Unesco per dhimmi
di Giorgio Israel
Per vantare la supremazia della civiltà italica, i fascisti si limitavano a scovare oscuri scienziati italiani che avrebbero fatto qualche scoperta o inventato qualche marchingegno ma sarebbero stati condannati all’oblio dall’imperialismo culturale straniero. Il grande matematico Lagrange lo chiamavano Lagrangia. Ridicolo, ma comunque Lagrange era veramente italiano, sebbene naturalizzato francese. Non arrivarono però mai a dire che Shakespeare era italiano e che il suo vero nome era Guglielmo Crollalanza o che Einstein era l’italiano Alberto Unapietra.
Nel rapporto dell’Unesco sulla scienza, invece (pag. 171) il filosofo e teologo ebreo Mosè Maimonide appare nella lista degli scienziati musulmani del medioevo come Moussa ben Maimoun. Nella lettera di protesta rivolta alla direttrice dell’Unesco, Irina Bokova, l’associazione Francia-Israele ricorda che il mondo musulmano non ha mai messo in discussione l’ebraicità di Maimonide: casomai lo si chiamava Moussa Ibn Maimoun al-Kourtoubi al-Yehudi, “Mosè, figlio di Maimon ebreo di Cordova”. Ma al mondo islamico non bastava più un terzo della triade dei grandi teologi, filosofi e pensatori medioevali: il musulmano Averroè, l’ebreo Maimonide e il cristiano Tommaso d’Aquino.
Con l’acquisizione d’ufficio Unesco di Maimonide, due terzi del grande pensiero medioevale è islamizzato (per Tommaso d’Aquino è questione di tempo). L’aspetto tragicomico della faccenda è che, come lo stesso Averroè, anche il povero Maimonide fu perseguitato nel mondo islamico. Nacque nel 1138 a Cordova sotto la dominazione musulmana, e la vita della sua famiglia divenne impossibile sotto i fanatici Almohades, che a ebrei e cristiani offrivano la morte come unica alternativa alla conversione. La famiglia Maimon errò dal sud della Spagna al Marocco e poi ad Acri, Hebron, Gerusalemme e in Egitto dove trovò un clima più tollerante.
Sarebbe da ridere se non fosse preoccupante la corsa all’asservimento dell’Unesco, il cui comitato esecutivo ha da poco contestato che la Tomba dei Patriarchi di Hebron e la Tomba di Rachele a Betlemme facciano parte del patrimonio storico e culturale del popolo ebraico. Sono episodi di una tendenza generale umiliante. Il Louvre ha deciso di aprire una sezione “Arti dell’islam”. Nulla di male, non fosse che al Louvre una sezione “Arti del mondo cristiano” non c’è, né di Arti dell’estremo oriente e neppure una sezione di “Arti africane”. Ma sarebbe dimenticare che la cultura africana è in via di riassorbimento da parte della cultura islamica. Agli altri toccherà al momento debito. La dhimmitudine avanza a tutta forza.
(Fonte: Il Foglio, 18 Dicembre 2010, pag. 4)
Nell’immagine in alto: Moshe Ben Maimon (Rambam)
#1antonella b.
l’Unesco è veramente patetica. Ha perso completamente credibilità, indipendenza, e autorevolezza. Come molte altre organizzazioni internazionali, del resto, proprio quelle che sono state create per tutelare tutti e garantire il rispetto di tutti.
Che pena!!!!