Francia, aggredito bimbo ebreo Macron: «Un atto ignobile»
Il ragazzino di 8 anni indossava la kippah ed è stato malmenato alla periferia di Parigi. Lo sdegno delle istituzioni. Continua l’esodo verso Israele dei cittadini di fede ebraica
di Monica Ricci Sargentini
Parigi, 31 Gennaio 2018 – La sua unica colpa è stata quella di indossare la kippah, il copricapo ebraico, mentre si recava al corso di recupero scolastico lunedì sera a Sarcelles (già teatro pochi giorni fa di un’altra aggressione antisemita contro una bambina, colpita al volto con un arma da taglio) nella banlieue parigina. Il bambino, che ha solo otto anni, è stato sbattuto a terra e picchiato da due giovani di circa 15 anni che si erano nascosti dietro i bidoni della spazzatura.
Le indagini
La procura di Pontoise ha aperto un’indagine privilegiando la pista antisemita in assenza di un altro movente credibile, anche se i due aggressori non hanno proferito alcun insulto. Le autorità hanno deciso di rafforzare nella zona la presenza dei soldati dell’operazione Sentinel, voluta dal governo dopo gli attentati del 2015.
Solidarietà
Al ragazzino ha voluto manifestare la sua solidarietà il presidente francese Emmanuel Macron. «Ogni volta che un cittadino viene aggredito a causa della sua età, del suo aspetto o della sua confessione, è l’intera Repubblica ad essere attaccata», ha scritto su Twitter. «Oggi, in particolare, tutta la Repubblica è al fianco dei francesi di confessione ebraica per combattere con loro e per loro ognuno di questi atti ignobili» ha affermato in un secondo cinguettio. Una dura condanna è stata espressa anche dal ministro dell’Interno, Ge’rard Collomb.
In fuga
A Parigi negli ultimi anni si è verificato un vero e proprio esodo di ebrei. Dei 350mila residenti, 60mila si sono rifugiati altrove nel 2016. Altri hanno abbandonato i quartieri più difficili delle periferie per trasferirsi nella nuova «piccola Gerusalemme» del XVII ème , o nel triangolo d’oro Le Raincy-Villemomble-Gagny appena fuori la capitale. Un fenomeno che non è ristretto solo a Parigi. Dopo gli attentati a Charlie Hebdo e all’Hyper Cacher di Parigi tanti ebrei francesi spinti dall’insicurezza hanno fatto la loro aliya (il ritorno nella terra promessa) e sono andati a vivere in Israele: nel 2015 sono stati oltre 8000, i più numerosi al mondo per il secondo anno consecutivo. Molti altri che continuano a considerare la Francia come il loro Paese scelgono di cambiare zona e di vivere raggruppati.
Thanks to Progetto Dreyfus
#1Emanuel Baroz
L’ENNESIMO ATTACCO ANTISEMITA IN FRANCIA
Sarcelles ( Parigi ). Ieri pomeriggio un bimbo ebreo di otto anni indossava il copricapo ebraico quando per strada è stato aggredito da due adolescenti mentre si stava dirigendo al corso di sostegno. I due che l’hanno malmenato senza proferire parola e senza rubagli nulla, sono poi fuggiti prendendo il tram.
Venti giorni fa sempre a Sarcelles, una studentessa appena uscita dal liceo ebraico, è stata sfregiata alla guancia destra da uno sconosciuto che ha fatto perdere le sue tracce senza dirle nulla.
Lo scorso aprile una pensionata è stata barbaramente uccisa nella sua abitazione perché ebrea da un musulmano radicalizzato che ancora oggi la procura non vuole catalogare come attentato di matrice antisemita dato che al momento dell’omicidio, l’assassino era sotto l’effetto degli stupefacenti.
I numeri registrati nel 2017 della fuga degli ebrei francesi dall’antisemitismo francese hanno registrato una lieve flessione, attestandosi al terzo posto dopo Russia e Ucraina. Nel 2015 ha raggiunto il suo picco dopo l’attentato all’Hypercascher, qualche giorno dopo l’attacco al Charlie Hebdo.
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#2Giacomo Morpurgo
Penso che quanto sta succedendo in Francia contro gli ebrei vada trattato dalla Magistratura
francese o europea (non so) con pene di una decina di anni di prigione per ogni azione di persecuzione (se si tratta di stranieri l’espulsione dopo la prigione).Se il parlamento e la magistratura francese non fanno questo o qualcosa di simile diventano complici di Hitler e Mussolini.