Arrestato il tunisino Fezzani, leader di Isis reclutatore in Italia
Conosciuto anche come Abu Nassim e considerato tra i reclutatori dell’Isis in Italia, è stato arrestato in Sudan. Nel 2012 era stato espulso dall’Italia
di Andrea Galli
Moaz Fezzani, il terrorista tunisino ricercato da mezzo mondo, conosciuto come Abu Nassim, considerato tra i reclutatori dell’Isis in Italia, è stato arrestato in Sudan. Avrebbe fatto parte, tra il ‘97 e il 2001, di una cellula del «Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento» con base a Milano che reclutava uomini da inviare nei Paesi in guerra. Nel 2014 è stato condannato definitivamente a Milano per associazione per delinquere con finalità di terrorismo; nel 2012 era stato assolto in primo grado e espulso dall’Italia. Fezzani era ricercato in base ad un mandato di cattura internazionale, dopo la condanna definitiva a 5 anni e 8 mesi, emesso dalla Procura Generale della Repubblica di Milano per associazione per delinquere con finalità di terrorismo. È stato individuato in Sudan grazie al lavoro delle due agenzie di intelligence italiane. Nell’agosto scorso fonti locali avevano dato notizia dell’arresto a Sirte di Moez Ben Abdelkader Fezzani. La notizia si era rivelata poi falsa.
I sermoni in moschea a Milano
Fezzani è la storia degli ultimi vent’anni di terrorismo: dalla lotta per la Bosnia nella ex Jugoslavia alle organizzazioni estremiste, dagli inizi negli ambienti radicali al passaggio nell’Isis. Interrogato dai magistrati milanesi nel 2010, aveva spiegato il perché era andato a combattere nei Balcani, dopo un periodo in cui trafficava in droga: «Vendevo hashish, poi sono diventato un uomo pio». La decisione era stata presa dopo aver ascoltato i sermoni dell’egiziano Anwar Shaaban nella moschea di viale Jenner: un uomo con grande seguito, deciso e carismatico, punto di riferimento per gli islamisti di Milano, città da sempre centrale. Oggi come in passato. Centrale perché in mezzo alla rotta che porta verso il Nord Europa, in particolare Belgio e Francia; centrale perché collocata sui percorsi dei combattenti con destinazione Siria e Libia.
I soldati dell’Isis
Fezzani, 46 anni, era già stato catturato in Pakistan nel 2002. Detenuto nella base americana di Bagram, in Afghanistan, era stato estradato in Italia prima di venire espulso in Tunisia, che aveva lasciato per trasferirsi in Libia nei campi di combattimento. Gli investigatori della sua nazione lo cercavano per gli attentati al Bardo e sulla spiaggia di Sousse. Come svelato lo scorso agosto dal Corriere della sera, secondo i Servizi segreti libici il suo nome sarebbe stato legato a un nucleo di soldati dell’Isis nel Milanese. Il sospetto è che davvero abbia avuto un ruolo di primissimo piano in Lombardia, riattivando le sue vecchie reti per arruolare foreign fighter. Ai poliziotti italiani che all’epoca lo caricarono sull’aereo per Tunisi ripetè: «Sentirete di nuovo parlare di me».