Estremisti palestinesi annunciano una nuova intesa contro Israele
Accordo tra 13 gruppi, tra cui il braccio armato di Hamas: «Colpiremo il nemico sionista in ogni luogo»
GAZA – Sulla via della pace in Israele, oltre che l’ombra della fine della moratoria sugli insediamenti dei coloni, pesa ora anche un nuova minaccia degli estremisti palestinesi, ostili a qualunque accordo con lo Stato ebraico. Mentre a Washington è stati definito “costruttivo” il primo colloquio tra il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il leader palestinese Mahmoud Abbas, 13 gruppi palestinesi, fra cui le Brigate Ezzedin al Qassam, hanno annunciato di aver unito le loro forze per coordinare i loro prossimi attacchi contro Israele (qui il video). «Abbiamo deciso di creare un centro di coordinamento per le nostre operazioni contro il nemico», ha dichiarato Abu Obeidah, il portavoce delle Brigate Ezzedin al Qassam, braccio armato di Hamas.
«COLPIRE IN OGNI LUOGO E IN OGNI MOMENTO» – I propositi sono stati dichiarati senza mezzi termini, durante una conferenza stampa che si è tenuta a Gaza. Abu Obeidah ha proclamato che «il nemico sionista» sarà colpito «in ogni luogo e in qualsiasi momento». «Tutte le opzioni sono aperte», ha aggiunto, rispondendo a una domanda sulla possibilità che siano lanciati razzi contro Tel Aviv a partire dalla striscia di Gaza. Il portavoce delle Brigate Ezzedin al Qassam ha inoltre ingiunto all’Autorità nazionale palestinese di «cessare gli arresti» di simpatizzanti di Hamas in Cisgiordania.
(Fonte: Corriere della Sera, 3 settembre 2010)
Nella foto: la conferenza stampa dei terroristi palestinesi
#1Emanuel Baroz
13 (tredici!) organizzazioni terroristiche si alleano per muovere guerra totale ad Israele
Tredici gruppi palestinesi hanno deciso di unire le proprie forze per dare vita a un’escalation di attacchi contro Israele. Ad annunciarlo è stato il portavoce delle Brigate Ezzedin al-Qassam, braccio armato di Hamas, Abu Ubeyda, nel corso di una conferenza stampa a Gaza. Con l’obiettivo di far fallire i negoziati diretti tra Anp e Israele, iniziati ieri a Washington, le 13 fazioni armate palestinesi hanno organizzato un coordinamento delle loro attività contro lo Stato ebraico.
“Annunciamo che siamo entrati in una nuova fase della resistenza palestinese – ha affermato Abu Ubeyda – si tratta di una fase avanzata del lavoro jihadista che lascerà il segno sul nemico occupante”. Oltre ad Abu Ubeyda, hanno preso parte alla conferenza stampa altri uomini a volto coperto in rappresentanza dei vari gruppi armati tra cui le Falangi di al-Quds, braccio armato della Jihad islamica, le Brigate Abu Ali Mustafa, le Brigate Jihad Jibril, le Brigate al-Nasr, le Brigate Saif al-Islam, le Brigate dei martiri di al-Aqsa – sezione Nabil Masoud e altre piccole formazioni.
L’annuncio delle fazioni armate palestinesi è giunto a poche ore di distanza dalla conclusione della prima giornata di colloqui diretti tra Anp e Israele. Ieri il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) hanno deciso di incontrarsi nuovamente il 14 e il 15 settembre prossimi a Sharm el-Sheikh, in Egitto, e successivamente ogni due settimane, per proseguire i colloqui.
E dall’Iran arriva oggi anche il duro affondo del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad che ha accusato il leader dell’Anp di non rappresentare il popolo palestinese al tavolo dei negoziati con Israele, ripresi ieri a Washington. “Noi chiediamo: chi condurrà i negoziati? Chi rappresenta questa gente? Chi ha dato loro la legittimità di negoziare a nome dei palestinesi?”, ha tuonato Ahmadinejad durante il suo intervento in occasione delle celebrazioni di ‘al-Quds’, la giornata in cui il mondo islamico esprime solidarietà alla causa palestinese. Il presidente iraniano, che ha parlato di negoziati “destinati a fallire”, ha precisato che l’Anp “non ha il diritto di cedere parte della Palestina ai nemici”.
“Le Nazioni della regione – ha aggiunto – non permetteranno che si rinunci anche a un solo centimetro della Palestina”. Già mercoledì il presidente iraniano aveva sottolineato che il motivo principale del “fallimento” a cui sono destinati a suo avviso i negoziati è l’assenza al tavolo delle trattative di Hamas, il movimento di resistenza islamico che controlla la Striscia di Gaza. “Qualsiasi negoziato – aveva affermato Ahmadinejad – dovrebbe avere luogo alla presenza di Hamas, l’unico movimento che rappresenta i palestinesi perché è quello che ha vinto le elezioni”.
Intanto il premier israeliano non esclude la possibilità di indire un referendum qualora Israele raggiunga un accordo iniziale con l’Autorità nazionale palestinese durante i negoziati di pace diretti. E’ quanto riferisce ‘Radio Israele’, citando fonti dell’entourage di Netanyahu.
Inizialmente Israele e Anp dovrebbero arrivare a un accordo quadro che delinei i ‘compromessi’ per risolvere le questioni chiave. L’intesa dovrebbe servire come base per un eventuale trattato di pace.
Da AdnKronos
http://esperimento.ilcannocchiale.it/2010/09/03/13_tredici_organizzazioni_terr.html