Attivisti anti-israeliani operano illegalmente in Israele con visto turistico e copertura religiosa
Padre Naddaf: “Mirano a logorare Israele, il posto più sicuro per i cristiani in tutto il Medio Oriente”
Un’indagine condotta dal Christian Empowerment Council ha rivelato che uno dei più noti gruppi BDS per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni contro Israele fa ricorso a metodi illegali aggirando i controlli delle autorità israeliane.
L’Ecumenical Accompaniment Program in Palestine and Israel, gestito dal Consiglio Mondiale delle Chiese (World Council of Churches), è attivo in Israele dal 2002 ed è uno dei più grandi sostenitori delle campagne per il boicottaggio contro Israele. Come parte del programma, ogni anno arrivano in Israele un’ottantina di attivisti cristiani – finora ne sono arrivati più di 1.000 – che entrano con un visto turistico e poi si dedicano a monitorare le attività delle forze di sicurezza israeliane a Gerusalemme e in Giudea e Samaria (Cisgiordania) filmandole e postando in internet informazioni su di esse. Successivamente vanno a tenere conferenze nelle università in tutta Europa.
Prima di arrivare in Israele, i volontari ricevono un meticoloso addestramento su come trattare con le forze di sicurezza israeliane e come documentare le loro interazioni con esse. I volontari usano poi queste interazioni per accusare Israele di tormentare i cristiani di Gerusalemme, di mettere armi sui corpi dei palestinesi uccisi durante attentati per accusarli di terrorismo, di impedire ai cristiani di visitare il Monte del Tempio, di provocare i cristiani consentendo agli ebrei di visitare il Monte del Tempio e di trucidare arbitrariamente bambini palestinesi. Gli attivisti imparano a tacciare di censura ogni obiezione a queste calunnie, attribuendola ad una onnipresente “lobby ebraica americana”.
Dall’indagine sull’Ecumenical Accompaniment Program avviata dal Christian Empowerment Council nel febbraio 2015 è emerso che gli attivisti arrivano in Israele con visti turistici, e non con il visto di volontari come richiesto dalla legge. In altri termini, questi attivisti BDS abusano del visto spacciandosi da turisti. Negli ultimi mesi si sono unite all’indagine sulle attività dell’Ecumenical Accompaniment Program in Israele la Zionist Foundation for Israel e il movimento My Israel.
Ha dichiarato padre Gabriel Naddaf, capo del Christian Empowerment Council e leader spirituale dei cristiani aramei in Israele: “Continuerò a operare per svelare qualsiasi gruppo o programma che sostiene di essere cristiano mentre agisce contro lo stato di Israele, che è il posto più sicuro per i cristiani in tutto il Medio Oriente, e mira a logorarlo di fronte al terrorismo che imperversa nella nostra regione utilizzando la religione cristiana, riscrivendo la storia, danneggiando la vera convivenza e i rapporti ebraico-cristiani in Israele e in tutto il mondo, e alimentando l’antisemitismo. Il mondo cristiano dovrebbe essere messo a conoscenza chi c’è dietro questa maschera che abusa del cristianesimo per promuovere un’agenda estremista”.
Interpellata, la polizia israeliana ha spiegato che “l’organismo preposto alla distribuzione di visti d’ingresso in Israele è la Population and Immigration Authority: se non viene portato all’attenzione della polizia che questo o quel turista si comporta in modo problematico, non c’è modo per la polizia di sapere cosa fanno esattamente all’interno Israele”. In una dichiarazione, la Population Authority ha detto: “Se qualcuno che entra con un visto turistico non desta sospetti, non vi sono gli estremi per negargli l’ingresso”.
(Fonte Israel ha Yom, 12 Luglio 2016)
Nella foto in alto: Padre Gabriel Naddaf con il suo pamphlet “Una guida cristiana al movimento anti-israeliano BDS” (disponibile in italiano cliccando qui)