Attentato Nizza: camion sulla folla e spari, 84 morti. «10 bambini uccisi». È stato un nizzardo di origini tunisine
Intorno alle 22.30 il mezzo ha investito le centinaia di persone assiepate sul lungomare per i fuochi d’artificio del 14 luglio. Scambio di colpi con la polizia, ucciso il conducente. L‘unità di crisi della Farnesina: «Non possiamo escludere italiani coinvolti»
di Salvatore Frequente, Stefano Montefiori e Paolo Ottolina, Beatrice Montini
Nuova strage in Francia. Stavolta a Nizza, in Costa Azzurra, dove giovedì sera verso le 22.30 un camion ha travolto la folla sul lungomare pedonale – la celebre Promenade des Anglais – gremito per i fuochi d’artificio del 14 luglio, festa nazionale oltralpe, in cui si celebrano i valori della Rivoluzione Francese. Le vittime – secondo un bilancio provvisorio – sono almeno 84. Sono 202, invece, i feriti 52 dei quali lottano tra la vita e la morte (tra loro ci sono 3-4 bambini) e 25 sono ancora in rianimazione. Sono 10 i bambini e gli adolescenti che hanno perso la vita nell’attacco, come sottolinea il procuratore. «Non mi risulta che ci siano bambini italiani tra quelli ancora ricoverati. Da ieri sera non ho visto minori italiani giungere in ospedale». Ha confermato Federico Solla, chirurgo ortopedico in servizio all’ospedale pediatrico di Nizza Fondation Lenval. Alla guida del mezzo che si è scagliato sulla folla c’era Mohamed Lahouaiej Bouhlel, franco-tunisino di 31 anni, residente a Nizza, ma nato nel Paese nordafricano che – fanno sapere le autorità – era noto alla polizia «per violenze, uso di armi, ma nessun fatto legato al terrorismo». È stato riconosciuto grazie alle impronte digitali e ai documenti trovati sul mezzo. Con il tir è entrato nella zona pedonale della promenade e ha travolto la folla procedendo a zig zag per circa 3 km. Poi è stato ucciso dalle forze dell’ordine. La mattina dopo l’attacco la situazione a Nizza è di massima allerta. Verso le 14 è stato evacuato l’aeroporto per un allerta bomba. Poi rivelatosi infondato.
La dinamica e la poliziotta eroina
Quello che all’inizio sembrava un incidente – un camion che entra in una zona pedonale per un guasto – in breve ha assunto le sembianze di un nuovo attentato. Secondo le testimonianze, il camion a fari spenti è salito sulla Promenade procedendo a forte velocità, circa 80 chilometri orari, in una folle corsa durata – secondo testimoni – ben 2 chilometri. «Ho sfiorato la morte. Ho visto gente stritolata, teste insanguinate, membra staccate», ha raccontato un uomo a L’Express. «Il camion sterzava di continuo, per colpire più persone possibile, proprio come fossero dei birilli» ha raccontato un giornalista del quotidiano Nice-matin, che si trovava sul posto. Testimoni (il racconto: leggi) hanno riportato che dal mezzo pesante partivano anche spari contro la folla: «Sono state colpite anche persone che erano in spiaggia». Gli spari sono stati confermati poi dal presidente della regione di Nizza, Christian Estrosi ma non ci sono ulteriori conferme. Certo è che la polizia è riuscita alla fine a fermare il conducente del mezzo pesante, uccidendolo. Uno dei due poliziotti eroi che ha neutralizzato il killer sarebbe una donna. «Una persona è saltata sul camion per tentare di fermarlo – ha detto a radio Europe 1 il presidente del Dipartimento delle Alpi Marittime Eric Ciotti – È a quel momento che la polizia è stata in grado di neutralizzare questo terrorista. Non dimenticherò mai il viso di questa poliziotta che ha intercettato il killer».
L’assalitore, le armi e le indagini
Sul camion sono stati trovati i documenti del killer. Si tratta di Mohamed Lahouaiej Bouhlel, un uomo di origine tunisina, 31enne, noto alla polizia per piccoli reati ma non ai servizi anti-terrorismo come integralista. Secondo alcune informazioni raccolte, Bouhlel era stato condannato «nel mese di maggio di quest’anno» per «violenze con un’arma», per aver scagliato contro una persona una paletta di legno durante un diverbio scoppiato per un incidente stradale, come confermato dal ministro della Giustizia francese, Jean-Jacques Urvoas. Bouhlel era separato dalla moglie nel 2012. Era noto alla polizia per violenza domestica, furto, atti di violenza e uso di armi. I vicini di casa lo ricordano come un musulmano «non molto praticante», riservato e segnato dalla separazione. Il quotidiano nizzardo Nice-Matin spiega poi che il killer aveva ottenuto la licenza per condurre camion poco tempo prima dell’attentato. Le indagini sono ancora in corso per capire la presenza di eventuali complici. Anche se – secondo Le Figaro – il guidatore del camion «era solo a bordo del veicolo», e «se ha avuto complici, è stato a monte». Secondo i media francesi è stata fermata l’ex moglie di Mohamed Lahoujaiej Bouhle. Le informazioni sono ancora confuse. La polizia sta esaminando le immagini della videosorveglianza cittadina per capire da dove esattamente l’attentatore è partito: 1.200 telecamere di sicurezza dispiegate a Nizza hanno tracciato il percorso del camion, le immagini sono «molto chiare e sono state messe a disposizione degli inquirenti» riferisce Bfmtv.
A bordo armi vere a false
A bordo del camion sono state trovate armi vere e false. Una pistola automatica calibro 7,65, caricatore, cartucce, una seconda pistola automatica finta, 2 repliche di fucili d’assalto, kalashnikov e M16 finti, una granata, un cellulare, diversi documenti, una patente, una carta bancaria. Secondo la ricostruzione del procuratore antiterrorismo, Francois Molins, l’attentatore ha raggiunto in bici il camion parcheggiato e la bici è stata trovata sul veicolo. Il camion «era parcheggiato in un quartiere di Nizza dal 13 luglio e «riappare alle 22:30 della sera del 14. Era stato noleggiato l’11 luglio e avrebbe dovuto essere riconsegnato il 13». Le forze dell’ordine hanno anche effettuato una perquisizione all’interno dell’abitazione dell’attentatore in boulevard Henri Sappia, un quartiere a nord di Nizza, dove si trova il piccolo appartamento in cui ha vissuto Bouhlel. Il procuratore, Francois Molins, ha reso noto che l’attentatore era «da solo» alla guida del camion e che ha sparato «diverse volte contro tre poliziotti all’altezza dell’Hotel Negresco».
Attentatore: «Devo consegnare gelati»
Secondo una prima ricostruzione l’attentatore avrebbe lasciato il camion parcheggiato per circa 9 ore nei pressi del luogo dell’attacco nonostante il divieto per i mezzi pesanti durante le festività. Tutte le strade intorno al luogo dell’assalto erano, infatti, state chiuse alle 15. Mohamed Lahoujaiej Bouhle sarebbe stato addirittura fermato dalla polizia ai quali ha spiegato che stava consegnando gelati. Il suo mezzo era infatti un camion frigorifero che aveva noleggiato mercoledì a Saint Laurent du Var, nei pressi di Nizza. Lo riferiscono i media francesi, che continuano anche a scavare nella vita dell’autore della strage di Nizza.
La testimone
Nice Matin ha raccolto la testimonianza di una donna, Laicia Baroi, che stava andando in auto ai fuochi d’artificio con il compagno, un po’ in ritardo rispetto all’inizio dello spettacolo pirotecnico. Scendendo avenue de Fabron, si fermano all’incrocio con avenue de la Californie. Accanto a loro passa un camion bianco. «Era il camion del terrorista, ne sono certa, è quello delle immagini. È passato vicino a noi verso le 22. Guidava in maniera strana. Accelerava, frenava, ri-accelerava, ri-frenava».
La Farnesina: «Non si possono escludere italiani coinvolti»
Il bilancio (provvisorio) della strage viene aggiornato di ora in ora. Le vittime sono almeno 84, decine i feriti di cui 50 in gravissime condizioni. La Farnesina sta verificando la possibile presenza di italiani tra le persone coinvolte dall’attacco: «Non possiamo escludere la presenza di italiani, data l’entità e la gravità del fenomeno», ha detto il capo dell’Unità di Crisi della Farnesina Claudio Taffuri che ha ricordato che a Nizza riedono oltre 30mila italiani, oltre a quelli che si trovano là in vacanza. Intanto continuano a essere 3 gli italiani di cui non si hanno notizie. È stato trovato dai familiari, ricoverato all’ospedale Pasteur di Nizza in gravissime condizioni, Andrea Avagnina, 53 anni, consigliere comunale di S.Michele di Mondovì (Cuneo), uno degli italiani coinvolti nella strage di Nizza che mancavano all’appello. «Sono in contatto con prefettura ma ancora non ci sono le liste di feriti e vittime – spiega la console italiana a Nizza, Serena Lippi – Non si riescono ancora a rintracciare molti italiani, che quindi risultano al momento dispersi. Ma bisogna non perdere la calma. Nella calca di ieri sera sulla Promenade des Anglais – aggiunge – molti hanno perso il cellulare e c’è chi non è riuscito a rientrare a casa e ha trascorso la notte fuori. Lavoriamo a stretto contatto con la Farnesina e da Parigi è in arrivo l’ambasciatore italiano». Intanto l’invito ai connazionali presenti a Nizza è quello di evitare spostamenti e seguire le indicazioni delle Autorità locali. L’avviso è pubblicato sul sito di Viaggiare Sicuri, in cui si specifica che per emergenze si può contattare il Consolato Generale d’Italia a Nizza al n. 0033 (0) 768054804. Le Autorità francesi hanno attivato il seguente numero telefonico ove è anche possibile chiedere informazioni: +33 (0) 1 43175646.
La ricerca dei dispersi e i bambini nella caserma
#RechercheNice: è l’hashtag che si sta diffondendo su Twitter per avere notizie di parenti e amici che risultano dispersi dopo l’attentato. In molti da ormai diverse ore non riescono a mettersi in contatto con le persone care che si trovavano nella zona dell’attacco e insieme all’hashtag postano le fotografie dei dispersi. Nel corso dell’assalto tante le famiglie che sono state divise. Secondo un’informazione diffusa dalle numerose pagine di ricerca tutti i bambini ritrovati soli tra la folla nel momento dell’attacco sono radunati nella caserma Auvare, sede principale della polizia in città.
La ricerca degli italiani
Tra le persone disperse per cui è stato diffuso un messaggio di ricerca su Twitter ci sono anche tre italiani. Si tratta di una coppia di anziani, Angelo D’Agostino e Gianna Muset. La persona che ha diffuso il messaggio, la nuora della coppia, ha precisato all’Ansa di non essere più riuscita a contattarli dopo le 21.55 di ieri. «Siamo disperati», dice. D’Agostino, aggiunge, «è un uomo di circa 1,70 per 70 kg, capelli bianchi, jeans e maglietta blu». Ma c’è un allerta di ricerca anche per un altro italiano, Vittorio Di Pietro.
Stranieri tra le vittime
Tra le vittime ci sono diversi stranieri. Il ministero degli Esteri di Mosca ha confermato la morte, nell’attentato a Nizza, di una donna di nazionalità russa e il ferimento di una connazionale «sua amica». Allo stesso tempo, si attende di accertare la sorte di altre tre cittadini, di cui non si hanno notizie. Certa anche la morte di un cittadino ucraino mentre un altro è rimasto ferito. Il Dipartimento di Stato Usa ha annunciato che le vittime statunitensi sono due. Morta anche una donna svizzera. Sarebbero almeno tre invece le vittime di nazionalità tedesca secondo quasi tutti i media tedeschi, facendo riferimento a un’insegnante e a due studentesse berlinesi che si trovavano in gita di classe dopo la maturità sulla Riviera francese e di cui non si hanno più notizie. La notizia non ha ancora trovato conferma presso il Ministero degli Esteri tedesco. Il Belgio ha detto che mancano all’appello 20 cittadini belgi.
I controlli
Dopo l’attentato l’Italia ha rafforzato i controlli ai confini con la Francia. Sono stati disposti dei controlli di polizia su tutte le auto in ingresso ai valichi di frontiera secondari, mentre al valico autostradale di Ventimiglia le verifiche vengono effettuate solo su alcune auto. «Ho convocato per venerdì alle 9 al Viminale il Comitato Analisi Strategica Antiterrorismo Nizza» ha scritto su Twitter il ministro dell’Interno Angelino Alfano. Il presidente francese, François Hollande, è rientrato da Avignone a Parigi per raggiungere l’unità di crisi allestita all’Eliseo a seguito dei fatti di Nizza. L’inchiesta è stata affidata alla sezione anti-terrorismo di Parigi. Intanto a Nizza l’accesso agli stabilimenti balneari, pubblici e privati, lungo la Promenade des Anglais, è stato interdetto dalle autorità. La decisione riguarda, in particolare, le spiagge tra Carras (aeroporto di Nizza) e i Beau Rivage incluse.
I video su Twitter e Facebook
Immediatamente dopo l’attacco, le immagini atroci della folla che fugge terrorizzata dal lungomare di Nizza hanno iniziato a popolare le bacheche social. In tanti avevano gli smartphone in mano per filmare o fotografare i fuochi d’artificio: moltissimi i filmati e le foto riversati su Twitter e Facebook, alcuni di indicibile crudezza, tanto che i social network hanno presto attivato una sorta di «censura» cancellando rapidamente i contributi più drammatici. I sostenitori dell’Isis «stanno celebrando il massacro di Nizza» riporta su Twitter il Site, sito di monitoraggio delle attività jihadiste sul web. «Notando le luci della torre Eiffel spente in segno di lutto – scrive ancora il Site – un sostenitore dell’Isis ha chiesto che rimanga al buio fino alla conquista della Francia da parte dell’Isis».
Tecnica già usata
La tecnica dell’auto o del camion sulla folla è stata più volte evocata in passato dai vertici dello Stato islamico come un modo per colpire gli occidentali, in particolare in Francia, considerato il nemico principale del Califfato. Nelle ultime settimane il primo ministro Manuel Valls non ha smesso di evocare la possibilità di un attentato terroristico, ma si temeva soprattutto un attacco durante gli europei di calcio che si sono conclusi domenica. Il capo dei servizi francesi Patrick Calvar aveva parlato durante un audizione a porte chiuse in Parlamento della possibilità di un cambio di tattica dei terroristi, per esempio con il ricorso ad auto bomba.