Facebook consente agli inserzionisti pubblicità mirata agli antisemiti
La pratica non etica del social scoperta da un’inchiesta di Propublica negli Stati Uniti. La pagina è stata cancellata dopo che i giornalisti hanno chiamato Menlo Park per un commento sulla vicenda
New York – Facebook ha dato la possibilità ai suoi inserzionisti di fare pubblicità mirate a persone interessate a temi come “antisemitismo” e “come bruciare gli ebrei”. Lo sostiene una inchiesta svolta da Propublica, che ancora una volta mette in luce come il gruppo consenta pratiche non etiche per fare profitti: nell’articolo si spiega come Facebook abbia permesso di fare inserzioni mirate a 2.300 persone interessate in temi legati all’antisemitismo, tra cui anche: “Storia del perché gli ebrei rovinano il mondo”. I giornalisti di Propublica hanno cercato di capire il funzionamento del sistema pagando 30 dollari per fare pubblicità a questi gruppi specifici. E cosa è successo? Tre pubblicità sono state approvate in 15 minuti. Facebook ha poi eliminato le categorie dopo che Propublica ha contattato il colosso per avere un commento.
Un product manager del social network ha contattato dal Guardian ha confermato di “aver rimosso le pubblicità” e ha aggiunto: “Sappiamo che abbiamo ancora molto lavoro da fare per evitare che altri episodi come questi accadano in futuro“. Facebook ha anche detto che sta considerando di cambiare l’algoritmo che ha creato queste categorie. L’inchiesta arriva in un periodo difficile per il social, accusato di essere il principale veicolo di diffusione di notizie false e non verificate. Facebook ha più volte ripetuto di voler lavorare al miglioramento del suo algoritmo e allo stesso tempo ha investito denaro in progetti indipendenti di verifica delle fonti. ”Non c’è spazio per hate speech e messaggi razzisti sulla nostra piattaforma”, ricorda l’azienda di Menlo Park in una nota, sottolineando che la policy impone di proteggere gli utenti da attacchi o pubblicità discriminatore basate su origini, religione o altre caratteristiche personali e private”.
Già l’anno scorso Propubblica aveva rivelato come il sistema pubblicitario del social network fosse razzista: permetteva infatti di fare pubblicità di case a New York mirate, dando la possibilità agli inserzionisti di escludere gli afroamericani.
(Fonte: La Repubblica, 15 Settembre 2017)