30 anni di Hamas, 30 anni di odio, terrorismo e antisemitismo

 
Emanuel Baroz
26 dicembre 2017
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Hamas: 30 anni in 30 punti

di Roberto Giovannini

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Il 14 dicembre 2017 Hamas ha festeggiato il suo trentesimo anniversario. Ma, esattamente, che cosa ha celebrato Hamas? Ecco 30 fatti per ricordarcelo.

1. Il termine Hamas (“zelo” in arabo) è l’acronimo di Ḥarakat al-Muqāwamah al-ʾIslāmiyyah, ovvero “Movimento Islamico di Resistenza”.

2. Hamas si rifiuta di riconoscere il diritto dello Stato di Israele di esistere come nazione indipendente e sovrana ed è totalmente contrario a qualsiasi accordo che potrebbe riconoscere tale diritto. Nella parte introduttiva dello Statuto di Hamas compare una citazione attribuita al fondatore dei Fratelli Musulmani, Hassan al-Banna, secondo cui “Israele sarà stabilito, e rimarrà in esistenza finché l’islam non lo ponga nel nulla, così come ha posto nel nulla altri che furono prima di lui” (contrariamente a quanto riportato da molti mezzi di informazione, il “Documento politico” pubblicato da Hamas nel 2017 non sostituisce lo Statuto del 1988).

3. Hamas è impegnato nel jihad. Il suo Statuto sottolinea l’importanza del jihad (guerra santa) come mezzo principale per raggiungere i suoi obiettivi: contro Israele deve essere condotto uno jihad assoluto, inteso come dovere personale di ogni musulmano (di nuovo: contrariamente a quanto riportato da molti mezzi di informazione, il “Documento politico” pubblicato da Hamas nel 2017 non sostituisce lo Statuto del 1988).

4. Hamas è un’organizzazione antisemita. Secondo il suo Statuto, il popolo ebraico ha solo tratti negativi e complotta sempre per dominare tutto il mondo. Lo Statuto utilizza miti tratti sia dall’antisemitismo classico europeo sia da quello islamico (ancora una volta: contrariamente a quanto riportato da molti mezzi di informazione, il “Documento politico” pubblicato da Hamas nel 2017 non sostituisce lo Statuto del 1988).

5. Lo Statuto di Hamas include miti antisemiti tratti dai Protocolli dei Savi Anziani di Sion (falso antisemita citato all’articolo 32) riguardanti il controllo ebraico dei mezzi di informazione, dell’industria cinematografica e dell’istruzione (articoli 17 e 22). Tali menzogne vengono ripetute costantemente per rappresentare gli ebrei come responsabili delle rivoluzioni francese e russa e di tutte le guerre mondiali e locali: “Nessuna guerra è mai scoppiata senza che si trovassero le loro impronte digitali” (articolo 22). Lo Statuto demonizza gli ebrei e descrive i loro comportamenti nei confronti delle donne e dei bambini definendoli “nazismo” (articolo 20). (Ancora: contrariamente a quanto riportato da molti mezzi di informazione, il “Documento politico” pubblicato da Hamas nel 2017 non sostituisce lo Statuto del 1988).

6. Hamas è il ramo palestinese dei Fratelli Musulmani, organizzazione nata in Egitto e che promuove estremismo e attività terroristiche in tutto il mondo musulmano.

7. Hamas è considerato un’organizzazione terroristica da Israele, Stati Uniti, Canada, Unione Europea, Giappone, Egitto e altri stati.

8. Sebbene alcuni personaggi della comunità internazionale abbiano proposto di trattare le ali politica e militare di Hamas come entità separate, l’infrastruttura di Hamas colloca l’ala politica al comando di quella militare. Come ha affermato il fondatore di Hamas, lo sceicco Ahmed Yassin: “Non possiamo separare l’ala dal corpo. Se lo facciamo, il corpo non sarà in grado di volare. Hamas è un corpo solo”.

9. Il primo attentato suicida di Hamas è avvenuto il 16 aprile 1993 quando un attentatore suicida fece detonare l’auto che stava guidando nei pressi di Mehola Junction, vicino a Beit El.

10. Il 27 gennaio 2002 la prima donna palestinese suicida, Wafa Idris, si fece saltare in aria in Jaffa Street, nel centro di Gerusalemme, uccidendo una persona e ferendone circa un centinaio. Hamas rivendicò l’attentato.

11. Hamas è stato responsabile di molti terrificanti atti di terrore, incluso l’attentato suicida al Park Hotel di Netanya, avvenuto il 27 marzo del 2002. In quello che da allora è ricordato come il “Massacro di Pesach”, in quanto avvenne durante il Seder di Pesach, morirono 30 persone, i feriti furono 140. Hamas rivendicò l’attentato.

12. Nel dicembre 2011, “celebrando” il suo ventiquattresimo anniversario, Hamas si vantò di aver ucciso 1365 “soldati sionisti” dal 1987. Per Hamas non c’è differenza alcuna tra soldati e civili israeliani.

13. Hamas vinse le elezioni legislative del 2006, per un mandato che sarebbe dovuto durare quattro anni, ma è rimasto al potere fino ad oggi grazie alla violenza.

14. Nel giugno 2007 Hamas ha assunto il controllo della Striscia di Gaza attraverso un colpo di stato violento, assassinando numerosi palestinesi, alcuni dei quali furono uccisi venendo gettati dai tetti degli edifici di Gaza. La Croce Rossa stimò ad almeno 118 il numero dei morti e in più di 550 quello dei feriti durante i combattimenti che si protrassero fino al 15 giugno.

15. I membri di Hamas, quando effettuano attacchi contro soldati israeliani, utilizzano bambini palestinesi come scudi umani.

16. Il 16 aprile 2001 Hamas lanciò il suo primo razzo verso Israele da Gaza.

17. Dal 2001 più di 15200 razzi e colpi di mortaio, una media di oltre 3 attacchi al giorno, hanno preso di mira Israele da Gaza, con Hamas che ancora oggi lancia o controlla la stragrande maggioranza degli attacchi. Oltre 5 milioni di israeliani vivono attualmente entro il raggio di tiro e sotto la minaccia di attacchi missilistici.

18. Hamas punta deliberatamente ad uccidere civili israeliani, sparando razzi indiscriminatamente, mentre i suoi membri si nascondono tra la popolazione civile: un “doppio crimine di guerra”.

19. Hamas è un gruppo sunnita mentre il suo principale finanziatore nel corso degli anni è stato l’Iran sciita. L’Iran sospese per un breve periodo la sua sponsorizzazione durante la guerra civile siriana – durante la quale Hamas godette dei finanziamenti provenienti dal Qatar – ma da allora l’Iran ha ripreso la sua attività di sostegno economico nei confronti di Hamas.

20. L’Iran aiuta e sostiene Hamas nei seguenti modi: trasferendo ingenti somme di denaro al governo di Hamas nella Striscia di Gaza; addestrando gli operativi di Hamas in Iran; contrabbandando armi nella Striscia di Gaza, inclusi i missili a lungo raggio utilizzati di recente per attaccare le città israeliane; trasmettendo il know-how tecnico-operativo utilizzato per produrre e migliorare le armi in possesso di Hamas, incluso l’aumento del potere distruttivo degli IEDs (Improvised Explosive Devices, ordigni esplosivi improvvisati, realizzati con materiali non convenzionali) e dei razzi utilizzati per attaccare Israele.

21. Il budget annuale di Hamas è stato stimato intorno ai 500 milioni di dollari, il 20% del quale è speso in infrastrutture militari. Quasi la metà della spesa militare è riconducibile ai tunnel del terrore, molti dei quali sbucano nei pressi delle città israeliane.

22. Hamas disinforma abitualmente i suoi seguaci. Diversi anni fa il leader Khaled Meshal affermò falsamente al pubblico palestinese che Hamas era riuscito a distruggere la casa di Ehud Barak (ex primo ministro israeliano) a Tel Aviv. In realtà, Israele aveva distrutto la casa del “primo ministro” di Hamas, Ismail Haniyeh.

23. Sebbene Hamas si sia spesso lamentato della mancanza di prodotti nella Striscia di Gaza, si è sempre concentrato sul contrabbando di migliaia di razzi.

24. Dal 2008 Hamas e Fatah hanno ininterrottamente portato avanti colloqui di riconciliazione, ma ad oggi non hanno ancora raggiunto un accordo sostenibile. Recentemente le due fazioni hanno pubblicizzato un accordo ufficiale, che però non è stato ancora implementato (e molti esperti dubitano che lo sarà mai).

25. “La Palestina, dal fiume [Giordano, ndr] al mare, da nord a sud, è la nostra terra. Non possiamo concedere nemmeno un centimetro. La liberazione della Palestina, di tutta la Palestina, è un dovere, un diritto ed un obiettivo. La guerra santa e la resistenza armata rappresentano il reale e giusto percorso di liberazione e di recupero dei diritti” (Khaled Meshal parlando durante le “celebrazioni” per il venticinquesimo anniversario di Hamas).

26. Dal 2013 al 2014 Israele ha sventato 64 tentativi di Hamas di rapire israeliani. Il 14 giugno 2014 membri di Hamas riuscirono a rapire tre ragazzi israeliani. Naftali Frenkel (16 anni, di Nof Ayalon), Gilad Shaer (16 anni, di Talmon) e Eyal Yifrah (19 anni, di Elad) vennero rapiti mentre tornavano a casa da scuola. Tutti e tre vennero assassinati poco dopo il rapimento.

27. A metà del 2014 Hamas incrementò drammaticamente il numero di razzi lanciati verso i civili israeliani, arrivando ad oltre 80 in un singolo giorno. In risposta all’incremento nel numero di razzi lanciati sul territorio israeliano e alla costruzione di dozzine di tunnel del terrore, Israele lanciò l’operazione Protective Edge: 4762 gli obiettivi del terrore centrati (molti dei quali posizionati da Hamas in aree civili), 32 i tunnel distrutti (molti con uscite nei pressi di cittadine israeliane). Nel frattempo Hamas lanciò 3556 missili verso Israele e uccise 64 soldati e 3 civili. Molte organizzazioni internazionali hanno accettato il proclama di Hamas secondo il quale Israele avrebbe ucciso 2000 civili a Gaza. Eppure sia l’IDF sia fonti indipendenti contestano questo dato, avendo dimostrato come molte vittime erano in realtà combattenti armati. A ciò si aggiunga l’uso cinico da parte di Hamas di scudi umani (come per esempio spostare il proprio quartier generale nel seminterrato dell’Ospedale Shifa di Gaza City o sparando razzi da aree densamente popolate).

28. Nel 2015 Hamas ha dichiarato una nuova “intifada”. L’organizzazione terroristica ha contribuito all’istigazione, addirittura con video tutorial diffusi su internet che spiegavano come accoltellare un civile per causarne la morte in tempi rapidi dando così tempo all’attentatore di mettersi in fuga prima dell’arrivo delle forze di sicurezza israeliane. Negli ultimi due anni si sono verificati in Israele centinaia di attacchi del terrorismo palestinese, con coltelli e investimenti automobilistici, che hanno causato dozzine di morti israeliani. Più di duecento palestinesi sono morti, di solito nel tentativo di accoltellare un israeliano o durante disordini. Questi fatti sono stati definiti dai mezzi di informazione “intifada dei coltelli”.

29. Nel 2017 Hamas ha rilasciato un “Documento politico”, che alcuni media non particolarmente informati hanno definito “nuovo statuto” (in sostituzione di quello del 1988; vedi i punti dal 2 al 5), in cui si dichiara che Hamas è pronto ad accettare la “soluzione a due stati”. Ad un esame più attento il documento in realtà ribadisce la dedizione di Hamas alla distruzione totale di Israele. Il testo afferma chiaramente che esso rappresenta una semplice integrazione, non una sostituzione, dello statuto genocidiario del 1988.

30. Il 6 dicembre 2017 gli Stati Uniti hanno riconosciuto Gerusalemme come capitale israeliana. Hamas ha definito tale decisione una “dichiarazione di guerra”, dichiarando altresì una “nuova” (un’altra) intifada (= jihad) contro gli israeliani.

I fatti parlano chiaro: Hamas non è interessato alla pace o ad un compromesso con Israele.

(Articolo tratto da HonestReporting – Defending Israel From Media Bias)

L’Informale

Categorie: Hamas, Terrorismo
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