Israele difende il suo confine. I morti colpa di Hamas
La marcia palestinese è terrorismo organizzato che si ribella a una democrazia occidentale minacciata nel suo diritto a esistere
di Giulio Meotti
E’ la giornata più pesante degli scontri fra Gaza e Israele. Una quarantina i morti palestinesi per ora. C’è un regime islamista e terrorista, Hamas, che da due mesi incita e paga la popolazione palestinese a marciare contro il confine di Israele e i 4.000 civili israeliani che ci vivono dietro. Spari, molotov, bombe, si è usato di tutto oggi per superare quel confine. E tutto avviene dietro la cinica copertura di 50 mila palestinesi usati come apripista e scudi umani.
Nei giorni scorsi i social media palestinesi hanno diffuso piantine su come entrare più velocemente da Gaza nelle comunità israeliane al confine. Per fare cosa? La marcia palestinese è terrorismo organizzato. Israele, che nelle stesse ore è impegnato a Gerusalemme a celebrare lo spostamento lì dell’ambasciata americana e il riconoscimento di quella città come capitale, sta difendendo il suo confine riconosciuto dalla comunità internazionale.
I tragici scontri di Gaza illuminano la condizione unica in cui si trova Israele fin dalla sua nascita 70 anni fa, ovvero quella di una democrazia occidentale minacciata nel suo diritto a esistere e a difendersi. Israele è l’avamposto ebraico della cultura occidentale che il fondamentalismo islamico vuole distruggere. Lo ha detto chiaramente ieri Ayman al Zawahiri, il dottore a capo di al Qaeda: “Anche Tel Aviv è terra islamica”. E’ quello che urlano anche i manifestanti a Gaza. Ieri i gruppi terroristici palestinesi hanno diffuso immagini su come vorrebbero far saltare in aria le case israeliane con gli RPG. Vogliono tutto.