Invito al predicatore anti Israele. Fontana contro la scuola per Imam
Suwaidan «sgradito» in Belgio e Usa, in maggio sarà a San Giovanni Lupatoto
Verona – «Tutte le madri della nazione islamica, non solo le madri palestinesi, devono allattare i loro bambini con l’odio per i figlio di Sion. Noi li odiamo. Sono i nostri nemici». Di lui, nel novembre del 2014, il primo ministro e quello dell’Interno belga, dissero che «questo predicatore ha inaccettabili credenze antisemite e la sua presenza qui è una minaccia per l’0rdine pubblico» e gli negarono il permesso d’ingresso in Belgio. È stato dichiarato «persona sgradita» in America – dove è stato indagato come finanziatore dei Fratelli Musulmani- e in Gran Bretagna. Ma tra poco più di un mese Tareq Al Suwaidan, scrittore, storico, imprenditore e, soprattutto, predicatore musulmano sarà in Italia. Un «tour», dal 7 al 17 maggio, che lo porterà anche a San Giovanni Lupatoto dove ha la sua sede nazionale l’Associazione Islamica italiana degli Imam e delle Guide religiose.
Una «scuola», nata negli stessi giorni degli attentati di Parigi che «come scopo ha quello di preparare degli Imam che abbiano una formazione occidentale e conoscano le leggi e i fondamenti del Paese nel quale predicheranno, per evitare qualsiasi tipo di estremismo», dissero allora i promotori. Ma tra una lezione sulla Costituzione italiana e una sul Corano, evidentemente c’è spazio anche per un predicatore come Al Suwaidan che, stando alla rivista Forbes, è al secondo posto nel mondo per reddito annuale tra gli oratori islamici. «Divulgatore» con un utile netto da un milione di dollari, il predicatore kuwaitano. Che se odia Israele non è che ami l’Occidente. «Dobbiamo dirgli che stiamo stendendo una mano di pace ora, ma non sarà così a lungo», dichiarò nel Duemila. Ma a quanto pare non disdegna di venirci a far proseliti. E la sua annunciata calata a San Giovanni – oltre che a Como e a Reggio Emilia – non è sfuggita al vicesegretario della Lega Nord nonché eurodeputato Lorenzo Fontana.
«È preoccupante – ha dichiarato – che l’associazione islamica che si occupa della formazione degli Imam, quegli stessi Imam che poi predicheranno in Italia, inviti nel nostro Paese per un ciclo di incontri itinerante di dieci giorni un esponente dei Fratelli Musulmani, personaggio che incita espressamente all’odio e al martirio contro Israele, e per queste posizioni bandito in Belgio e non gradito in altri Paesi». «Preoccupazione» che Mohsen Khochtali, responsabile del dialogo interreligioso della comunità islamica di Verona, rimanda al mittente . Con gli interessi. «Noi non abbiamo invitato Suwaidan per propagandare le sue idee, ma per il suo lavoro di formatore. Non potrà esporre le sua ideologia politica n e se lo farà dal pulpito della nostra moschea saremo i primi a mandarlo via. Da noi viene come “tecnico”, per “formare” e non per esprimersi. Noi non siamo responsabili per quello che ha detto in passato. È gente come Fontana che invece fomenta l’odio razziale con le sue parole populiste, che confonde l’Islam con il terrorismo, quando è chiaro che i terroristi non hanno niente a che fare con la nostra religione e con i milioni di musulmani che vivono in pace e subiscono le loro azioni». Replica di Fontana: «La mia non è assolutamente una questione sull’Islam, ma su questa persona. C’è da chiedersi perché altri Paesi lo hanno dichiarato “sgradito” e in Italia può venire a predicare, soprattutto in un momento particolare come questo…».
Tant’è. Ognuno rimane sulla propria barricata. E il bailamme sulla venuta di Tareq Al Suwaidan è solo all’inizio.
(Fonte: Corriere del Veneto, 2 Aprile 2016)
Nella foto in alto: Tareq Al Suwaidan, il predicatore musulmano noto per le sue tesi antisemite
#1Emanuel Baroz
Arriva a Verona Al-Suwaidan, predicatore anti-Israele
Tareq Mohammed Al-Suwaidan, al secondo posto della classifica mondiale di Forbes per la fama e molto criticato per alcune sue posizioni giudicate estremiste, sarà prossimamente a Verona. «Non abbiamo ancora una data e un luogo, ma qualcosa su Verona credo la faremo», ha detto all’Arena il portavoce dell’Associazione islamica italiana degli Imam e delle guide religiose Aboulkheir Breigheche. La tappa veronese di Al-Suwaidan andrà dunque a inserirsi nel tour che lo vedrà impegnato in Italia dal 7 al 17 maggio su invito dell’Associazione degli Imam.
«È preoccupante che l’ associazione islamica che si occupa della formazione degli imam – commenta l’eurodeputato veronese nonchè vice segretario della Lega Nord Lorenzo Fontana – quegli stessi imam che poi predicheranno in Italia, inviti nel nostro Paese per un ciclo itinerante di incontri di dieci giorni Tareq Suwaidan, esponente dei Fratelli Musulmani, personaggio che incita espressamente all’odio e al martirio contro Israele, e per queste posizioni bandito in Belgio e non gradito in Gran Bretagna e Stati Uniti».
Breigheche cerca di ridimensionare: «si tratta di un corso di aggiornamento a cui Al-Suwaidan non partecipa come teologo ma come riconosciuto comunicatore ed esperto del mondo islamico. Non ci viene a indottrinare, ma a formare su come svolgere un sermone, come tenere una lezione, come parlare in pubblico».
http://www.vvox.it/2016/04/02/al-suwaidan-estremista-preoccupante-invito-a-verona/
#2Emanuel Baroz
Lombardia e Veneto in trincea. «No al predicatore anti-lsraele»
Coro di proteste contro l’imam estremista. Il kuwaitiano Tareq Al Suwaidan, già dichiarato sgradito da Usa e Belgio, terrà conferenze in Italia dal 7 al 17 maggio. Il portavoce della sinagoga di Milano: «Zone grigie da isolare»
di Claudia Osmetti
La tournée italiana di Tareq Al Suwaidan, predicatore kuwaitiano col pallino dell’antisemitismo, rischia di finire prima che prenda in mano il microfono. Dalla Lombardia al Veneto la levata di scudi è unanime, quei dieci giorni in programma all’insegna dell’odio verso Israele e l’Occidente devono essere «bloccati». Parola di Nicola Molteni, deputato comasco della Lega Nord, che dà voce a perplessità per la verità espresse – anche via internet – non solo da politici, ma anche da cittadini: «Al Suwaidan profetizza la conquista di Roma e la sottomissione dei cristiani: nel delirante tour che gli è stato bandito in Belgio e negli Stati Uniti è prevista una tappa anche a Como: non lo vogliamo, dev’essergli impedito di entrare nel Paese per fare proselitismo».
Il diretto interessato, classe 1953, laurea master e dottorato in America, una militanza nelle file dei Fratelli Musulmani, l’organizzazione islamista diffusa soprattutto in Egitto e dichiarata fuorilegge da una mezza dozzina di Paesi arabi, dovrebbe tenere una serie di conferenze in Italia dal 7 al 17 maggio prossimo. Sul patrio suolo l’ha invitato l’Associazione islamica italiana degli Imam e delle guide religiose, una vera e propria “scuola” diretta ai capi delle varie comunità islamiche dello Stivale. Il volantino che pubblicizza l’evento è scritto rigorosamente in arabo. Come a dire: roba nostra. Quelle “lezioni”, tutte sermoni e indottrinamento del tipo il-Califfato-sta-arrivando, non saranno aperte al pubblico. Nossignori: unicamente dedicate alle guide religiose (musulmane, manco a dirlo).
Ma se Suwaidan ha intenzione di salire in cattedra pure nella sede dell’associazione a San Giovanni Lupatoto (pochi chilornetri a sud di Verona), anche in Veneto c’è chi è pronto a mettergli i bastoni tra le ruote. Come Lorenzo Fontana, eurodeputato ancora del Carroccio, che si dice «preoccupato» dell’ arrivo in Italia del predicatore milionario – secondo la rivista statunitense Forbes, Suwaidan è il secondo oratore islamico più ricco al mondo per reddito)
che odia Israele: «La mia non è una questione sull’Islam – puntualizza il leghista, – ma sulla persona: c’è da chiedersi perché altri Paesi lo hanno dichiarata “sgradito” ma da noi può venire a predicare, in un momento particolare come questo».
Anche perché il “divulgatore” che ha già messo in subbuglio mezza Italia è tutt’altro che ponderato. Basta dare una letta ai suoi numerosi interventi, disseminati qua e là nel web. Nel 2014 pontificava che «il sangue che sacrifichiamo è certamente prezioso, ma i nostri morti sono in paradiso mentre i loro [degli israeliani, ndr] sono all’inferno». Oppure: «Tutte le madri islamiche, non solo quelle palestinesi, dovrebbero allattare i propri figli con l’odio verso i figli di Sion». O ancora: «La Palestina sarà liberata solo con la jihad, gli ebrei verranno finiti dalle nostre mani». Vedi alla voce: islam moderato.
Così a Como anche la Digos sta avviando accertamenti su quell’appuntamento che vedrebbe Al Suwaidan parlare dal palco del Just Hotel di Lomazzo. Lo stesso parroco di Rebbio, frazione di Como, don Giusto Della Valle, si è lasciato sfuggire che «se davvero siamo di fronte a un predicatore fondamentalista è difficile dire sì all’incontro». E se il presidente dell’Ucoii, l’Unione delle comunità islamiche d’Italia, Ezzedine El Zir, interpellato da Libero sulla faccenda, ha tergiversato per più di un giorno, rifiutandosi alla fine di commentare l’iniziativa, Davide Romano, portavoce della sinagoga Beth Shlomo di Milano, non ha dubbi: «Come con le Brigate Rosse, il terrorismo islamico va combattuto con le forze di sicurezza ma non solo. Vanno prosciugate le zone grigie o addirittura di simpatia verso l’integralismo: per questo è importante isolare i predicatori di odio come Suwaidan. E devono essere i musulmani per primi a farlo. Altrimenti domani nascerà una nuova organizzazione jihadista in un ciclo infinito che abbiamo già visto».
(Fonte: Libero, 3 Aprile 2016)
#3Parvus
Islam = razzismo.
Comunismo = Utili idioti.
#4Emanuel Baroz
Tareq Suwaidan, predicatore antisemita in Italia. Ecco le prove del suo estremismo
Analisi di Valentina Colombo
Abulkheir Breigheche, presidente del Consiglio dei garanti dell’Associazione Islamica Italiana degli imam e delle guide religiose, interpellato il 2 aprile scorso da L’Arena di Verona circa la venuta in Italia del controverso predicatore kuwaitiano Tareq Suwaidan, ha dichiarato che quest’ultimo è “una persona illuminata, aperta, moderata che sa anche criticare il mondo occidentale.” Ha dichiarato di conoscere bene Suwaidan che “sa criticare in modo costruttivo l’Occidente, ma anche il mondo islamico” e ha aggiunto: “Lo bollano perché critica Israele? E’ vietato forse? Un conto è criticare, un conto è essere antisemiti.” Breigheche sostiene altresì di non avere mai sentito propositi antisemiti dal predicatore che è “reclama il diritto del popolo palestinese.” In ogni caso Breigheche, unitamente al responsabile del Consiglio islamico di Verona, ha ribadito che non è stato invitato come teologo, bensì come tecnico che formerà su come svolgere un sermone, come tenere una lezione, come parlare in pubblico, in altre parole si tratterà di un semplice “media training”.
Quanto alle presunte apertura e moderazione di Suwaidan è già stata fornita un’ampia letteratura nell’articolo pubblicato il 31 marzo scorso. Stupisce invece che Breigheche, il quale sostiene di conoscere molto bene il predicatore tanto da averlo invitato, non abbia mai letto l’Enciclopedia illustrata degli ebrei, scritta e pubblicata da Suwaidan. Qui si l’autore ringrazia “Allah – Egli è l’Altissimo – che ci ha insegnato, guidato e rammentato la conoscenza del nostro nemico, ci ha avvertiti nei confronti degli ebrei e delle loro macchinazioni. Allah – Egli è il Potente – ha detto: ‘Voi vi accorgerete che i peggiori nemici sono gli ebrei e coloro che associano altri ad Allah’. Per questo motivo prego e mi affido all’Inviato di Allah che ha affrontato la malvagità e la perfidia degli ebrei e fu paziente, sopportò, ma infine fu costretto a combatterli e poi li espulse poiché non aveva altra possibilità.” Che le posizioni di Suwaidan siano non solo anti-sioniste, ma anche antisemite, è confermato da alcune delle numerosissime affermazioni contro gli ebrei che animano le 429 pagine del testo e che qui riportiamo. scrisse Nell’introduzione all’Enciclopedia, Suwaidan ne illustra i principali obiettivi e ribadisce che Israele ed ebrei sono sinonimi di nemici di Allah e dei musulmani:
“1. Studiare il più malvagio nemico della umma, Israele, perché come possiamo affrontare un nemico che non conosciamo? […] 6. Conoscere la grandezza della nostra religione attraverso la conoscenza delle idiozie e delle alterazioni che vi hanno apportato gli ebrei 7. Conoscere le caratteristiche e il modo di agire degli ebrei così come sono stati descritti nel Nobile Corano che ci ha messi sull’avviso 8. Una presa in esame della loro malvagità, della loro perfidia, della loro falsità, della doppiezza che praticano in tutte le nazioni.[…]”
A pagina 63, accanto all’immagine dell’ingresso del campo di Auschwitz, si leggono le seguenti didascalie che non cadono nel negazionismo dell’Olocausto, ma – nella migliore tradizione della Fratellanza musulmana – ne sminuiscono la portata e ne giustificano le ragioni: “In Germania hanno ricevuto lo stesso trattamento che è una reazione alle loro caratteristiche negative soprattutto nel XII e XIV secolo” e “Immagine del campo di concentramento tedesco nel quale gli ebrei sostengono di essere stati cremati, ma in realtà in questi campi di concentramento venivano raccolti tutti gli oppositori dei nazisti e coloro che esprimevano ostilità.”
A pagina 84 si accenna allo strano e misterioso “avvicinamento tra cristiani ed ebrei”: “Visita di Papa Giovanni II in Palestina occupata nel 2000. Il Papa appare qui tra il primo ministro Barak e il presidente di Israele Weizman. Meraviglia l’avvicinamento ebraico cristiano nonostante gli ebrei non riconoscano il messia e accusino sua madre di adulterio” e “Nel 1969 il Vaticano emette un documento in cui si dice che i cattolici devono riconoscere lo statuto religioso dello stato di Israele e comprendere e rispettare il legame degli ebrei con quella terra. Nel 1982 papà Giovanni Paolo II annuncia che il Vaticano riconosce lo stato di Israele come un diritto e non come un dato di fatto! Poi è seguito un progressivo avvicinamento tra cristiani ed ebrei sono a rapporti diplomatici tra gli ebrei e il Vaticano dal 1993!?(Ci domandiamo: quale segreto si celi dietro questo cambiamento totale di atteggiamento della chiesa nei confronti degli ebrei?!).”
A pagina 90 si legge: “La preghiera è un legame spirituale con Dio, tuttavia gli ebrei sono legati solo alla corruzione, ai crimini e all’usurpazione dei diritti.” A pagina 102 si afferma che “La storia degli ebrei è colma di uccisioni, spargimento di sangue e distruzione di villaggi e dimore: non stupisce quindi vedere la loro legge alterata e deviante consentire loro l’uccisione dei non ebrei […] (la storia degli ebrei è piena di sangue che continua a colare. La lotta al terrorismo deve iniziare dalla lotta al terrorismo nero degli ebrei)”.
A pagina 148 si ribadisce che “Le tradizioni (ebraiche) che abbiamo riportato contengono anche alcuni aspetti positivi, tuttavia ciò non impedisce che le loro abitazioni e le loro strade siano avvolte dall’odore dell’odio che travolge chi vi si trova. Tutto questo è confermato da chi ne ha visitato le case e le dimore.” Si potrebbe affermare che quasi ogni pagina delle 429 che compongono l’opera di Suwaidan contenga un attacco nei confronti degli ebrei come popolo, come persone e smentisca quindi l’affermazione che l’autore sia “solo” nemico di Israele e per il diritto del popolo palestinese.
E’ invece altamente probabile che il predicatore kuwaitiano sia stato invitato non per arringare le folle, come nel caso dell’invito da parte di Islamic Relief Italia nel 2013, ma come “trainer”, come esperto di comunicazione. Di fatto, in numerosi video disponibili su YouTube Suwaidan compare come esperto di “leadership”, parola che egli usa anche come traduzione dell’arabo khilafa “califfato”. L’impegno di Suwaidan nella comunicazione affonda le radici nella crisi della leadership in seno alla Fratellanza musulmana. In un video in inglese offre al pubblico sei consigli pragmatici al fine di migliorare la leadership del movimento islamico. In primo luogo non collegare la leadership alla conoscenza. Suwaidan spiega che il leader non deve necessariamente conoscere a memoria il Corano, tanto che Abu Dharr, uno dei primi convertiti all’islam, era più preparato di Khalid ibn Walid e Amr ibn al-‘As ovvero i due grandi condottieri delle conquiste arabe. Suwaidan narra che Khalid ibn Walid commetteva errori di recitazione, ma si scusava dicendo: “Ero impegnato con il jihad e non con la memorizzazione del Corano.”
Il secondo consiglio è quello di non collegare la leadership con l’anzianità nel movimento “come hanno fatto i Fratelli Musulmani in Iraq e Egitto quando erano perseguitati”. Ancora una volta il modello è quello del condottiero Amr ibn al-As che fu nominato solo cinque mesi dopo la sua conversione all’islam. Suwaidan ricorda che a Omar, il secondo califfo ben guidato, che obiettò alla sua nomina venne risposto che “il profeta lo ha nominato perché in questa posizione è meglio di te”. Non bisogna nemmeno collegare la leadership alla taqwa, alla devozione, e sottolinea esempi in cui nella storia dell’islam si è combattuto e vinto guidati da persone forti e di carattere, seppur non fossero modelli di devozione. Suwaidan è chiaro: “Tutto questo riguarda la guerra ma anche la polica. Il leader è chi può vincere e giovare maggiormente all’islam.” Non si deve collegare la leadership né con l’età né con l’aspetto fisico.
Per Suwaidan l’esempio viene da Ahmad Yassin, il fondatore di Hamas, che era su una sedia a rotelle, ma era un grande leader. Infine la leadership non accetta alcuna riserva dovuta al genere di appartenenza. Secondo il predicatore kuwaitiano le donne sono senza dubbio più creative, amano consultarsi con gli uomini, ma non sanno prendere decisioni, quindi il consiglio di Suwaidan è quello di non separarle dagli uomini, ma di includerle nei direttivi seppur non con ruoli decisionali.
Per Suwaidan innanzi a un leader vero non bisogna andare per il sottile ed essere pragmatici per raggiungere l’obiettivo finale, ovvero la leadership dell’islam nel mondo. In un seminario tenuto in Malaysia, il kuwaitiano illustra il progetto di conquista graduale, proprio come delineato da Hasan al-Banna, ma anche il proprio ruolo in seno al progetto. Qui narra al proprio pubblico di avere incontrato un giorno in Qatar Yusuf al-Qaradawi, riferimento teologico della Fratellanza e dell’islam organizzato europeo con riferimento ideologico a quest’ultima, e di avergli suggerito di riflettere su un piano strategico. Qaradawi gli avrebbe risposto di essere un “analfabeta in queste cose” e lo avrebbe incaricato di occuparsene. L’impresa “formativa” e strategica nasce quindi in Qatar con Qaradawi e da quel giorno avrebbe formato più di trenta studiosi dell’International Union of Muslim Scholars e avrebbe fondato più istituti e centri preposti a creare i leader della rinascita islamica che porterà alla conquista del mondo.
Per tornare alla tournée italiana, comunque la si voglia mettere è evidente che chi lo ha invitato sta negando l’evidenza delle posizioni “alquanto discutibili”, oserei dire inaccettabili in uno stato di diritto, di Tareq Suwaidan. Non solo, ma conferma la contiguità ideologica dell’Associazione Islamica Italiana degli imam e delle guide religiose con l’ideologia della Fratellanza musulmana che vede i propri principali ideologi giustificare gli attentati suicidi in Israele e altrove ci si trovi in situazione di resistenza, che vede tra le proprie espressioni locali Hamas, che affonda le proprie radici nel pensiero di Hasan al-Banna che scrisse un’eloquente Lettera del jihad che rappresenta un elogio della guerra in nome di Allah. Purtroppo il pragmatismo e la formazione occidentale di Suwaidan sono soltanto strumenti di un’ideologia che vede negli ebrei e nei loro alleati i nemici di Allah e che vuole dettare condizioni all’Occidente in nome della libertà di espressione. Sarebbe opportuno chiarire al più presto la posizione dell’Associazione degli imam riguardo a tutte queste questioni e alle posizioni di Suwaidan che purtroppo è ben lungi dall’essere un esempio di moderazione.
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=61964
#5Emanuela
Potesse arrivare anche mio nonno ma i Paesi Arabi sono musulmani e Islamisti,no laici e nelle Aziende gli imprenditori sono tutti ebrei.