”, “pulizia etnica” e “apartheid” e paragona Israele allo Stato Islamico. Green si è anche lamentata che “Stati Uniti e Regno Unito non hanno ancora iniziato a bombardare Israele per le sue stragi”. L’altro candidato è un po’ più decente. Si tratta del professore canadese Michael Lynk, che firma petizioni anti-Israele e che chiede di perseguire Israele per i suoi crimini di guerra.
Considerando che senza il veto degli Stati Uniti Israele sarebbe già stato messo all’indice dal Consiglio di sicurezza dell’Onu; considerando che Israele è trattato peggio della Corea del Nord al Consiglio dei diritti umani di Ginevra; considerando che nelle scuole dell’Onu a Gaza si stoccano missili da lanciare contro Israele; considerando che la corte dell’Onu all’Aia ha trattato gli ufficiali israeliani come canaglie naziste, cosa c’è di così scandaloso nel nominare come inviata dell’Onu una burocrate che paragona il califfo al Baghdad al primo ministro Netanyahu?
Nella foto in alto: Penny Green