Hamas sceglie un falco per Gaza. In libertà grazie a un ostaggio
Yahya Sinwar ha trascorso metà della sua vita nelle prigioni di Israele e si è forgiato nella lotta armata. In Israele era stato condannato a 426 anni di prigione ma è uscito insieme ad altri mille miliziani per lo scambio con il caporale Gilad Shalit
di Davide Frattini
Dentro l’Hamas dei misteri è uno dei leader più misteriosi. Poche apparizioni in pubblico, solo due dopo essere stato liberato sette anni fa dalle prigioni israeliane assieme ad altri 1.026 palestinesi nello scambio per il caporale Gilad Shalit. Ci aveva passato un ventennio, condannato a quattro ergastoli anche per aver ucciso quelli che considerava collaborazionisti, accusati di aver passato informazioni al nemico.
Un ruolo di guardiano che Yahya Sinwar si è costruito per sé, negli anni Ottanta ha fondato la polizia interna del movimento. E adesso che dell’organizzazione è diventato il capo dei capi a Gaza, riemergono le storie della sua ferocia. Perché Sinwar — commenta al New York Times uno scrittore vicino ai fondamentalisti — vuole che il suo esercito sia puro e per questo fine non accetta compromessi. O come spiega il quotidiano israeliano Haaretz: «Perfino tra i suoi è considerato un estremista, parla della guerra con Israele in termini apocalittici». La nomina al posto di Ismail Haniyeh segnala che l’ala militare del movimento ha vinto su quella che si occupa della linea politica. Haniyeh — primo ministro dalla vittoria delle elezioni nel 2006 fino alla rottura armata con il Fatah di Abu Mazen un anno dopo — è il candidato più probabile alla guida del gruppo fuori dalla Striscia. E dal Qatar, che ospita la leadership, dovrebbe provare a moderare le strategie oltranziste di Sinwar.
Ammesso che sia possibile.Ne dubita l’intelligence israeliana e ne dubitano i palestinesi. Un’indagine di Human Rights Watch ha ricostruito l’uccisione nel 2015 di Mohammed Ishtiwi, tra i comandanti delle Brigate Ezzedin Al Qassam. Sarebbe stato Sinwar, 55 anni, a ordinarne l’arresto per «purificare» il suo esercito e per dimostrare agli altri boss che nessuno è intoccabile. Isthiwi è stato portato via dalla polizia segreta di Hamas con l’accusa di essersi intascato denaro destinato all’acquisto di armi per le truppe irregolari. Da quel momento — ha raccontato la sorella al New York Times — è cominciata «la telenovela delle torture». Gli viene estorta la confessione in cui ammette — scrivono gli inquisitori — «azioni immorali»: i soldi sarebbero serviti anche a pagare un uomo perché non rivelasse la loro relazione omosessuale. La famiglia è potente dentro ad Hamas, un clan che ha fornito un migliaio di combattenti durante i 50 giorni di guerra contro Israele nell’estate di due anni e mezzo fa. Gli appelli ad Haniyeh non bastano, il destino di Ishtiwi viene deciso dai duri delle Brigate e dalla spietatezza di Sinwar: il corpo viene ritrovato all’alba del 7 febbraio del 2015 con tre proiettili nel petto.
Nella foto in alto: Yahya Sinwar. nuovo leader di Hamas nella Striscia di Gaza durante un comizio successivo alla sua liberazione, avvenuta nell’Ottobre del 2011
#1HaDaR
Fino a quando gli idioti continueranno a liberare terroristi anziché eliminarli?