Bezons (Parigi): conferita cittadinanza onoraria a terrorista palestinese!
Il Congresso Ebraico Europeo ha chiesto alle autorità francesi di condannare la decisione “orrenda e vergognosa” di Bezons, sobborgo di Parigi, di conferire la cittadinanza onoraria a Majdi Al Rimawi, uno dei responsabili dell’assassinio nel 2001 del ministro israeliano Rehavam Zeevi, per questo condannato all’ergastolo in Israele
Il consiglio comunale di Bezons ha preso la decisione nel mese di Febbraio con voto unanime, dopo aver definito Al Rimawi detenuto politico per le proprie convinzioni. Durante la cerimonia, il sindaco di Bezons, Dominique Lesparre, ha tenuto un discorso apologetico in cui giustificava gli atti del terrorista definendolo ”vittima” e ”prigioniero politico”.
Secondo i consiglieri votanti, l’omicida difendeva la propria città, e gli stessi hanno poi invocato il rispetto del diritto internazionale cioè (a detta loro ovviamente) la creazione dello Stato palestinese con capitale in Gerusalemme, tralasciando però di parlare del ruolo di Al Rimawi nell’omicidio del ministro israeliano per il quale è stato condannato all’ergastolo.
(Fonte: Israele.net, La Voce della Russia, 12 marzo 2013)
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Nella foto in alto: un estratto del video trasmesso dalla tv palestinese PA TV in cui si dava risalto al conferimento della cittadinanza onoraria a Majdi Al Rimawi (fonte: Palestinian Media Watch)
#1Emanuel Baroz
Bezons, Europa
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
Cari amici,
che ne direste se una cittadina come Frascati o Gallarate dedicasse una via a Lee Harvey Oswald? Non capite la domanda? Oswald, almeno secondo le versioni ufficialmente accreditate, fu l’assassino di John Kennedy (http://it.wikipedia.org/wiki/Lee_Harvey_Oswald). Per quelli che odiano l’America è forse una buona occasione per onorarlo. O forse preferite che Otranto o Tarvisio diano la cittadinanza onoraria a Sirhan Bishara Sirhan che da quel che so è ancora vivo, e ha anche il vantaggio di essere di origini giordane, cioè “palestinesi”? Probabilmente non lo conoscete: è l’assassino del fratello di JFK, Robert Kennedy (omicidio fra l’altro dichiaratamente legato alle vicende del Medio Oriente: http://it.wikipedia.org/wiki/Sirhan_B._Sirhan). O magari vi piacerebbe un monumento a Scandicci per Christer Pettersson , sospetto assassino del primo ministro svedese Olof Palme (http://it.wikipedia.org/wiki/Olof_Palme)? O che il Brasile, dopo aver concesso l’asilo politico al rapinatore terrorista Cesare Battisti desse la sua cittadinanza a Mario Moretti, l’assassino di Aldo Moro (http://it.wikipedia.org/wiki/Mario_Moretti)?
Ecco, credo che in tutti questi casi un’ondata di sdegno esploderebbe: l’esaltazione del terrorismo è sempre oscena ed è particolarmente intollerabile nei casi pubblici. Che un’ente pubblico, una città o uno stato onorino un terrorista significa “ammazzare quella persona, far saltare quella bomba, sparare quel colpo di pistola è stato giusto, così giusto da fare eccezione alle regole giuridiche e politiche della convivenza umana che dappertutto e sempre proibiscono l’omicidio”.
Come avete letto ieri su Informazione Corretta o sull’originale nel Foglio, per l’ottima penna di Giulio Meotti (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=8&sez=120&id=48412), è quel che è accaduto nella cittadina francese di Bezons, che ha concesso la cittadinanza onoraria a Majdi al Rimaw , terrorista palestinese reo confesso di avere ammazzato dodici anni fa il ministro del turismo israeliano Rehavam Zeevi, e attualmente detenuto in un carcere israeliano (http://www.haaretz.com/news/diplomacy-defense/french-town-fetes-palestinian-planner-of-israeli-minister-s-assassination.premium-1.508513). Non si tratta di un semplice atto politico. Dietro gli onori a un assassino del genere, c’è un odio infinito. Quel che questo atto dice è “uccidere gli israeliani (o diciamolo alla maniera dei palestinesi: uccidere gli ebrei) non è reato, anzi è un atto onorevole e degno di lode ufficiale. La morale di Eichmann, di Goering e di Hitler, portata al livello di un paesone della Banilieu parigina, noto peraltro per essere stato il luogo di lavoro di quell’altro simpatico scrittore di nome Louis-Ferdinande Céline, autore di alcuni romanzi che ne raccontano la fuga insieme alle truppe tedesche inseguite dagli alleati e soprattutto di alcuni brillanti pamphlet antisemiti, il cui più famoso si intitola, in maniera programmatica “Bagattelle per un massacro”. Di ebrei, naturalmente.
Il teatro di questa nobile impresa è la Francia, che non ha reagito finora. Gli intellettuali facili a firmare appelli sono stati zitti, i partiti anche, il governo non ha sciolto il consiglio comunale di Béziers, insomma, nulla. Quella stessa Francia dove nei giorni scorsi è stato trasmesso in televisione un film che sostanzialmente giustifica la strage di Tolosa (strage di ebrei, naturalmente) con una descrizione positiva dell’assassinio e della sua famiglia che gli è stata complice. La Francia da cui gli ebrei silenziosamente se ne vanno, se possono, a New York, come racconta Molinari in un bell’articolo (http://www.lastampa.it/2013/02/05/esteri/manhattan-terra-promessa-degli-ebrei-in-fuga-da-parigi-x3BokxVo3G22K5TtQclr9K/pagina.html), o in Israele.
Voi dite: è la Francia. Purtroppo no, non è la Francia, è l’Europa. In Norvegia è appena emerso che i fondi governativi di assistenza all’Autorità Palestinese servono a finanziare il terrorismo e che il governo ne è pienamente consapevole (http://www.palwatch.org/main.aspx?fi=157&doc_id=8630). Cioè lo stato norvegese non dà la cittadinanza onoraria a tipi come Majdi al Rimaw dopo che sono stati condannati, ma paga i loro stipendi prima. E naturalmente tutto ciò passa per normale ed etico. Salvo che, come ha mostrato Manfred Gerstenfeld (http://www.israelnationalnews.com/Articles/Article.aspx/13004#.UUAh5ByQXbN), trucchi i criteri per mostrare che per carità, qualche atto antisemita nelle città norvegesi si commette, ma non più degli altri stati europei. E come la Francia e la Norvegia c’è il Belgio, l’Olanda, l’Ungheria. E noi abbiamo come deus ex machina politico un bel tipo che ha coperto di insulti Rita Levi Montalcini, sul cui blog Gad Lerner è bersaglio di insulti più razziali che politici, che si faceva consigliare in politica internazionale da suo suocero iraniano appena scomparso, naturalmente contro Israele e l’America. Un deus ex machina corteggiatissimo dai soloni altamente morali della sinistra. E’ l’Europa, meglio, è Eurabia che nonostante le prove che portano a Hezbollah come autore dell’attentato a Burgas (Bulgaria, membro dell’UE) in cui morì una mezza dozzina di ebrei (pardon, israeliani dunque colonialisti) e quelle che mostrano come si stava preparando un attentato analogo a Cipro (membro dell’UE anch’esso), rifiuta ostinatamente qualunque sollecitazione a inserire l’organizzazione sciita nella lista dei terroristi, il che le renderebbe almeno un po’ più difficile lavorare (raccogliere soldi armi e personale, compiere nuovi attentati) nel territorio europeo. Bezons non è il simbolo della Francia ma della nostra buona Europa. Pensiamoci.
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=48425
#2Daniel
Bezons, la cittadina francese che onora il terrorista palestinese
di Giulio Meotti
Bezons è un conglomerato urbano che dista appena dieci chilometri da Parigi. Alcuni lo ricorderanno come il paese dove Louis-Ferdinand Céline ha a lungo lavorato come medico dei poveri. Da ieri Bezons è la prima cittadina francese ad aver ufficialmente inserito un terrorista fra i propri cittadini onorari. Si tratta di Majdi al Rimawi, a capo della cellula di miliziani del Fronte popolare di liberazione della Palestina durante la Seconda Intifada pianificarò e portò a compimento l’assassinio del ministro israeliano del Turismo, Rehavam Zeevi. Leader del partito di destra Moledet (patria), Zeevi venne “giustiziato” a colpi di pistola davanti all’hotel Hyatt di Gerusalemme il 17 ottobre 2001. Rimawi, che sconta una condanna a ottant’anni di carcere per quell’omicidio, è adesso immortalato in una placca preparata dal comune di Bezons, che cita il terrorista come un “prigioniero politico”.
A denunciare per prima la decisione delle autorità francesi è stata l’organizzazione israeliana Palestinian Media Watch. Nella cerimonia ufficiale tenutasi a Bezons ha partecipato anche la moglie del terrorista, Fathiya, che ha così commentato: “La questione dei prigionieri della nostra regione ha catturato l’attenzione dei nostri fratelli francesi che hanno deciso di onorarli, concedendo la cittadinanza onoraria a un prigioniero proveniente da questa zona”. Il sindaco della città di Bezons, Dominique Lesparre, ha tenuto un discorso pubblico nel quale ha giustificato gli atti del terrorista condannato per omicidio, definendolo una “vittima”. A protestare contro la decisione del municipio il partito Ump, guidato in città da Olivier Regis. Il sindaco Lesparre ha difeso i quattromila prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane, chiamandoli “resistenza palestinese”.
La trascrizione del suo discorso è stata pubblicato sul suo blog: “Majdi è una vittima diretta di questa occupazione… Come lo sono i 4.500 combattenti della resistenza palestinese che sono stati imprigionati per aver osato difendere il loro paese contro un occupante militare i cui mezzi sono di grandi dimensioni e i cui metodi costantemente violano le risoluzioni delle Nazioni unite e del diritto internazionale”. Il sindaco ha poi definito la cittadinanza a Rimawi come “un forte gesto politico”. Altri consiglieri comunali hanno parlato di una “victoire de la paix”, la vittoria della pace, mentre altri hanno citato le parole dell’ex presidente François Mitterrand contro “l’ingiustizia”. Nel documento ufficiale del municipio di Bezons, intitolato “Prisonnier et citoyen d’honneur”, non si cita neppure il coinvolgimento di Rimawi nell’uccisione dell’allora ministro dello stato ebraico. L’European Jewish Congress ha chiesto al presidente francese François Hollande di intervenire per rimuovere l’onta dell’onorificenza concessa al terrorista palestinese. “Hanno onorato non solo un assassino, ma l’assassino di un ministro del governo israeliano”, ha denunciato Moshe Kantor. “Questa glorificazione del terrorismo manda un segnale chiaro al prossimo Merah”. Tra pochi giorni la Francia si stringerà attorno al ricordo dei quattro ebrei, un rabbino e tre bambini, uccisi a Tolosa di fronte alla loro scuola.
(Fonte: Il Foglio, 12 Marzo 2013, pag. 2)