Unesco: approvata altra risoluzione contro Israele. L’Italia vota contro
Ancora un ignobile voto da parte dell’Unesco (l’agenzia Onu per l’educazione, la scienza e la cultura) contro Israele: questo pomeriggio l’assemblea ha infatti approvato un’altra risoluzione, dopo quella dell’Ottobre scorso, che ancora una volta ignora i legami storici fra ebrei e Gerusalemme respingendo la sovranità dello stato ebraico su qualunque parte di Gerusalemme. Da sottolineare la data scelta per la votazione, che quest’anno coincide con Yom ha Atzmaut, la Giornata della Festa per l’Indipendenza dello stato di Israele.
La risoluzione è stata adottata dal Comitato Esecutivo Unesco con 20 paesi a favore, 22 astenuti e 10 contrari. Hanno espresso voto contrario gli Stati Uniti, l’Italia, il Regno Unito, i Paesi Bassi, la Lituania, la Grecia, la Germania più il Paraguay, l’Ucraina e il Togo. Fra gli astenuti, i paesi UE Estonia, Francia, Slovenia e Spagna più Haiti, Repubblica Dominicana, Messico, Saint Kitts e Nevis, Kenya, Trinidad e Tobago, Albania, Camerun, Costa d’Avorio, Ghana, Mozambico, Uganda, Argentina, India, El Salvador, Giappone, Corea del Sud, Sri Lanka e Nepal. Hanno votato a favore della risoluzione un solo paese UE (la Svezia), i sette stati arabi presenti Algeria, Egitto, Libano, Marocco, Oman, Qatar e Sudan più Iran, Malesia, Mauritania, Nigeria, Senegal, Sudafrica, Bangladesh, Pakistan, Vietnam, Russia, Cina, Brasile, Nicaragua e Ciad.
La risoluzione critica duramente il governo israeliano anche per vari progetti nella Città Vecchia di Gerusalemme e nei luoghi sacri di Hebron, e chiede di porre fine al “blocco” israeliano sulla striscia di Gaza senza menzionare gli attacchi contro Israele dalla striscia di Gaza controllata da Hamas.
L’ambasciatore d’Israele all’Unesco Carmel Shama-Hacohen ha detto che il numero di paesi contrari o astenuti rappresenta un “successo significativo” rispetto ai soliti voti alle Nazioni Unite. Secondo l’ambasciatore, gli stati arabi che avevano cercato di edulcorare il testo nella speranza di ricevere un più ampio sostegno europeo sono rimasti spiazzati quando hanno visto che l’unico paese UE che ha votato a favore è stata la Svezia.
Particolarmente significativa la dichiarazione del ministro degli Esteri italiano Alfano che nella mattinata aveva così annunciato il voto contrario alla risoluzione:
“Ho dato precise istruzioni di voto al rappresentante permanente dell’Italia presso l’Unesco: votare ‘no’ contro l’ennesima risoluzione politicizzata su Gerusalemme, tra l’altro nel giorno di un’importante festa nazionale israeliana. La nostra opinione è molto chiara: l’Unesco non può diventare la sede di uno scontro ideologico permanente in cui affrontare questioni per le cui soluzioni sono deputate altre sedi. Coerentemente con quanto dichiarato a ottobre noi, dunque, voteremo contro la risoluzione, sperando che questo segnale molto chiaro venga ben compreso dall’Unesco”.
(Fonte: Israele.net, 2 Maggio 2017)
#1Franco Masini
“Sono anch’io, per quel poco che valga, contrario a formulare, votare e togliere ad Israele, impotante e fedele baluardo e custode della nostra civiltà Cristiana, alcunché sia legato alla Sua sovanità sui luoghi santi della Loro/Nostra religione Cristiana. Si farebbe un bel regalo all’ISIS di Al Bagdadi lasciare una simile collocazione geo-religiosa ai nemici della nostra civiltà, umana, moderna e Cristiana.”
#2Stefano
Ciò che sta facendo l’Unesco, non è solo uno stupro alla storia, ma uno sporco tentativo di eternizzare il conflitto. Al momento attuale almeno teoricamente i palestinesi nati prima del 1948 avrebbero un diritto di ritorno nella terra in cui sono nati, Però questo diritto inevitabilmente finirà con l’esaurirsi. Nel 2048, se faranno rivendicazioni, gli si potrebbe rispondere: “Se volete il diritto di ritornare voi in una terra in cui non siete nati, allora lo avevano anche gli ebrei.” Proprio per evitare questo, l’Unesco vuole negare l’antica presenza ebraica.
(Mentre il Vaticano si lascia rubar tacendo la storia del cristianesimo)