“Sono un cacciatore di ebrei”, fornaio in manette dopo il post razzista su Facebook
L’immagine ritraeva il commerciante con una pistola in mano. In casa aveva una piantagione di droga. E’ stato denunciato per istigazione all’odio razziale.
di Roberto Salotti
Una foto che lo ritrae, postata sul suo profilo Facebook e resa pubblica, forse per amplificarne l’effetto. In quella immagine Paolo Da Prato, panettiere 53enne di Lucca, con un’attività in un comune della Valle del Serchio, tiene in mano una pistola. Solo in seguito la Digos confermerà che era un giocattolo, una maldestra riproduzione di una Luger. Ma sono soprattutto le parole apparse a chiosa di quell’inquietante post ad aver convinto ad agire: “Cacciatore di ebrei”.
Erano appena cominciati allora i guai del commerciante, ritenuto dagli inquirenti un estremista di destra e simpatizzante di Forza Nuova: gli investigatori diretti dal vice questore Leonardo Leone scavano subito nella sua vita e inviano la segnalazione alla procura. Da Prato viene iscritto nel registro degli indagati. Istigazione all’odio e alla violenza per motivi razziali e religiosi. Un’accusa grave, della quale Da Prato dovrà rispondere di fronte alla magistratura.
Ma la sorpresa nella sorpresa è arrivata soltanto ieri (12 dicembre) quando all’estremista di destra sono state messe le manette ai polsi. L’arresto è scattato dopo un blitz nella sua villetta, durante il quale la Digos – oltre a trovare la pistola, un coltello e una bandiera con la croce uncinata – ha scoperto quello che nessuno si sarebbe mai aspettato. Una vera e propria serra per la coltivazione e l’essiccazione della marijuana, che è costata a Da Prato un arresto in flagrante.