Il paragone assurdo di Corbyn tra Israele e lo Stato islamico
L’ironia dell’ennesimo scandalo che ha colpito il leader laburista , è che con le sue parole desiderava uscire dall’ambiguità che circonda nel Regno Unito il rapporto tra la sinistra e lo Stato ebraico
di Paolo Salom
Talvolta è peggio la toppa del buco. Il leader (sfiduciato) del Labour britannico Jeremy Corbyn, ieri, si è ritrovato di nuovo in mezzo a una tempesta mediatica. Intervenuto alla presentazione di un rapporto interno sull’antisemitismo nel suo partito, Corbyn ha spiegato come «gli amici ebrei non possono essere ritenuti responsabili di ciò che fa Israele, o il governo Netanyahu, esattamente come gli amici musulmani non devono essere considerati responsabili di ciò che fa un qualche sedicente Stato islamico o organizzazione». Alla domanda di un reporter se il suo fosse un paragone tra Israele e l’Isis, Corbyn ha risposto: «Naturalmente no».
Ma ormai la frittata era fatta, tanto che persino il moderato Isaac Herzog, capo della corrispondente formazione politica nello Stato ebraico, ha subito chiarito come si sentisse «oltraggiato» da una simile spiegazione «scioccante» che dimostra «come Corbyn sia guidato da odio per Israele». L’ironia dell’ennesimo scandalo che ha colpito il politico britannico, l’uomo che avrebbe dovuto riportare ai «giusti valori» il Labour «deviato» dai vari Blair, Brown e Miliband, è che con le sue parole desiderava davvero uscire dall’ambiguità che circonda nel Regno Unito il rapporto tra la sinistra e Israele. Diversi episodi di intolleranza nei confronti di deputati di origine ebraica, oltre alle accuse rivolte direttamente a Corbyn di contiguità con l’estremismo palestinese e islamico più ampio (Hamas e Hezbollah definiti «nostri amici»), avevano consigliato l’apertura di un’inchiesta interna per far chiarezza e liberare il Labour dalla zavorra dei pregiudizi antisemiti.
Il rapporto, elaborato nel giro di poche settimane, si chiude affermando che «sebbene occasionalmente ci siano atmosfere tossiche, il partito non è sopraffatto da antisemitismo, islamofobia o razzismo». Tutti assolti, palla al centro? L’uscita per lo meno incauta di Corbyn ha vanificato le migliori intenzioni. Ma se non altro ha avuto il pregio di portare alla luce un comune sentire, diabolicamente mimetizzato nel politicamente corretto.
Nella foto in alto: Jeremy Corbyn, attuale leader, sfiduciato, del partito Labour britannico