Legami tra Iran e Al Qaeda, nuove rivelazioni e ammissioni anche sull’11 settembre
Sono anni ormai che gli analisti seri e diversi report di intelligence, hanno denunciato le relazioni tra il regime iraniano sciita e il terrorismo di matrice sunnita, in particolare quello salafita. In questo contesto, da anni sono note le relazioni tra l’Iran e organizzazioni come Hamas, la Jihad Islamica o il Fronte per la Liberazione della Palestina.
Meno note, ma estremamente importanti, sono invece le relazioni che il regime iraniano ha intessuto con l’organizzazione creata da Bin Laden, al-Qaeda.
Relazioni che, secondo quanto denunciato dalla Commissione Speciale sull’11 Settembre, partono dal periodo in cui Osama Bin Laden vivea in Sudan, protetto dall’allora dittatore e teologo Hasa al-Turabi (Report commissione 9/11). E’ qui che Teheran ha iniziato ad avvicinare Bin Laden, inizialmente per mezzo del suo proxy per eccellenza: Hezbollah. Terroristi di Hezbollah hanno anche addestrato loro “colleghi” di al-Qaeda nella Valle della Bekaa, roccaforte del “Partito di Dio” in Libano.
Sempre secondo la Commissione speciale, gli stessi terroristi che hanno compiuto l’attentato dell’11 Settembre 2001, hanno spesso attraversato liberamente il territorio iraniano, grazie al sostegno dell’intelligence della Repubblica Islamica. Tra coloro che hanno usufruito di questo passaggio ci sono Wail al-Shehri, Ahmed al Nabi, Satam al-Suqami e Majed Moqed. Tutti jihadisti che presero poi parte al terribile attentato contro le Torri Gemelle.
Va anche ricordato che le informazioni ottenute dalla Commissione sull’11/9, furono opera delle rivelazioni di Abolghasem Mesbhai, ex Pasdaran, che rivelo’ addirittura che lo stesso regime iraniano aveva un piano per colpire gli Stati Uniti con aerei di linea (piano denominato “Shaitan dar Atash”, ovvero Satana – gli Stati Uniti – in fiamme).
Le relazioni tra Iran e al-Qaeda hanno avuto anche degli effetti drammatici lo scorso anno: il terrorista che ha mietuto decine di vittime alla discoteca Reina di Istanbul – Abdulkarim Masharipov – era stato addestrato in Afghanistan e arrestato dopo essere entrato in Iran. Inspiegabilmente, pero’, Masharipov e’ stato liberato dall’intelligence di Teheran, ed e’ riuscito ad entrare in Turchia dalla regione dell’Azerbaijn iraniano, per compiere il suo piano assassino.
Negli anni, il Dipartimento del Tesoro americano ha anche inserito nella lista delle sanzioni diversi terroristi sunniti, accusati di esseri capi delle cellule di al-Qaeda in Iran. Tra loro ricordiamo Faisal Jassim Mohammed al-Amri al0Khalidi, Yisra Muhammed Ibrahim Bayumi e Abu Bakr Muhammad Ghumayn.
Recentemente quindi, proprio in base a questi dati di intelligence, alcuni giudici americani hanno condannato l’Iran a maxi risarcimenti verso le vittime dell’11 Settembre. L’ultima condanna in tal senso e’ avvenuta lo scorso maggio, da parte di una Corte Federale di New York.
Neanche a dirlo, almeno sino a pochi giorni fa, il regime iraniano non ha mai ammesso le sue relazioni con al-Qaeda. Qualcosa di incredibile e’ pero’ successa a fine maggio: in una intervista televisiva – diffusa con traduzione in inglese solo in queste ore – Mohammad Javad Larijani, capo della Commissione per i Diritti Umani della Repubblica Islamica (sic), ha esplicitamente confermato che l’intelligence iraniana ha ammesso sul suo territorio terroristi di al-Qaeda e garantito loro un libero passaggio senza apporre alcun timbro sui loro passaporti (video).
Secondo Larijani, l’Iran avrebbe assecondato questo “passaggio segreto”, perche’ i terroristi di al-Qaeda intendevano raggiungere l’Arabia Saudita e sarebbero stati arrestati al loro ingresso a Riad. In pratica, piuttosto che informare la Comunita’ Internazionale – e la stessa Arabia Saudita – dell’arrivo di terroristi salafiti che avrebbero potuto colpire il Paese, Teheran ha preferito chiudere gli occhi, probabilmente nella speranza che proprio quei terroristi colpissero il “nemico Wahhabita”. Neanche a dirlo, tra quei terroristi passati liberamente, c’erano anche – molto probabilmente – quelli che hanno colpito successivamente negli Stati Uniti.
Ecco il vero volto della Repubblica Islamica dell’Iran, quella con cui l’Occidente vorrebbe fare affari. Un volto violento, pronto ad abbracciare chiunque per raggiungere il suo unico fine: l’esportazione della Velauyat-e Faqih fuori dai confini iraniani, seguendo la volontà dell’Ayatollah Khomeini.
#1Emanuel Baroz
11 settembre, l’Iran ammette complicità con Al Qaeda
http://www.progettodreyfus.com/11-settembre-iran/
#2Emanuel Baroz
Iran: Ammissioni di un alto esponente del regime dei mullah sulla cooperazione con Al-Qaeda prima dell’11 settembre
In un’intervista dettagliata con Mohammad Javad Larijani, in merito alle sanzioni statunitensi sull’Iran e su altre questioni correlate, il presentatore gli chiede del ruolo di Al-Qaida e della sua connessione con il regime iraniano. Di seguito la traduzione di questa sezione dell’intervista:
PRESENTATORE: “Circa l’11 settembre e il ruolo di Al-Qaida?”
MOHAMMAD JAVAD LARIJANI: “C’era una raccolta di rapporti secondo i quali questi elementi di al-Qaeda che viaggiavano qui dall’Arabia Saudita volevano andare in Afghanistan o altrove, venivano con voli o via terra, chiedendo di non timbrare il loro passaporto, perché se il governo saudita avesse scoperto che erano stati in Iran si sarebbero messi nei guai. Per alcune di queste richieste il nostro governo accettò di non timbrare i passaporti, dato che i viaggiatori erano in transito per due ore, sarebbero andati via, ma la loro entrata e uscita fu registrata. Per questo motivo, hanno detto, ad esempio, che fu come se l’Iran stesse cooperando con al-Qaeda. O per esempio hanno detto che un aereo che doveva passare da un luogo andando da un punto ad un altro della zona, mentre il pilota era membro di una squadra operativa a bordo e anche un comandante dell’esercito di Hezbollah era seduto su un’altra sedia, questo insieme di circostanze fece considerare che l’Iran direttamente o attraverso Hezbollah del Libano fosse in collaborazione con al-Qaeda in questo campo…”
Fonte principale: Iranian Network TV Channel Two, 29 aprile 2018
https://www.ncr-iran.org/it/notizie/terrorismo/6678-iran-ammissioni-di-un-alto-esponente-del-regime-dei-mullah-sulla-cooperazione-con-al-qaeda-prima-dell-11-settembre
#3Emanuel Baroz
11 settembre, le relazioni tra Iran e al Qaeda: Teheran ammette
Il regime per la prima volta spiega di aver facilitato il passaggio dei terroristi
L’Iran è stato complice di al Qaeda negli attentati dell’11 settembre alle Torri Gemelle. Questa volta i presunti rapporti tra l’organizzazione terroristica e Teheran non sono il frutto di accuse che arrivano dagli Usa. In un’intervista rilasciata alla tv di stato iraniana il 30 maggio scorso e ripresa da Al-arabiya nei giorni scorsi, Mohamma Javad Larijani, assistente per gli affari internazionali per la magistratura iraniana, ha dichiarato, senza mezzi termini, che il regime dell’Iran è stato complice di al Qaeda negli attentati dell’11 settembre contro gli Stati Uniti. Nel dettaglio, Larijani ha ammesso che nei confronti degli operativi di al Qaeda in transito in Iran, provenienti da Afghanistan e Arabia Saudita, non veniva effettuato alcun controllo né apposto nessun timbro sui passaporti. E’ la prima volta che Teheran ammette una collaborazione con al Qaeda.
I movimenti degli aderenti alla rete di bin Laden, infatti, erano supervisionati dall’intelligence iraniana, al corrente degli spostamenti e della successiva localizzazione dei soggetti. Tutto ciò sarebbe avvenuto a seguito di accordi stretti tra i vertici di al Qaeda e quelli del governo iraniano.
Le relazioni tra Iran e al Qaeda nei documenti di Bin Laden
Le dichiarazioni di Larijani sembrano suffragate dai contenuti del copioso materiale, 470.000 documenti, rinvenuto nel covo di Abbottabad all’indomani dell’uccisione di bin Laden da parte dei reparti speciali americani. Nella documentazione, pubblicata dalla CIA nel novembre scorso, circa 20 pagine sono dedicate a evidenziare le relazioni tra l’Iran e al Qaeda. In particolare, secondo un rapporto della Foundation for Defense of Democracies, uno di questi documenti riportava che un eminente membro di al Qaeda aveva confermato in una lettera che l’Iran era disposto a fornire tutto il necessario all’organizzazione di bin Laden (armi, denaro e addestramento nei campi di Hezbollah in Libano) in cambio di attacchi a interessi americani nel Golfo persico.
Sempre secondo il medesimo rapporto, l’incaricato di intrattenere relazioni tra al Qaeda e il regime degli ayatollah, era stato individuato in Abu Hafs al-Mauritani, soggetto coinvolto nella preparazione e della supervisione dell’attuazione delle stragi sul territorio statunitense.
Oussama bin Laden aveva chiaramente definito i rapporti da intrattenersi con l’Iran, definendo il ruolo chiave che il regime persiano poteva giocare nell’attuazione dei piani contro Stati Uniti e Occidente.
A seguito di tale rapporto di partnership, bin Laden inviò Saif al Adel, numero tre di al Qaeda, a ricevere addestramento nei campi in Libano sotto la guida di comandanti iraniani di Hezbollah.
Anche le ambasciate iraniane in Europa svolsero un ruolo fondamentale per gli incontri tra gli operativi di al Qaeda e i funzionari dei servizi segreti sciiti. Ramzi bin al-Shibh, uno dei dirottatori dei voli usati per l’attacco dell’11/9, e ritenuto coordinatore dell’operazione, incontrò in diverse occasioni Mohamed Atta in alcune città europee sotto l’egida degli iraniani. Le trasferte in Afghanistan e Iran, utilizzate per aggiornare i vertici di al Qaeda e il governo degli ayatollah sull’andamento dei piani, furono effettuate con il concorso degli agenti del Vevak, il servizio segreto persiano dietro indicazioni dell’ambasciata iraniana a Londra.
https://ofcs.report/internazionale/11-settembre-le-relazioni-tra-iran-e-al-qaeda-teheran-ammette/