LA STORIA – Sderòt, visita al campo delle bombe
di Erri De Luca
Il cane ora sta dai vicini e pure il gatto è ospite. Loro si sono spostati in un’altra città, una casa più piccola, senza giardino. Quando il tetto è esploso, con dieci secondi di avviso, stavano in salotto, in cucina non c’era nessuno, perciò sono vivi. Il cane ora sta dai vicini e pure il gatto è ospite. Sono di pelo bianco tutti e due, mi sono venuti incontro, da ospiti a ospite. Abitavano con la famiglia Amar, colpita a casaccio da un razzo kassam, sparato da un cortile di Gaza al loro domicilio in Sderòt, Israele.
Ora stanno in un’altra città, le chiavi le hanno lasciate ai vicini. La loro cucina è aperta verso l’alto come un barattolo di pomodori. Era inverno quando è successo, ora sono fonte le piccole rose piantate da loro, mi sono chinato per stringere la mano alle foglie, in assenza.
Succede anche a noi di Napoli di uscire cacciati di casa, però spinti dal sottosuolo, non dal terremoto del tetto. La guerra moderna fa visita alle case passando dal soffitto. Vicino al cimitero di Sderot un razzo esplosivo kassam, tirato da Gaza a Israele, ha scavato una fossa in un campo di eucalipti, si sono incendiati.
Gheùt è il nome di una donna,in ebraico significa altezza. Gheùt ha un figlio e una scheggia di ferro nel cranio che resterà lì. Stava al piano rialzato quando quando si è aperto il tetto ed è crollato, cielo e soffitto, addosso a lei e a suo figlio di quattr’anni che giocava sul pavimento. E stata svegliata da lui che le dava le spinte. Era giorno e Gheùt non vedeva più niente.
Quando schizza un missile da Gaza, il dirigibile spia fa in tempo ad avvisare, così fischia un allarme dieci secondi prima dell’impatto. Nel caso e nella casa di Gheùt non è successo perché non era un missile, ma un colpo di mortaio che vola basso e non urta i sensori del dirigibile spia, ormeggiato su Gaza come una barca in aria.
Seduti nel bar della sorella, Gheùt racconta che da ragazza andava al mercato di Gaza per fare la spesa e quelli di Gaza venivano a Sderòt a comprare vestiti. Era semplice vivere, semplice e basta.
E’ giusto sapere di ogni colpo finito nel campo dei palestinesi, ma è pure giusto sapere che arrivano colpi a ferire e a togliere vita nelle stanze di casa Israele, a due chilometri e mezzo di tiro. Dal gennaio 2001 sono arrivati da Gaza settemila e seicento razzi esplosivi. Fuori del conto restano i colpi di mortaio. E giusto sapere che in quella parte del mondo la guerra è uno spreco di torti divisi per due. E giusto pagare per questo sapere.
Abele non è morto da giovane, ha figli in tutte le generazioni e vanno sottoterra portati a spalla da quelli che li hanno amati e che maledicono se stessi e i nemici su tutti e due i bordi del fronte, con lacrime uguali. E il cane e il gatto lasciano ai vicini.
(Fonte: il Mattino, 18 Maggio 2008 )