“Ebree alla Bbc prendono di più”. Il Times costretto a scusarsi
L’articolo d’opinione sull’edizione irlandese costringe il quotidiano alle scuse
di Lucio Di Marzo
Sono dovuti correre ai ripari al Times, per mettere una pezza alla figura fatta pubblicando sull’edizione domenicale un editoriale che si è attirato accuse di nemmeno troppo velato antisemitismo.
Al centro della polemica i commenti di Kevin Myers, che nella edizione irlandese del quotidiano tornava sul caso dei compensi della Bbc, dove una lettera aperta firmata da 42 donne e diretta all’emittente chiedeva parità di trattamento per i giornalisti e le giornaliste, tuttora in molti casi pagate meno dei colleghi uomini.
“Scusate, signore – la parità di retribuzione va guadagnata”, recitava questa mattina il titolo dell’editoriale di Myers, già discutibile. Ma a far rabbrividire molti dei lettori è stato piuttosto il contenuto, in cui l’editorialista suggeriva che due personalità televisive (la presentatrice Claudia Winkleman e l’esperta giornalista Vanessa Feltz) sono tra le meglio pagate perché ebree.
“Gli ebrei non sono generalmente noti per l’insistere nel vendire il loro talento per il minor prezzo possibile”, si legge nell’articolo del Sunday Times. Parole che hanno costretto il direttore Martin Ivens a una profonda autocritica e a dire che commenti tanto “inaccettabili” non dovevano finire sul quotidiano: un “errore di giudizio”.
Gli uomini, aggiungeva Myers, “lavorano di più, si ammalano di meno e restano raramente incinti”. Non è difficile capire perché a molti il suo punto di vista non sia andato giù.