Bambina israeliana uccisa a coltellate in casa nel sonno da terrorista palestinese
Gerusalemme, 30 Giugno 2016 – Una ragazzina israeliana di tredici anni è morta dopo essere stata accoltellata nel suo letto da un terrorista palestinese di 17 anni che si era introdotto nella sua casa a Kiryat Arba, insediamento alla periferia di Hebron, nei territori contesi.
Il terrorista ha anche ferito gravemente un 31enne, membro del servizio di sicurezza interno dell’insediamento, prima di essere colpito a morte. Il ferito e’ stato portato all’ospedale Hadassah di Gerusalemme. La ragazza invece, con diverse coltellate in tutta la parte superiore del corpo, era stata trasferita allo Shaare Zedek Medical Center, ma e’ stata dichiarata morta poco dopo l’arrivo in ospedale. Secondo la stampa israeliana, l’aggressore e’ stato identificato come Mohammed Taraireh, proveniente dal villaggio di Bani Na’im, vicino Kiryat Arba. Si tratta di un parente dell’uomo che aveva compiuto un attacco con la sua auto nello stesso insediamento, a marzo.
Intanto un altro terrorista palestinese munito di coltello ha ferito gravemente due israeliani a Netanya oggi pomeriggio, prima che la polizia riuscisse ad ucciderlo.
Dall’ottobre scorso, 37 cittadini israeliani e due americani sono stati uccisi in attacchi terroristici di matrice arabo palestinese con coltello, armi da fuoco oppure investiti deliberatamente con autovetture in Israele e all’interno dei territori contesi.
(Fonte: AGI, 30 Giugno 2016)
Nella foto in alto: nel riquadro a sinistra la giovane vittima, Hallel Yaffa Ariel, in una foto recente e nel riquadro più grande mentre viene trasportata oggi in ospedale
#1VHJ
Trovo questo continuare a parlare di “insediamenti” nei territori contesi molto ma molto squallido e molto poco serio. Il contesto e la gravità dell’episodio nulla hanno a che vedere con il fatto che fossero insediamenti o meno. Qui è stata uccisa /assassinata/ privata della vita una ragazzina di tredici anni e mezzo che non ha fatto nulla, da un esaltato! Continuare a dare risalto alle cose nel contesto insignificanti fa si che in una qualche maniera l’assassino venga “giustificato” Squallido!! Inesatto!! Di parte!! Sarebbe ora che le persone che pubblicano i propri scritti si attengono ai fatti e non alla politica che in questo caso non c’entra nulla.
#2Parvus
Oltre al pianto, allo sdegno, all’esecrazione, va aggiunto che simili crimini sono resi possibili unicamente dal predominio culturale dei simpatizzanti degli arabopalestinesi. Se simili episodi suscitassero il giusto sdegno, gli arabopalestinesi eviterebbero di compierli.
#3Emanuel Baroz
Uccisa da un palestinese un’israeliana di tredici anni
di Daniel Mosseri
«Mio figlio è un eroe e mi ha resa orgogliosa. E’ morto da martire per difendere Gerusalemme e la moschea al-Aqsa. Sia lodato Allah». Sono le parole della madre di Mohammed Taraireh, il 18enne palestinese che ha accoltellato a morte la 13enne israeliana Halel ArieL Ieri mattina la ragazzina è stata pugnalata nel sonno nella sua abitazione di Kiryat Arba, un insediamento israeliano nei pressi di Hebron. Partito a piedi dal vicino villaggio di Bani Na’im, Taraireh ha scavalcato la recinzione che circonda Kiryat Arba, si è introdotto in casa Ariel, ha accoltellato Halel ed è riuscito a ferire un guardiano accorso in aiuto della giovane. Poco dopo il ragazzo è stato abbattuto da altri guardiani.
«Mio figlio ha raggiunto gli altri martiri e con il volere di Allah, tutti i giovani di Palestina seguiranno il suo cammino». Le dichiarazioni della madre del terrorista riflettono il clima di odio e incitamento alla violenza contro tutti gli ebrei – siano essi militari delle Israeli Defence Forces o bambine addormentate – che pervade i media e le scuole dell’Autorità palestinese. Nella Striscia di Gaza govemata dagli islamici di Hamas questa violenza è regolarmente festeggiata per strada, e tuttavia in Cisgiordania il clima non è molto diverso: qua l’Autorità palestinese è solita intestare scuole e uffici pubblici a «martiri» del calibro di Taraireh, le cui famiglie diventano spesso beneficiarie di pensioni, a compensare la dipartita dell’«eroe». Una politica, condotta dal presidente palestinese Mah-moud Abbas, a metà fra tolleranza e sostegno alla violenza; eppure la settimana scorsa Abbas ha condannato a parole davanti all’Europarlamento gli attacchi terroristici come mezzo di costruzione di uno Stato, guadagnandosi gli applausi dei deputati. Nel clima d’odio voluto dal suo governo è cresciuto Taraireh: poche ore prima di uccidere Halel il giovane aveva twittato che «morire è un diritto, e io voglio morire».
Il dipartimento di Stato americano ha condannato «nel modo più netto» l’atto di terrore, mentre il ministero degli Esteri tedesco ha spiegato che «nessuna religione, nessun conflitto politico, nessuna frustrazione personale possono giustificare il vile assassinio di un bambino che dorme». «Il mondo intero condanni questo atto terroristico così come è stato fatto per gli attacchi a Orlando e a Bruxelles», ha affermato il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Un appello che ancora in serata la Farnesina non aveva ritenuto necessario ascoltare. Intanto nella città costiera di Netanya due altri israeliani venivano accoltellati da un palestinese, poi ucciso dalla polizia Nelle stesse ore è stato celebrato il funerale di Halel.
(Fonte: Libero, 1 Luglio 2016)
#4Emanuel Baroz
Ancora sangue in Cisgiordania, mentre cresce il boicottaggio europeo
In Francia il primo comune che vieta i prodotti israeliani
di Mauro Zanon.
E’ stata uccisa nel suo letto, mentre dormiva, da un giovane palestinese che è riuscito a superare il muro di sicurezza che protegge il quartiere di Harsanina e a penetrare nella sua abitazione. Aveva tredici anni Hillel Yafa Ariel, ragazza israeliana che viveva con i suoi genitori a Kyriat Arba, insediamento nei pressi di Hebron. I familiari e i vicini di casa l’hanno soccorsa immediatamente per provare a salvarla, ma non c’è stato niente da fare. Poche ore dopo il suo arrivo all’ospedale di Gerusalemme è deceduta, a causa della gravità delle ferite provocate dall’accoltellamento. Ancora sangue in Cisgiordania, ancora una vittima dell’intifada dei coltelli che dallo scorso ottobre a oggi ha causato la morte di trentasette cittadini israeliani e due statunitensi.
L’attacco di ieri è uno dei più gravi da quando è scoppiata la “terza intifada”, al punto che il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, in concertazione con il ministro della Difesa, Avigdor Lieberman, ha ordinato all’esercito di chiudere il villaggio palestinese di Bani Naim, da dove veniva l’attentatore, di annullare i permessi di lavoro dei suoi famigliari e di avviare le procedure per la demolizione della loro casa. Tra le altre cose, l’autore dell’accoltellamento, il diciassettenne Mohammed Taraireh, che le guardie armate hanno abbattuto subito dopo il suo assalto, è parente dell’uomo che a marzo ha compiuto un attacco con la sua auto nello stesso insediamento ebraico di Kyriat Abra. “Mi aspetto che la leadership palestinese condanni chiaramente e senza equivoci questo orrendo omicidio e prenda immediati provvedimenti per fermare l’istigazione”, ha dichiarato Netanyahu al termine di una riunione di sicurezza. “L’assassinio di una ragazzina nel suo letto – ha aggiunto – sottolinea la sete di sangue e l’inumanità dell’istigazione indotta nei terroristi che abbiamo di fronte”. “L’intero mondo – ha continuato Netanyahu – deve condannare questo omicidio come ha condannato gli attacchi terroristici di Orlando e Bruxelles”.
Non si ferma l’intifada di coltelli, così come non si fermano in giro per l’Europa le pericolose iniziative di alcune entità pubbliche e associazioni che confermano un crescente clima di antisemitismo. L’ultima notizia in questa direzione giunge ancora una volta dalla Francia, che nel 2015, l’anno delle stragi jihadiste di Charlie Hebdo, dell’Hyper Cacher e del Bataclan, ha registrato ottomila “aliyah”, ritorni in Israele, diventando il primo paese europeo per numero di ebrei partiti. Giovedì scorso, la cittadina di Bondy, nel Seine-Saint-Denis, è diventata il primo comune europeo a rendere obbligatorio il boicottaggio dei prodotti degli insediamenti israeliani con solo 5 voti contrari in un’assemblea composta in totale da 45 eletti. A rivelare la notizia, che è stata oscurata dai principali media parigini, è stato il giornale israeliano Haaretz, citando il sito controcorrente francese Rezo Citoyen. Il sindaco socialista del comune situato a nord di Parigi, Sylvine Thomassin, ha fatto votare la mozione non solo con l’obiettivo di non acquistare più prodotti provenienti dagli insediamenti israeliani, ma anche di “ricercare prima dell’acquisto l’origine dei prodotti che non specificano chiaramente la loro provenienza”, scrive Haaretz. La mozione, votata quasi all’unanimanità dal consiglio comunale guidato dalla sinistra, potrebbe tuttavia essere invalidata dalla giustizia francese. Ma restano le intenzioni, peggiori ancora la direttiva europea sull’etichettatura dei prodotti fabbricati negli insediamenti israeliani, adottata dalla Commissione europea nel novembre 2015. I consiglieri comunali hanno dichiarato nella loro mozione che “accettare o di rifiutare di acquistare dei prodotti in funzione della loro origine” è un “diritto civile legittimo”.
Che in Francia tiri una brutta aria per la comunità ebraica, lo hanno appena evidenziato le cifre della aliyah. Che tra Parigi e Tel Aviv ci sia ancora molto da lavorare dal punto di vista diplomatico, lo certifica questa notizia.
(Fonte: Il Foglio, 1 Luglio 2016)
#5Emanuel Baroz
Dopo l’attentato, la casa del terrorista è stata immediatamente addobbata con bandiere di Fatah e dell’Olp. La sorella del terrorista si è detta “orgogliosa” del gesto del fratello. “Mio fratello è un martire, sia lode ad Allah – ha dichiarato ai mass-media – Che Allah si vendichi sugli ebrei. Ad Allah piacendo, mio fratello sarà felice in cielo. A me basta che abbia il sostegno di Allah”.
(Fonte: YnetNews, 30 Giugno 2016)
http://www.israele.net/tredicenne-israeliana-assassinata-nel-suo-letto
#6Emanuel Baroz
Tredicenne israeliana assassinata nel suo letto
Fatah e Autorità Palestinese celebrano il terrorista come “eroe” e “martire”
La tredicenne israeliana Hillel Yafa Ariel è morta allo Shaare Zedek Medical Center di Gerusalemme in seguito alle gravi ferite causate da un terrorista palestinese che giovedì mattina ha fatto irruzione nella sua casa di Kiryat Arba, presso Hebron (in Cisgiordania), e l’ha sorpresa mentre dormiva nel suo letto colpendola ripetutamente a coltellate. Il terrorista, che aveva scavalcato la recinzione di sicurezza che circonda il quartiere Givat Harsina, ha poi tentato di uccidere Shuki Gilboa, un membro delle squadre di sicurezza accorso sul posto attirato dalle grida. Benché ferito, l’uomo è riuscito a sparare e uccidere il terrorista, successivamente identificato come Muhammad Tarayreh, 19 anni, originario del villaggio di Bani Na’im, otto km a sud di Hebron.
Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha condannato l’attentato con un comunicato in cui afferma che “il raccapricciante assassinio di una ragazzina nel suo letto evidenzia la brama di sangue e la disumanità dei terroristi indottrinati che dobbiamo fronteggiare”. “Non ci piegherete – continua il comunicato – e continueremo nella nostra azione forte e determinata contro il terrorismo, ovunque e in ogni momento”. Netanyahu ha poi esortato il mondo intero a condannare il vile omicidio, dicendo di aspettarsi in particolare “che la dirigenza palestinese lo condanni in modo chiaro e inequivocabile e che agisca immediatamente per porre fine all’incitamento. Tutte le nazioni civili devono sottoscrivere questa richiesta e devono fare pressione non su Israele, che si adopera per proteggere i propri figli e cittadini, ma su colui che è alla testa della rete dell’istigazione che porta all’uccisione a sangue freddo di bambini nei loro letti”.
In una riunione d’emergenza con il ministro della difesa Avigdor Lieberman, Netanyahu ha disposto la revoca dei permessi di lavoro in Israele dei membri del clan famigliare del terrorista e l’avvio del procedimento per la distruzione della casa del terrorista.
Emmanuel Nahshon, portavoce del ministero degli esteri, ha scritto sui social network che si augura che tutti i membri del Parlamento Europeo che la scorsa settimana a Bruxelles hanno applaudito il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) “si rendano finalmente conto che l’incitamento palestinese porta all’omicidio”.
Con l’uccisione giovedì di Hillel Yafa Ariel (che aveva anche cittadinanza americana), sale a 34 il numero delle persone uccise a sangue freddo nella serie di attacchi terroristici palestinesi con armi bianche, armi da fuoco e deliberati investimenti automobilistici, iniziata lo scorso primo ottobre.
(Fonte: YnetNews, Ha’aretz, Times of Israel, Jerusalem Post, Israel HaYom, 30 Giugno 2016)
http://www.israele.net/tredicenne-israeliana-assassinata-nel-suo-letto