Tolosa, un anno dopo
E’ passato solamente un anno, 365 giorni, ma nessuno sembra ricordarlo: il 19 Marzo 2012 Mohamed Merah, un algerino di 24 anni, con una telecamera legata al corpo per essere sicuro di riprendere il suo massacro, aprì il fuoco sui bambini che stavano entrando nella scuola ebraica “Ozar HaTorah” e sui loro genitori che li accompagnavano, uccidendo Jonathan Sandler, 30 anni, rabbino e insegnante nella scuola e due dei suoi figli, Gabriel, tre anni e Aryeh 6 anni. Entrato poi nella scuola, inseguì e uccise con un colpo alla testa, dopo averla afferrata per i capelli, Myriam Monsonégo, otto anni, che tentava di fuggire. Poi, prima di fuggire, sparò anche ad Aharon Bijaoui, quindici anni, ferendolo gravemente.
Partita la caccia all’uomo, il terrorista fu poi rintracciato all’interno della sua abitazione da dove seppur sotto assedio continuò a farsi beffe della polizia francese, che non riuscirono a prenderlo vivo. Si scoprirà nei mesi successivi che Merah era un uomo indottrinato all’odio verso gli ebrei e noto da tempo ai servizi segreti transalpini che avevano colpevolmente sottovalutato la sua figura e la sua pericolosità.
Ci sarebbe ancora molto da dire, ma riteniamo sia più utile leggere il testo pubblicato dagli amici del sito Bugie dalle Gambe Lunghe, che riesce con chiarezza a raccontare i tragici eventi di quella terribile giornata. Quello che è certo è che la denuncia fatta da molti l’anno scorso circa la scarsa attenzione data dai mass media a questa strage di matrice antisemita, è oggi ancor più attuale. Ma non per questo meno vergognosa…
Thanks to Progetto Dreyfus
Nell’immagine in alto: Jonathan Sandler, 30 anni, i suoi figli Aryeh, 6 anni, e Gabriel, 3 anni, e Myriam Monsonégo, 8 anni, tutte vittime della strage antisemita di Tolosa del 19 Marzo 2012