Portavoce comunità musulmana Cagliari: “Israele peggio dell’Isis”
di Riccardo Ghezzi
Abbiamo più volte segnalato il fenomeno dei “musulmani moderati” disposti a condannare l’Isis (o l’uccisione di un prete all’interno di una chiesa cristiana) ma tutt’altro che malleabili nei toni e nei contenuti quando l’argomento della conversazione si sposta su Israele. In quel caso, le parole ricordano pericolosamente le molle di odio che fanno scattare fondamentalisti e terroristi.
Un esperimento utile per capire l’Islam politico e anche l’opinione di taluni musulmani osservanti, pure in Italia, non necessariamente oscurantisti e violenti. Un problema, senz’altro, di cui si deve tenere conto.
Questa volta parliamo di Sulaiman Hijazi, storico portavoce della comunità musulmana di Cagliari e ora attivista di un’associazione filo-palestinese. In un’intervista rilasciata al giornale L’Unione Sarda fa sfoggio di buoni sentimenti e “moderazione”. Definisce pacifica la comunità islamica, un’isola felice la Sardegna, rimarca la partecipazione dei musulmani al dolore dei cristiani per l’uccisione di padre Jacques Hamel. Poi, però, una domanda su Israele e tutto cambia. La giornalista Virginia Saba gli chiede “Teme più l’Isis o Israele?” e la risposta è agghiacciante:
Israele, perché da 70 anni occupa terre non sue e ci tiene segregati come animali. L’Isis è recente e credo che la soluzione politica per renderli inoffensivi si possa trovare nell’incontro tra mondo islamico moderato e mondo occidentale. Mentre è molto più difficile convincere Israele che in tutto questo tempo non ha raggiunto un compromesso accettabile.
La segregazione, l’apartheid, “Israele che occupa terre non sue”. Non manca nulla.
A parlare è un musulmano “moderato”, che auspica un incontro tra mondo islamico e mondo occidentale, volendo però isolare Israele. La colpa, ovviamente, è di Israele incapace di “raggiungere un compromesso accettabile”.
Così ha parlato un esponente della comunità musulmana che ha partecipato all’iniziativa della preghiera congiunta in onore di padre Hamel, sgozzato da “soldati dell’Isis”.
Un musulmano disposto quindi a condannare il terrorismo e a dialogare con l’occidente.
Una strategia che sembra più utile a demonizzare Israele che a cercare un dialogo.
#1Emanuel Baroz
Continuano le bordate anti-Israele dei musulmani moderati
http://www.linformale.eu/presidente-della-comunita-egiziana-ligure-guerra-la-palestina/
#2Parvus
Contrariamente a quanto molti pensano, nell’islam è in atto uno scontro ideologico reale: da una parte coloro che come Al Qaeda, Boko Haram, Isis Hamas, Al Nusra, ritengono che non si debbano contare i nemici, che sia sufficiente fare come il profeta e i suoi primi successori, scatenare la guerra e poi vincerla con l’aiuto di Allah.
Ci sono poi i musulmani moderati che invece ritengono non si debba scatenare la guerra prima dell’arrivo in Europa di un numero adeguato di correligionari.
Costoro perciò usano la Taqiyya nei confronti dei cristiani, non nascondendo però il loro odio per gli ebrei.
#3Roberto Delpopolo
Le bugie dei giornalisti non finiscono mai. La verità è che per difendere le prostitute hanno fatto venire una moneta illegale che è l’Euro la quale non poteva emergere quando sono presenti nazioni che favoriscono la prostituzione legale. Le prostitute hanno intelligentemente e furbamente conquistato i banchieri e gli uomini di affari. Poi riconoscono che è stato un errore e che fanno? Si americanizzano per cambiare banca e cambiare prostituta oppure cercano le alleanze francesi. Ma che è cambiato? L’euro rimane e la prostituta ha cambiato bandiera. Perciò si devono imparare che l’onestà viene per prima e devono dichiarare l’Euro come moneta illegale che proviene dalle mafie. Inutile prendersela con gli arabi perchè gli arabi sono antagonisti e non sono maiali e nemmeno ingordi.