Libano, Frattini: rendere più efficaci regole Unifil
martedì, 27 maggio 2008 11.30
ROMA (Reuters) – Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha detto oggi che il primo obiettivo dell’Italia sulla forza militare dell’Onu in Libano è di rendere più efficaci le regole d’ingaggio, per favorire il disarmo delle milizie e un processo di pace tra Beirut e Israele.
“Siamo impegnati in un monitoraggio insieme al ministero della Difesa per rendere ancora più efficaci le regole che esistono a beneficio della popolazione libanese”, ha detto Frattini in un’informativa al Senato sulla situazione in LIbano.
“Dobbiamo lavorare molto su questo aspetto, come contribuire alla stabilità e a nuove condizioni di sicurezza e sovranità del Libano, che è una delle precondizioni anche per la sicurezza di Israele”.
Per il titolare della Farnesina, la strada è quella di “potenziare le attività congiunte con forze le forze armate libanesi, moltiplicare gli interventi di ispezioni e controllo sul terreno” su cui è impegnato Unifil, cioè il sud del Libano.
Frattini ha detto che, già dopo la creazione di check-point congiunti tra soldati libanesi e caschi blu dell’Unifil “dal 15 aprile a oggi sono stati controllati 13mila veicoli e 22 mila civili”.
La missione dell’Unifil, operativa nel sud dopo la guerra tra Israele e le milizie di Hezbollah nel 2006, è comandata adesso dal generale italiano Claudio Graziano.
Secondo le regole di ingaggio stabilite dall’Onu, Unifil, a cui l’Italia contribuisce con circa 2.400 militari, può usare la forza per assicurare che la zona cuscinetto a sud del fiume Litani non sia utilizzata per attività ostili, non sia terreno di transito per gruppi armati, non sia usata per resistere alla missione dei caschi blu.
Di recente i media israeliani hanno criticato le forze internazionali perché non avrebbero comunicato all’Onu di avere individuato la presenza di almeno quattro gruppi armati di Hezbollah nel sud del paese, senza intervenire, in una circostanza smentita da Graziano.
Il centrodestra ha più volte criticato la missione Unifil, perché sarebbe stato troppo morbida verso le milizie di Hezbollah, nei suoi quasi due anni di vita.
Frattini ha detto che l’accordo di Doha che ha aperto la strada alla nomina a presidente libanese del generale Michel Suleiman, lascia sperare in una evoluzione positiva della situazione con il coinvolgimento nel prossimo governo di tutte le forze politiche, compreso il partito Hezbollah.