Netanyahu, ritiro da Cisgiordania apre porte a Iran
GERUSALEMME, 16 apr. – Benjamin Netanyahu, leader del blocco conservatore Likud, ha affermato che procedere a ulteriori disimpegni di Israele dalla Cisgiordania significherebbe consegnare il territorio al movimento di resistenza islamico Hamas e quindi all’Iran. “La promessa di ulteriori ritiri di Israele oggi significa che appena le Forze di difesa israeliane sono fuori, entra Hamas e se entra Hamas entra anche l’Iran”, ha detto l’ex premier ultraconservatore in una conferenza stampa a Gerusalemme. Netanyahu ha quindi criticato anche il ritiro dal Libano meridionale e dalla Striscia di Gaza, dicendo che ambedue le decisioni hanno avuto come conseguenza “un terribile aumento del potere degli alleati dell’Iran, vale a dire Hezbollah e Hamas”. Negli ultimi mesi Netanyahu ha mantenuto un profilo basso mentre il governo del premier Ehud Olmert lavorava a rilanciare i colloqui di pace con il presidente palestinese, il moderato Abu Mazen, costretto a riparare nella Cisgiordania dopo il colpo di mano di Hamas nella Striscia. Ma oggi Netanyahu ha ammonito che “la fragilita’ endemica della societa’ palestinese” implica che quella popolazione “non e’ sufficientemente forte da resistere alla furia di Hamas e dell’Islam militante”. Allora “si'” a favorire una crescita dell’economica nei territori palestinesi, ma “no” al congelamento degli insediamenti israeliani, come chiede la comunita’ internazionale, perche’ questo non accrescerebbe le prospettive di pace. Netanyahu e’ stato primo ministro dal 1996 al 1999 e i sondaggi recenti danno il Likud vincente se si votasse entro l’anno.
(AGI, 16 aprile 2008)