Torino, capitale del boicottaggio d’Israele
Un appello al rettore Ajani perché fermi la marea d’odio nelle sue aule
Torino da città antifascista a città antisionista? Quello che sta succedendo nella sua università è a dir poco grave. E meritava una lettera aperta al rettore Ajani, che ora circola in quella università e firmata da numerose personalità.
Il 18 gennaio del 2017 nel Campus Einaudi dell’Università ha avuto luogo il seminario autogestito “Ricordare Auschwitz per ricordare la Palestina” corredato da dispense universitarie dal titolo infamante: “Collusioni tra sionismo e nazifascismo prima e durante la Shoah“.
In un secondo seminario, promosso dal Dipartimento di Culture, Politica e Società e alla presenza delle relatrici Eliana Ochse e Simona Taliani, Salim Vally, dell’Università di Johannesburg, si è potuto dipingere Israele come un paese dove si praticherebbe l’apartheid.
Il 24 gennaio, sempre al Campus Einaudi e a ridosso della Giornata della memoria, con un altro seminario autogestito tenutosi nell’Aula A3, si è parlato dello “sfruttamento della Shoah da parte di Israele”.
Quando, un anno fa, 350 docenti, ricercatori e assegnisti delle università italiane lanciarono un appello per il boicottaggio di Israele, in particolare dell’Università Technion di Haifa, ben 61 di loro provenivano dall’Università di Torino. L’Università di Torino è stata la prima (e finora unica) in Italia a votare ufficialmente una mozione di boicottaggio di Israele, sostenuta a maggioranza (sedici favorevoli e cinque contrari) dal Consiglio degli studenti.
L’ateneo torinese ha anche fatto notizia per un altro caso incredibile. “Rinuncio a fare ricerca per boicottare l’università di Tel Aviv e Israele“. Questa la decisione di una giovane ricercatrice, Ilaria Bertazzi, che dopo il dottorato ha rifiutato la proposta di continuare a studiare le energie rinnovabili perché il progetto prevedeva la collaborazione con atenei israeliani. Ci sono docenti torinesi, come Daniela Santus, che hanno subito non poche contestazioni per le loro idee anticonformiste su Israele. Il rettore Ajani può e deve fare di più per evitare che la sua gloriosa università, che vanta progetti di collaborazione con Israele, non si trasformi nella capitale del suo boicottaggio accademico. Sarebbe un disonore per la città di Primo Levi.
(Fonte: Il Foglio, 22 Febbraio 2018)
#1Emanuel Baroz
Torino-BDS, continuano i convegni contro Israele
http://www.progettodreyfus.com/torino-bds-israele/
#2Emanuel Baroz
Lettera al Magnifico Rettore dell’Università di Torino
Egr. Prof. Ajani,
Magnifico Rettore dell’Università di Torino,
quanto sta accadendo da tempo in alcune aule e in uno specifico Dipartimento dell’Università di Torino di cui Lei è Rettore, non può più essere sottaciuto.
Il 18 gennaio del 2017 nel Campus Einaudi dell’Università ha avuto luogo il seminario autogestito “Ricordare Auschwitz per ricordare la Palestina” corredato da dispense universitarie dal titolo infamante: “Collusioni tra sionismo e nazifascismo prima e durante la Shoah”. Nonostante Lei avesse espresso parere contrario al suo svolgimento, i promotori, facenti capo al Centro Sociale C1, ubicato all’interno del campus e coadiuvato da un membro del Movimento BDS, trovavano tranquillamente posto nell’Aula A4.
Nel corso dell’evento Israele veniva presentato come un paese razzista, suprematista e genocidario in linea con la vulgata demonizzante che lo vuole uno Stato ontologicamente criminale.
E’ altresì grave che nel suo stesso ateneo sia stato possibile ascoltare anche interventi più “qualificati”, come quello del 16 gennaio u.s. promosso dall’Dipartimento di Culture, Politica e Società in cui, alla presenza delle relatrici Eliana Ochse e Simona Taliani, Salim Vally, dell’Università di Johannesburg e attivista BDS, ha potuto dipingere, in linea con la narrativa diffamante della organizzazione in cui milita, Israele come un paese dove si praticherebbe l’apartheid e in cui i bambini palestinesi verrebbero. arrestati di notte nelle loro abitazioni con una media di 500-700 all’anno (sic). Già il 26 gennaio del 2017, lo stesso dipartimento ha invitato per un seminario su “Israele e i palestinesi nell’era Trump” la giornalista israeliana di “Haaretz”, Amira Haas, nota a livello internazionale per le sue posizioni visceralmente filopalestinesi.
Quest’anno, a ridosso della Giornata della Memoria, si è replicato il 24 gennaio, sempre al Campus Einaudi, con un altro seminario autogestito tenutosi nell’Aula A3, durante il quale il medesimo gruppo di studenti, dichiaratisi tutti attivisti del BDS, ha voluto sottolineare il presunto sfruttamento della Shoah da parte di Israele, tesi sostenute allo stesso modo da ideologie radicali di destra e di sinistra quanto da gruppi jihadisti e nazifascisti.
Lei è stato nuovamente informato previamente, e anche questa volta, come la volta precedente, ha dichiarato che si sarebbe impegnato a vegliare sull’evento, nonché a riferire alle autorità competenti se si fosse ripetuto, come riportato nel comunicato del consiglio della Comunità Ebraica di Torino del 23/01/2018.
Il mercoledì successivo, in una altra aula dell’università si svolgeva la proiezione di un lungometraggio sulla rivolta del Ghetto di Varsavia del 1943, a cui avrebbe dovuto fare seguito un ulteriore dibattito sulle modalità con cui questa vicenda storica sarebbe stata “sfruttata” da Israele. Dibattito che non c’è stato unicamente per mancanza di tempo.
Tutto ciò descrive una situazione di pregiudiziale avversione nei confronti dello Stato di Israele, di cui Il Dipartimento di Culture, Politica e Società si fa portavoce, promuovendo specifici incontri clamorosamente di parte, mentre altri estemporanei hanno luogo senza che lei, malgrado le assicurazioni date, abbia preso alcuna iniziativa per impedirne lo svolgimento.
Chiediamo dunque che questa situazione di grave diffamazione venga corretta quanto prima, creando le condizioni affinché nelle aule non siano permessi “seminari” svolti da collettivi di estrema sinistra aventi come scopo la criminalizzazione dello Stato ebraico, e, in seconda istanza, dando l’opportunità al pubblico interessato di ascoltare voci diverse da quelle che si sono ascoltate, senza alcun contraddittorio, presso il Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di cui Lei è Rettore.
Cordiali saluti
Matteo Angioli, membro della Presidenza del Partito Radicale
Antonio Attisani, Professore ordinario di Culture del teatro presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Torino
Andrea Aversa, Social Media Manager
Nicolas Ballario, giornalista – critico
Marco Beltrandi, membro della Presidenza del Partito Radicale nonviolento, transnazionale e transpartito
Raffaele Besso, Presidente della Comunità Ebraica di Milano
Rita Bernardini, già parlamentare, membro della Presidenza del Partito Radicale, dirigente della Lista Marco Pannella
Loredana Biffo, Giornalista, direttore “Caratteri Liberi”
Laura Camis De Fonseca, Presidente Fondazione De Fonseca – Torino
Marco Cappato, già parlamentare europeo, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni
Dario Coen, Presidente The Council for a Beautiful Israel in Italy
Maria Antonietta Farina Coscioni, Presidente Istituto Luca Coscioni
Enzo Cucco, Fondatore ed ex Presidente Associazione Radicale Certi Diritti, Direttore della Fondazione Fuori
Claudia Debenedetti, Presidente Agenzia Ebraica per Israele – Sochnut Italia
Sergio D’Elia, Presidente di Nessuno Tocchi Caino, membro della Presidenza del Partito Radicale nonviolento
Carla Di Veroli, membro assemblea Pd di Roma
Rosi Domini, pittrice
Massimiliano Donninelli, Presidente di Associazione Italia-Israele Trieste
Deborah Fait, ex Presidente Associazione Italia Israele
Alessio Falconio, Direttore di Radio Radicale
Giuliano Ferrara, fondatore de Il Foglio
Niram Ferretti, Scrittore
Camillo Fornasieri, Direttore del Centro Culturale di Milano, Consigliere Delegato Arte e Cultura – Fondazione Stelline Milano
Enrico Fubini, ex Professore ordinario dell’Università di Torino, ex Presidente della Comunità di Torino
Filomena Gallo, Segretario dell’Associazione Luca Coscioni
Riccardo Ghezzi Antonioli, Giornalista, direttore de “L’Informale”
Yuri Guaiana, Presidente Associazione Radicale Certi Diritti, membro del Direttivo Ampi
Carla Guastalla, Presidente Adei Wizo Livorno
Guido Guastalla, Editore e Vicepresidente Associazione amicizia ebraico cristiana Livorno
Laura Harth, rappresentante all’Onu del Partito Radicale nonviolento
Andrea Jarach, Editore
Stefano Jesurum, giornalista, collaboratore di Pagine ebraiche (Moked)
Alessandro Litta Modignani, Giornalista, presidente Unione associazioni pro Israele (UDAI)
Gianni Locatelli, giornalista
Lucio Malan, Senatore della Repubblica
Laura Malchiodi, presidente Associazione Italia-Israele di Brescia
Pierangelo Masarati, Professore ordinario Politecnico Milano
D.ssa Donatella Masìa, magistrato
Walker Meghnagi, Ex Presidente della Comunità Ebraica di Milano
Giulio Meotti, Giornalista de Il Foglio, scrittore
Monica Mistretta, vice direttrice del quotidiano di inchiesta online ArticoloTre
Giorgio Myallonier, presidente associazione radicali Bergamo, membro direttivo Italia Israele Bergamo
Leonardo Monaco, Segretario Associazione Radicale Certi Diritti
Carlotta Morgana, giornalista
Riccardo Pacifici, ex Presidente della Comunità Ebraica di Roma
Vittorio Pavoncello, Presidente Maccabi Italia, Member European Jewish Parliament
Angelo Pezzana, giornalista, fondatore Associazione Italia-Israele
Barbara Pontecorvo, avvocato
Pier Franco Quaglieni, Vice Presidente del Centro “Pannunzio”
Sergio Ravelli, Cavaliere della Repubblica
Daniela Rella, insegnante
Fabrizio Ricca, capogruppo della Lega Nord nel Consiglio Comunale di Torino
Davide Riccardo Romano, ex assessore alla Cultura della Comunità Ebraica di Milano
Rosana Rosatti, Chairman and founder “Associazione Amici di Alyn” sezione di Milano
Giuseppe Rossodivita, Avvocato, presidenza del Partito Radicale
Sergio Rovasio, fondatore Associazione Radicale Certi Diritti, membro del Partito Radicale
Flaminia Sabatello, presidente Associazione Romana Amici di Israele
Paolo Salom, Giornalista del Corriere della Sera
Daniela Santus, Docente Università di Torino
Emanuel Segre Amar, Presidente Gruppo Sionistico Piemontese, ex Vice Presidente Comunità Ebraica di Torino
Simona Segre Reinach, Professore associato Università di Bologna
Elisa Serafini, assessore al Marketing Territoriale, Cultura e alle Politiche per i Giovani al Comune di Genova
Michael Sfaradi, Giornalista, reporter di guerra e Scrittore
Pierluigi Signorini, presidente Associazione Bresciana Italia – Israele, aderente UDAI
Antonio Stango, presidente FIDU – Federazione Italiana Diritti Umani
Astrit Sukni, Tesoriere Associazione milanese Pro Israele
Marco Taradash, giornalista ed ex parlamentare
Enrico Tateo, Medico Presidente di A.P.P.I. (Associazione Parmense Pro Israele)
Irene Testa, membro della Presidenza del Partito Radicale nonviolento, transnazionale e transpartito
Maurizio Turco, Presidente dell’Associazione Politica nazionale Lista Marco Pannella, presidenza del Partito Radicale nonviolento
Valter Vecellio, giornalista Tg2
Roberta Vital, Rappresentante Osservatorio Solomon Sulle Discriminazioni Milano
Vittorio Viterbo, giornalista
Elisabetta Zamparutti, Tesoriere di Nessuno Tocchi Caino, membro della Presidenza del Partito Radicale nonviolento
http://www.linformale.eu/lettera-al-magnifico-rettore-delluniversita-di-torino/
#3Emanuel Baroz
La propaganda anti-israeliana di “Progetto Palestina” e di Ilan Pappé vale tre crediti formativi
di Riccardo Ghezzi
Partecipare al seminario “L’eredità di Edward Said in Palestina” varrà tre crediti formativi. L’Ateneo di Torino ha pubblicizzato l’evento, annunciandolo anche sul proprio sito. Peccato che in quel convegno risulti tra i relatori Ilan Pappé, da tempo screditato dal ben più autorevole storico Benny Morris, e che come organizzatore figuri “Progetto Palestina”, un gruppo di studenti universitari torinesi che ha già promosso altri convegni antisionisti e varie iniziative contro Israele.
Insomma, non proprio una lectio magistralis ma un seminario di parte, come altri che si sono tenuti recentemente al campus Einaudi di Torino lo scorso gennaio. In uno di questi, Israele è stato addirittura paragonato al Sudafrica dell’apartheid, in un altro accusato di aver speculato sulla Shoah, il tutto in concomitanza con il Giorno della Memoria.
Edward Said scrittore e docente statunitense di origine araba, sarà raccontato da nove relatori, tutti docenti universitari, tra cui appunto Ilan Pappé. Il convegno si svolgerà l’1 e il 2 marzo sempre al campus Einaudi di Torino, Pappé parlerà solo la mattina dell’1 anche perché il 2 interverrà in un altro evento che si terrà presso l’Università di Salerno.
Dopo i discutibili eventi di gennaio, il campus Einaudi ospiterà quindi un nuovo evento organizzato da “Progetto Palestina” che stavolta varrà ben tre crediti formativi. Il Rettore, Gianmaria Ajani, interpellato in merito dal quotidiano La Stampa ha fatto sapere che ” “L’università è un luogo aperto e questo ha tanti lati positivi ma si porta dietro anche qualche problema. Se un gruppo decide di prendere un’aula per fare un incontro non è possibile farci molto. Chiedere l’intervento delle forze dell’ordine non è una strada percorribile e l’Ateneo può solo decidere di non supportare questo tipo di iniziative”.
Le polemiche, però non sono mancate. La docente Daniela Santus ha spiegato: “I relatori invitati sono di parte e in alcuni casi le loro tesi sono state messe in discussione dalla comunità scientifica internazionale perché si basavano su fonti di seconda mano”, mentre Angelo Pezzana ha posto l’accento sui crediti formativi: “Se si autorizzano certi incontri e si danno anche crediti formativi per seguirli non si tratta di tolleranza ma di connivenza”.
http://www.linformale.eu/la-propaganda-anti-israeliana-di-progetto-palestina-e-di-ilan-pappe-vale-tre-crediti-formativi/
#4Giuseppe
Si dovrebbe richiedere la radiazione del rettore Ajani.
Magari con una iniziativa dal basso.