Il Medio Oriente trema per l’alleanza Isis-Hamas
di Gianluca Perino
Un patto tra l’Isis e Hamas. Secondo alcune fonti di intelligence, mediorientali ma non solo, l’intesa sarebbe stata raggiunta un paio di settimane fa a Gaza dai vertici dell’ala militare del gruppo sunnita ed emissari del Califfato. Sul tavolo, però, non c’era la questione israeliana, ma il Sinai. E più in generale l’Egitto, dove gli interessi dell’Isis e di Hamas possono in qualche modo coincidere. Nel mirino delle due organizzazioni terroristiche c’è infatti il governo di Abdel Fattah al Sisi, l’ex generale che ha ricucito in qualche modo con Tel Aviv (Gerusalemme…) e che si è reso “colpevole”, soprattutto agli occhi di Hamas, della repressione nei confronti dei Fratelli Musulmani, il cui leader ed ex presidente egiziano (Mohamed Morsi) è in carcere con una sentenza di condanna a morte che pende sulla sua testa. La guerra contro Il Cairo, come testimoniano gli attentati che hanno colpito recentemente il Paese, è già iniziata da tempo, ma questo accordo tra Isis e Hamas rischia di alimentare ulteriormente la tensione nell’area.
Il no su Israele
L’Isis avrebbe voluto anche inserirsi “ufficialmente” nella questione della guerra allo stato ebraico. Ma su questo punto Hamas non consente ingerenze e non vuole stringere accordi con nessuno: troppi e delicati i tavoli su cui il gruppo sunnita gioca per permettere a qualcuno esterno di sedersi con loro. Linea ribadita anche di recente, con l’altolà dato da alti esponenti di Hamas a terroristi ritenuti vicini all’Isis che si apprestavano a lanciare razzi verso Israele. E questo perché, comunque, quando un razzo atterra sul territorio dello stato abraico, Tel Aviv (Gerusalemme…) replica bombardando le postazioni di Hamas. Quindi – è il ragionamento dei terroristi – perché consentire ad altri di scendere in campo se poi il conto lo paghiamo comunque noi? Da qui il no a qualsiasi tipo di ingerenza di altri gruppi estremisti.
Il jihadista nel campo profughi
Che l’Isis stia cercando sempre di più di infiltrare tutta l’area è stato confermato dall’arresto, in un campo profughi di Sidone, di un jihadista che preparava attentati che avrebbero dovuto prendere di mira caserme dell’esercito, strutture turistiche e centri commerciali. L’uomo, il palestinese Imad Yassin, è stato arrestato dalle forze speciali dell’esercito ad Ain al Hilweh, uno dei 12 campi palestinesi in Libano, teatro da anni di tensioni e scontri armati tra le forze di Al Fatah e quelle di vari gruppi fondamentalisti islamici. Lo stesso Yassin, hanno fatto sapere fonti inquirenti, era passato nel corso degli anni da posizioni nazionaliste palestinesi all’estremismo islamista fino al terrorismo, militando volta a volta in Al Fatah, poi nel gruppo Jund al Sham e infine nell’Isis, di cui era considerato l’ ’emirò nel campo di Ain al Hilweh.
(Fonte: Il Messaggero, 24 Settembre 2016)