Gaza, la crisi dell’elettricità scuote il potere di Hamas
di Giordano Stabile
Gaza è attraversata dalle peggiori proteste da dieci anni a questa parte. Migliaia di persone sono scese in strada per chiedere una soluzione al problema dell’elettricità e per la prima volta il potere di Hamas è seriamente messo in discussione. Con il freddo dell’inverno la richiesta è in aumento, ma le autorità della Striscia riescono a fornire corrente solo per tre o quattro ore al giorno.
La polizia di Hamas è stata costretta a sparare in aria per cercare di disperdere i manifestanti. Un giovane di un campo profughi si è dato fuoco ed è grave in ospedale. I tagli si sono aggravati per la mancanza di combustibile per l’unica centrale elettrica locale e i problemi con la linea proveniente dall’Egitto. Ma sono legati anche alle dispute fra Hamas e Al-Fatah, che governa la Cisgiordania.
Al-Fatah invia sussidi per l’acquisto del carburante ma vuole una parte delle tasse imposte sulle bollette da Hamas e le liti rendono le forniture ancora più saltuarie.
Sia Hamas che Al-Fatah rischiano però di essere travolti dalla rabbia popolare. Sono dovuti intervenire la Turchia e il Qatar, i Paesi tradizionalmente alleati dei Fratelli Musulmani, di cui Hamas è la costola palestinese. Il Qatar ha annunciato un finanziamento di 12 milioni di dollari per permettere alla centrale elettrica di continuare a funzionare, la Turchia fornirà invece 200 mila tonnellate di carburante per il riscaldamento.
Hamas ha preso il potere a Gaza con un colpo di mano nel 2007. Dal 2014 sono in corso tentativi di riconciliazione per formare un governo di unità nazionale e presentarsi uniti ai negoziati di pace con Israele. L’ultimo round di colloqui si è svolto nell’ambasciata palestinese a Beirut ma finora senza una soluzione, nonostante alla Conferenza di pace Abu Mazen abbia incassato un massiccio appoggio internazionale.
#1Emanuel Baroz
Gaza senza elettricità, dimostranti bruciano l’effigie di Abu Mazen
GAZA – Mentre a Gaza prosegue la crisi per la penuria di corrente elettrica, gruppi di dimostranti sono scesi in strada a Gaza City scandendo slogan di protesta nei confronti di Abu Mazen e del suo primo ministro Rami Hamdallah, imputando a loro la responsabilità.
Fonti locali aggiungono che nel corso di queste proteste – ispirate in apparenza da Hamas – sono state bruciate effigi del presidente palestinese.
http://www.cdt.ch/mondo/cronaca/169955/gaza-senza-elettricit%C3%A0-dimostranti-bruciano-l-effigie-di-abu-mazen
#2Emanuel Baroz
Speciale energia: emiro Qatar Tamim garantirà spese per 3 mesi di elettricità a Gaza
Doha, 16 gen 14:15 – (Agenzia Nova) – L’Emiro del Qatar, Sheikh Tamim Bin Hamed Al Thani, ha assicurato che garantirà personalmente il pagamento delle spese di rifornimento di tre mesi di corrente elettrica per la Striscia di Gaza, che sta vivendo una crisi umanitaria a causa della mancanza di energia elettrica nella zona palestinese dovuta all’embargo israeliano. Il capo di stato di Doha ha lanciato un appello affinché la Comunità internazionale si faccia carico di questo problema e studi come risolverlo, presentando proposte per una soluzione dei blackout elettrici a Gaza. Inoltre la commissione qatariota per la ricostruzione di Gaza ha reso noto in un comunicato che l’emiro ha assicurato l’invio di 4 milioni di dollari al mese per tre mesi per sostenere la rete elettrica di Gaza e alleviare le sofferenze della popolazione locale. La decisione è stata presa dopo un incontro avuto ieri a Doha con l’ex premier di Gaza e numero due di Hamas, Ismayl Haniye, che vive ora stabilmente in Qatar.
Non si placa infatti la grave crisi energetica che attanaglia la Striscia di Gaza, dove da anni l’energia viene razionata ed è abitualmente disponibile solo per otto ore al giorno. L’energia elettrica disponibile riesce a coprire circa il 40 per cento del fabbisogno della popolazione. Nel corso delle ultime settimane le forniture sono state ridotte a sole tre-quattro ore al giorno, aggravando ulteriormente una situazione già disastrosa. Il ministro del lavoro dell’Autorità nazionale palestinese, Mamoun Abu Shahala, ha spiegato che la centrale elettrica di Gaza non può funzionare a pieno regime a causa della mancanza di fondi per l’acquisto del combustibile, oltre agli enormi debiti accumulati.
La centrale, che può fornire fino a 80 Megawatt a pieno regime, è controllata da Hamas e di solito produce circa 40 Megawatt. Con una crisi di elettricità senza precedenti, il Qatar e altri attori internazionali coprono una parte dei costi operativi della centrale. Per Fathi al Sheikh Khalil, presidente dell’Autorità per l’Energia nella Striscia di Gaza, la soluzione migliore sarebbe che l’Autorità nazionale palestinese (Anp) eliminasse tutte le tasse di importazione sul carburante. La mancanza di elettricità ha spinto parte della popolazione della Striscia di Gaza a protestare.
Il 14 settembre 2016 è stato firmato un accordo per porre fine alla crisi tra Israele e l’Anp sui debiti delle bollette elettriche dei palestinesi. L’intesa, raggiunta alla presenza del ministro delle Finanze israeliano, Moshe Kahlon, e del ministro degli Affari civili palestinesi, Hussein al Sheikh, mette fine a una crisi che dura da dieci anni. L’intesa “garantirà il pagamento del debito verso la società elettrica israeliana e regolerà il sistema energetico palestinese”, si legge nella nota del Cogat, l’agenzia all’interno del ministero della Difesa israeliano che coordina le attività israeliane nei Territori palestinesi. Inoltre, il governo israeliano ha concesso per la prima volta piena autonomia all’Anp nella distribuzione di energia elettrica nella Striscia di Gaza ed in Cisgiordania. L’accordo prevede l’istituzione di una società per la distribuzione dell’energia elettrica palestinese, oltre a delineare un piano per il pagamento del debito di 2 miliardi di shekel (528,6 milioni di dollari) accumulato dai palestinesi nei confronti di l’Israel electric corporation (Iec).
“L’accordo assicura la continuità della fornitura di energia elettrica e lo sviluppo economico dell’Anp “, ha commentato il ministro delle Finanze Kahlon. L’accordo raggiunto per la gestione dell’energia elettrica da parte dell’Anp nei Territori palestinesi pone fine ad uno scontro tra israeliani e palestinesi che andava avanti da alcuni anni. Il ministro Kahlon ha detto: “Questo accordo potrà prevenire un certo numero di disaccordi e conflitti nel futuro”. Da parte sua, Sheikh ha affermato che “il trasferimento di responsabilità ai palestinesi consentirà il pieno controllo del consumo di energia elettrica”.
http://www.agenzianova.com/a/0/1487231/2017-01-16/speciale-energia-emiro-qatar-tamim-garantira-spese-per-3-mesi-di-elettricita-a-gaza
#3Emanuel Baroz
16 gennaio 2017 – “I capi di Hamas hanno 24 ore di elettricità al giorno mentre i residenti solo tre”, ha detto il Coordinatore delle attività governative israeliane nei Territori, Yoav Mordechai, in un’intervista all’agenzia di stampa palestinese Maan. Mordechai ha spiegato che Israele fornisce regolarmente 122 megawatt di elettricità alla striscia di Gaza, e anche pochi giorni fa ha risolto un problema con una delle linee elettriche. Ha aggiunto che l’Egitto e la centrale elettrica di Gaza forniscono ulteriori 80-90 megawatt. Inoltre Israele fornisce 350 milioni di litri di gasolio a Gaza attraverso i gasdotti Kerem Shalom, ed è disposto a raddoppiarli se l’Autorità Palestinese sarà in grado di gestirli finanziariamente. La causa primaria della crisi di energia elettrica a Gaza, ha concluso Mordechai, sono i leader di Hamas che “usano per esigenze personali i soldi che fanno pagare ai palestinesi per l’energia elettrica”. Un portavoce di Hamas ha invece accusato della crisi i dirigenti dell’Autorità Palestinese sostenendo che si tratta di “una crisi artificiale a sfondo politico”.
(Fonte: Israele.net)
#4Emanuel Baroz
13 gennaio 2017 – Hamas ha arrestato giovedì il comico palestinese Adel al-Mashwakhi, 32 anni, poche ore dopo che aveva postato sui social network un video di protesta per le continue interruzioni della distribuzione di energia elettrica e altri disagi che subisce la popolazione civile sotto il dominio del gruppo islamista. Il video, della durata di un minuto e intitolato “Hamas, adesso basta!”, ha avuto più di 250mila visualizzazioni. Sempre giovedì, la polizia di Hamas ha disperso con la forza, nella striscia di Gaza, diverse manifestazioni di palestinesi che protestavano per gli stessi motivi. Durante i tafferugli, le forze di sicurezza di Hamas hanno aggredito e arrestato due giornalisti stranieri.
(Fonte: Israele.net)