Vergogna a Haifa: saluti romani dei tifosi italiani durante la partita tra Israele e Italia
Haifa, 5 Settembre 2016 – Hanno sputato contro alcuni sostenitori israeliani. Per questo due tifosi italiani sono stati allontanati dallo stadio di Haifa, lunedì sera, durante la partita Israele-Italia. Da ieri però sul web girano un paio di foto e un video in cui si vedono alcuni appartenenti al gruppo «Ultras Italia» che fanno il saluto romano durante l’inno nazionale (per la maggior parte gli «Ultras Italia» arrivano da Puglia, Campania e Veneto, ma sulle tribune dell’impianto «Sammy Ofer» l’altra sera erano pochissimi). Probabilmente questo gesto non è stato notato dagli steward e dalle autorità israeliane all’interno dello stadio, altrimenti ci sarebbero stati provvedimenti ben più gravi rispetto al semplice allontanamento.
Il fatto è riportato dal sito Ynet (in lingua ebraica) che riporta la vicenda con il titolo “Fischi all’inno, sputi e saluti romani”. Ynet sottolinea che “la Federcalcio israeliana trasferirà le foto alla gemella italiana in modo da individuare e raggiungere i tifosi che hanno offuscato con il loro comportamento il resto dei sostenitori italiani, la squadra italiana e l’Italia stessa“. Lo stesso sito riferisce poi che durante l’inno nazionale israeliano è stato fatto il saluto romano e che alcuni tifosi della squadra azzurra “hanno sputato” a ebrei religiosi che assistevano alla partita. Ma – avvisa Ynet – molti biglietti del settore riservato agli italiani erano stati in realtà stati acquistati da arabo-israeliani, alcuni dei quali sono arrivati sugli spalti con i colori azzurri e hanno fischiato e contestato la Nazionale di Israele.
Il consolato in Israele, citando fonti della sicurezza locale, ha confermato che non ci sono stati arresti di italiani e che soltanto due tifosi sono stati «espulsi» dallo stadio, ma non per i saluti romani.
Non ci sono stati particolari momenti di tensione o rischi per l’ordine pubblico, ma è plausibile che proprio in una di queste fasi di contestazione i due tifosi italiani abbiano sputato contro un gruppo di tifosi avversari.
Thanks to Progetto Dreyfus
(Fonte: Corriere.it, Gazzetta.it, Ansa, 6 Settembre 2016)
Nella foto in alto: i tifosi italiani che si esibiscono con il saluto romano allo stadio di Haifa durante la partita di calcio tra Israele e italia lo scorso 5 Settembre
#1Emanuel Baroz
Saluto romano in Israele, Tavecchio sollecita l’indagine
La Federcalcio ringrazia le autorità ebraiche: massima collaborazione. Da Casarano precisano: «Nostro Io striscione, ma nessuno di noi compare in quella fotografia».
ROMA – Un brutto episodio, un neo su una serata speciale che non va giù al presidente della Figc, Carlo Tavecchio, dopo una trasferta in Israele piena di soddisfazioni nell’esordio dell’Italia nelle qualificazioni ai Mondiali 2018. Il n.l del calcio italiano è rimasto colpito dalle immagini dei saluti romani esibiti sugli spalti dello stadio di Haifa da alcuni tifosi nel settore ospiti durante gli inni pre-partita, subito denunciati da~. portale dell’ebraismo italiano, ed in una telefonata con l’ambasciatore d’Italia, Francesco Maria Talò, ha espresso la sua forte condanna e l’auspicio che i responsabili siano individuati.
Il presidente federale ha anche ringraziato le autorità locali e la federazione israeliana per l’accoglienza e per il minuto di raccoglimento in memoria delle vittime del terremoto. Ha poi ribadito come i tifosi israeliani e italiani abbiano vissuto con «entusiasmo, partecipazione e rispetto».
Prendono intanto le distanze da quanto avvenuto i componenti di «Casarano Tricolore 1994», gruppo di tifosi azzurri del centro salentino, finiti nel mirino per il loro striscione che nella foto diffusa da Moked compare sotto le persone che facevano il saluto fascista. «Noi siamo estranei, è stata danneggiata la nostra immagine, quella foto trae in inganno», afferma un leader del gruppo, Antonio Scarangella, che in Israele non c’era. «Ad Haifa – spiega – era presente un solo tifoso casaranese tra gli oltre mille italiani e al momento degli inni era lontano dallo striscione».
(Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno, 8 settembre 2016)